L’ennesima riunione dei soci dell’Istituto Luce Cinecittà ha preso atto delle irregolarità scoperte nei conti della società da PricewaterhouseCoopers e ha affrontato le conseguenze.
Le perdite totali finora ammontano a 21 milioni di euro, azzerando quasi tutto il capitale sociale di Cinecittà. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) possiede Cinecittà, mentre il Ministero della Cultura (MIC) ne supervisiona la gestione. Entrambi i ministeri hanno partecipato all’assemblea dei soci, chiamata a decidere il destino della società.
Secondo una fonte vicina al Consiglio di Amministrazione di Cinecittà, l’assemblea dei soci di giovedì – la quarta in meno di dieci giorni – ha riconosciuto la necessità di stanziare fondi per un salvataggio. Tuttavia, secondo diverse fonti, ciò non avverrà prima di marzo 2025.
Fonti romane hanno riferito a The Hollywood Reporter che i soci hanno discusso anche la spinosa questione di eventuali azioni legali contro Nicola Maccanico, ex amministratore delegato. Maccanico è il firmatario del bilancio 2023, al centro delle irregolarità contabili emerse. La riunione ha deciso di valutare il possibile danno erariale causato, e solo successivamente si deciderà se procedere per vie legali contro Maccanico.
Venerdì il comunicato diramato dal MiC ha messo la questione in questi termini: “Diversamente da quanto rappresentato dalla precedente governance guidata dall’allora amministratore delegato Nicola Maccanico, i bilanci della società al 31 dicembre 2022 e 31 dicembre 2023 risultano soggetti a rilevanti rettifiche e devono ritenersi non corretti.”
Prosegue la dichiarazione di Mic: “Le rettifiche ammontano a 8 milioni di euro, con l’effetto di produrre un risultato negativo sia sull’esercizio 2022 che sull’esercizio 2023. Il bilancio al 31 dicembre 2023, in particolare, registra una perdita di 6,7 milioni di euro (che include la perdita maturata al 31.12.2022), con una conseguente variazione dei saldi di apertura del patrimonio netto al 1 gennaio 2024, ridotto quindi a 15 milioni di euro circa dagli originari 22 milioni.”
La seconda freccia verso la vecchia gestione Maccanico arriva verso la fine del comunicato: “In un simile contesto, totalmente difforme da quanto precedentemente comunicato da Cinecittà SpA al Ministero della Cultura, si è anche dovuto prendere atto che già al 30 giugno 2024 Cinecittà SpA aveva maturato ulteriori perdite per 13,5 milioni di euro, così integrandosi gli estremi dell’art. 2446 c.c..”
Art. 2446, per chi non è esperto, è la clausola del Codice Civile che obbliga i soci ad affrontare tempestivamente la situazione patrimoniale quando le perdite accumulate di una società superano un terzo del suo capitale sociale.
Il Mic dunque riporta nel suo comunicato: “Tenuto conto delle perdite degli anni 2022 e 2023 e di quelle maturate nei primi sei mesi del 2024, la società aveva dunque perso più di un terzo del capitale sociale. Nessuna comunicazione al socio e nessuna convocazione di assemblea è mai stata avviata in tal senso dall’allora Amministratore delegato.”
Per quanto riguarda Maccanico, il linguaggio è chiaro: “Alla luce di quanto emerso, il socio esercitante Ministero della Cultura ha chiesto al Consiglio di amministrazione di svolgere ulteriori approfondimenti circa l’esistenza di eventuali danni addebitabili a responsabilità degli amministratori e si è riservato ogni ulteriore iniziativa all’esito delle analisi richieste.”
Infine, senza menzionare nel comunicato il salvataggio finanziario statale che si prospetta per il marzo 2025, il Mic ha voluto sottolineare “l’importante patrimonio di competenze di Cinecittà SpA” e ha ribadito “l’impegno, in accordo con il socio, a sostenere la società e lavorare al suo rilancio.”
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