I più giovani lo ricorderanno come Papa Elf nella commedia natalizia Elf (2003) diretta da John Favreau, o per il ruolo del Professor Proton in The Big Bang Theory, ma Newhart raggiunse l’apice del successo grazie alle sitcom The Bob Newhart Show (1972 – 1978) e Newhart (1982 – 1990), che gli valsero il plauso della critica elevandolo di diritto nell’Olimpo dei più grandi comici della storia. Il suo storico agente di stampa, Jerry Digney, ha annunciato che l’idolo di Chicago, vincitore del Grammy Award come miglior album dell’anno e miglior nuovo artista per il suo innovativo disco del 1960 The Button-Down Mind of Bob Newhart, è deceduto a Los Angeles in seguito a una serie ravvicinata di complicanze.
Ex contabile, Newhart raggiunse anche la notorietà per non aver vinto un Emmy Award fino al 2013, anno in cui finalmente gli venne assegnato per la sua partecipazione come guest star in “The Big Bang Theory” della CBS, dove interpretava Arthur Jeffries (alias Professor Proton, ex conduttore di un programma scientifico per bambini).
In uno dei finali di serie tv più amati della storia, Newhart concluse le sue otto stagioni con un’ultima scena irriverente. Loudon si sveglia nel cuore della notte, ritrovandosi nei panni di Bob Hartley a letto con la Pleshette nel loro appartamento di Chicago, suggerendo che l’intera seconda stagione possa essere stata solo un sogno. Le pause e la balbuzie di Newhart erano tra i suoi marchi di fabbrica, e le osservazioni ironiche il risultato di una natura attenta.
“Tendo a trovare umorismo nel macabro. Direi che l’85% di me è quello che vedi nella serie. E l’altro 15% è un uomo molto malato con una mente molto disturbata”, disse durante un’intervista del 1990 per la rivista Los Angeles Magazine.
Fu introdotto nella Hall of Fame dell’Academy of Television Arts & Sciences nel 1992.
George Robert Newhart nacque il 5 settembre 1929 a Oak Park, Illinois. Tifoso dei Cubs sin dalla nascita, partecipò alla parata della vittoria della squadra su La Salle Street dopo la conquista del campionato della National League di Chicago nel 1945. (Fu naturalmente felicissimo quando i Cubs interruppero la loro maledizione di 108 anni nelle World Series vincendo nel 2016.) Newhart non ha mai sognato di entrare nel mondo dello spettacolo; anzi, una professione così appariscente andava contro il suo carattere tipicamente del Midwest, ed è forse per questo che riuscì a conquistare il pubblico americano.
“In qualche modo c’è una connessione tra numeri, musica e comicità. Non so cosa sia di preciso, ma so che c’è”, disse una volta in un’intervista con un professore universitario di economia. “So che per un comico è come dire che 2 più 2 fa 5. Prendi un fatto, ne prendi un altro e poi crei un fatto assurdo.”
Newhart disse: “Arthur Price [co-fondatore della MTM] era il mio agente. Mi chiese se fossi interessato. Per 12 anni avevo lavorato in giro facendo stand-up comedy, principalmente spettacoli di una notte sola in cui il giorno dopo ti ritrovavi in un altro posto a 8.600 chilometri di distanza. Volevo una vita normale, dove potessi stare a casa con la mia famiglia.
“Non avevo molte richieste. Semplicemente non volevo che lo show fosse incentrato sul padre stupido e adorabile che finisce sempre nei guai e poi la moglie e i figli si uniscono per tirarlo fuori.”
Nel 1992 si imbarcò in un’altra nuova serie, Bob, interpretando un fumettista di culto, ma non ottenne mai un vero pubblico. Lo stesso destino toccò a George & Leo, dove interpretava il proprietario di una libreria al fianco di Judd Hirsch.Newhart apparve in tre episodi di ER della NBC, interpretando un medico che sviluppa la degenerazione maculare (che gli valse un’altra nomination agli Emmy), e interpretò Morty Flickman, il marito del personaggio di Lesley Ann Warren, in Desperate Housewives della ABC. Più recentemente, Newhart ha interpretato Judson in una trilogia di film TV di The Librarians. Newhart ha recitato anche in “Little Miss Marker” (1980); nel ruolo del presidente in First Family (1980) di Buck Henry, con Gilda Radner come figlia impertinente; nel ruolo di Papà Elf in Elf (2003); e in “Come ammazzare il capo… e vivere felici” (2011). Ha prestato la sua cadenza piatta tipica del Midwest al doppiaggio in due film Disney di Bianca e Bernie. Chicago ha onorato Newhart con una statua su Michigan Avenue, vicino al complesso di uffici che si vedeva nella sigla di apertura di The Bob Newhart Show, con la sua effigie su una sedia e un lettino da psicologo vuoto al suo fianco. In seguito è stata spostata al Navy Pier. Nel 2002, divenne il quinto beneficiario del Premio Mark Twain per l’umorismo americano e quattro anni dopo pubblicò la sua autobiografia, I Shouldn’t Even Be Doing This. Newhart è stato sposato con Virginia “Ginny” Quinn (figlia dell’attore caratterista Bill Quinn) dal gennaio 1963 fino alla sua morte nell’aprile 2023 all’età di 82 anni. Si erano conosciuti a un appuntamento al buio organizzato dal comico Buddy Hackett (Ginny all’epoca stava facendo da babysitter ai figli di Hackett).
I Newhart erano grandi amici di Don Rickles e di sua moglie Barbara, e le due coppie spesso trascorrevano le vacanze insieme.
Bob Newhart lascia i figli Robert Jr., Timothy, Courtney, Jennifer, e 10 nipoti.
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