Jones raggiunse la notorietà nel 1970 grazie alla sua magistrale interpretazione, che gli valse una nomination agli Oscar, del primo campione mondiale di boxe nero americano in The Great White Hope. Debuttò sul grande schermo con Il dottor Stranamore di Stanley Kubrick nel 1964, continuando poi a distinguersi in film come Claudine (1974), L’uomo dei sogni (1989) e The Sandlot (1993).
La carriera teatrale di Jones è stata altrettanto straordinaria. Si aggiudicò due Tony Award come miglior attore: il primo per il ruolo di Jack Jefferson in The Great White Hope nel 1968, e il secondo per il patriarca in difficoltà in Fences, vincitore del Pulitzer, nel 1986. Nel 2011 ricevette un Oscar onorario e fu uno dei pochi artisti a vincere un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony.
Nonostante il successo, l’ascesa di Jones è stata tutt’altro che semplice. Nato il 17 gennaio 1931 a Arkabutla, Mississippi, soffriva di una grave balbuzie che lo costrinse a fingere di essere muto da bambino. Fu grazie a un insegnante di inglese del liceo, che lo incoraggiò a recitare una poesia, che Jones scoprì che riusciva a parlare fluidamente quando recitava parole memorizzate.
La sua celebre voce, che George Lucas scelse per Darth Vader dopo aver considerato Orson Welles, gli fruttò solo 7.000 dollari e non rivelò di essere la voce del personaggio fino al terzo film della saga. Anni dopo, scherzando con i camionisti usando la sua “voce da Vader” su una radio CB, capì che era meglio non farlo per evitare di farli impazzire.
Per quanto riguarda il doppiaggio di Mufasa ne Il Re Leone, Jones ricordava con affetto l’entusiasmo dei bambini che, al sentirlo parlare, lo riconoscevano subito come il re leone. Anche se, a suo dire, non riusciva a convincerli completamente senza poter ruggire come un vero leone!
Con una carriera straordinaria che include ruoli in film come Matewan (1987), Cry, the Beloved Country (1995) e A Family Thing (1996), e apparizioni nei thriller di Tom Clancy come Caccia a Ottobre Rosso, Jones ha lasciato un’impronta indelebile nel cinema e nel teatro. Broadway lo ha onorato nel 2022, rinominando il Cort Theatre in James Earl Jones Theatre.
Jones è stato sposato due volte: con l’attrice Julienne Marie dal 1968 al 1972, e con Cecilia Hart, con la quale ebbe un figlio, Flynn. La Hart è morta nel 2016 di cancro ovarico.
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