Compie novant’anni Sophia Loren. Icona, leggenda, bellezza e personalità, fierezza e umanità. Bellezza mediterranea, corvina, formosa, con quel tanto di orientale negli occhi. Candidamente sensuale come Marilyn Monroe, felina come Kim Novak, verace e passionale come Anna Magnani. Con gli occhi pieni di luce, come Liz Taylor. E totalmente italiana, nella sua capacità di essere seducente e materna. Sexy e amichevole.
Sophia Loren ha portato, nel cinema italiano e poi in quello internazionale, la gioia di vivere che sembrava schiacciata sotto le macerie della guerra. Gioia di vivere, di amare, di litigare per poi fare la pace: magari con quel Marcello Mastroianni con cui girerà quattordici film. Due icone di un Made in Italy elegante, ma anche semplice, immediato, sensuale e solare.
Una carriera leggendaria, la sua, consacrata da due Oscar. Il primo, nel 1962, per La ciociara, non lo visse all’auditorium di Santa Monica, in California, accanto alle altre candidate, fra cui Audrey Hepburn e Nathalie Wood. No, si mise a dormire nella sua casa di Roma. “Se vinco, svengo: e preferisco svenire a casa mia”, aveva confidato ai giornalisti. Che la aspettarono sotto casa tutta la notte, con i microfoni pronti. Fu Cary Grant a svegliarla, a dirle che aveva vinto. Lei, all’alba, si presentò sotto casa ai giornalisti, in négligé.
Il secondo Oscar lo ricevette nel 1991, per l’insieme della sua carriera. Una carriera che non si ferma neppure adesso. Ha annunciato di avere un film in preparazione, con la regia del figlio Edoardo Ponti, che la ha diretta già due volte, in La voce umana e in La vita davanti.
In questo percorso infinito, Sophia ha vinto anche un Golden Globe e un Leone d’oro alla carriera, un BAFTA, nove David di Donatello, uno dei quali alla carriera, un prix d’intérpretation féminine a Cannes, una coppa Volpi a Venezia, e ha posto le sue impronte sulla Walk of Fame a Hollywood.
Sophia ha incarnato il sogno opulento e gioioso del primo dopoguerra: il sogno dell’Italia che esce dalle macerie e si affaccia al primo benessere. E ha scolpito un personaggio fatto di temperamento, carattere, schiettezza, fisicità, di una maniera di amare che è una continua sfida con l’altro sesso.
Ha portato una bellezza fatta di orgoglio, di combattività, una sensualità ironica, all’occorrenza, e anche materna. Fuori dal set, Sophia è stata una madre amorosa e appassionata. Sul set, un’attrice disciplinata, attentissima a non gettare al vento il dito che il destino le aveva posato sulle spalle.
“Non l’ho mai vista in ritardo, neppure di un minuto”, dice Enrico Lucherini, il più celebre dei press agent italiani, che con Sophia ha lavorato per trent’anni. “Quando iniziai a lavorare con lei, era il tempo de La ciociara. Sophia aveva appena vissuto la sua esperienza a Hollywood, aveva imparato molto non solo sul mestiere dell’attrice, ma su come gestire la comunicazione. Scegliemmo insieme le fotografie per la pubblicità di quel film. E fu lei a indicare quella foto, diventata poi leggendaria, in cui è accovacciata in terra, dopo che le hanno stuprato la figlia, e lancia un sasso contro i soldati alleati”. Quella foto segnò un cambio nella percezione dell’attrice. Non più solo bella. Anche vulnerabile, fragile, abbattuta.
Enrico Lucherini racconta anche del rapporto di Sophia con Cary Grant, con cui recitò in Un marito per Cinzia: “Sono sempre stati amici, hanno continuato a scriversi a lungo, ma sono stati soltanto quello. Lei era giovanissima, ma aveva già deciso di sposare Carlo Ponti, sapeva quale direzione voleva dare alla propria vita”. Ha voluto, con tutte le forze, creare quella famiglia unita che a lei non era stata data in sorte. Lucherini sobbalza quando sente quella parola: “Diva? Ma quando mai! Non è mai stata diva, non si dava le arie di quella che stava facendo dei capolavori, è sempre stata molto capace di scherzare, di ridere, non si è mai messa su un piedistallo”.
A celebrare il mito di Sophia Loren, grazie ad una collaborazione fra Cinecittà e Academy Museum of Motion Pictures una vasta retrospettiva dei suoi film si terrà a Los Angeles dal 7 al 30 novembre prossimi. “Sophia Loren: la diva di Napoli” è il titolo dell’omaggio, che propone i restauri di alcuni dei più importanti film interpretati dall’attrice.
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