Saturn Awards 2025. Il nostro inviato ha incontrato leggende della fantascienza come Lea Thompson di Ritorno al futuro e William Shatner di Star Trek

L’evento, dedicato al cinema fantastico, ha premiato, tra gli altri, Dune II, Deadpool & Wolverine, The Wild Robot. E a quarant’anni da Back to the future, la sua attrice protagonista, ci ricorda che il cattivo del film somigliava al presidente di oggi

LOS ANGELES – Camminare sul tappeto rosso dei Saturn Awards è un’esperienza che racchiude tutta la magia del cinema, amplificata dall’entusiasmo viscerale dei fan più appassionati. Il 2 febbraio 2025, la 52ª edizione di questa iconica cerimonia, tenutasi all’Hilton Universal City di Los Angeles ha trasferito a chiunque vi abbia partecipato l’energia elettrizzante di un evento che rende omaggio all’eccellenza nei generi cinematografici troppo spesso ignorati dai grandi circuiti: fantascienza, fantasy e horror.

Istituiti nel 1972 da Donald A. Reed, i Saturn Awards sono nati per celebrare opere che spingono i confini dell’immaginazione, diventando nel tempo un faro per tutti gli amanti del cinema di genere. Nel corso degli anni, la cerimonia ha abbracciato anche suspense, thriller, azione, dark drama e commedia, onorando pietre miliari come Alien, la saga di James Bond, GhostbustersJurassic Park e Indiana Jones.

Questa edizione, dedicata alla memoria di Jon Landau, il leggendario produttore che ha collaborato con James Cameron su capolavori come Titanic e Avatar possedeva una forza emotiva speciale: c’è stato spazio anche per la solidarietà perchè tra un premio e un applauso, la serata ha raccolto fondi per le comunità colpite dagli incendi che hanno devastato il sud della California, dimostrando che l’industria dell’intrattenimento non è fatta solo di business e glamour, ma anche di cuore.

Sul tappeto rosso, la line-up degli ospiti è stata un omaggio alla cultura pop. Icone come Nicolas Cage, Fede Álvarez, Laurence Fishburne e Christopher Lloyd si sono unite a leggende del settore come Lea Thompson (Ritorno al Futuro), Peter Weller (RoboCop), William Shatner (Star Trek) e Martin Kove (Karate Kid): sono figure che hanno segnato l’infanzia e l’immaginario di chiunque abbia vissuto gli anni ’80 e ’90.

La premiazione ha visto trionfare Dune: Parte Due, una delle opere più acclamate dell’anno. Nicolas Cage, premiato per la sua interpretazione in Longlegs, ha approfittato del suo momento sul palco per lanciare una frecciata al ruolo crescente dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’intrattenimento, riaffermando la centralità insostituibile dell’elemento umano nella narrazione. Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton è stato premiato come Miglior Film Fantasy, e Alien: Romulus di Fede Álvarez ha vinto nella categoria Miglior Film Horror. Tra gli altri vincitori della serata spiccano Deadpool & Wolverine come Miglior Film d’Azione/Avventura, The Wild Robot per il Miglior Film d’Animazione, Godzilla Minus One come Miglior Film Internazionale, Strange Darling per il Miglior Thriller e Late Night with the Devil nella categoria Miglior Film Indipendente.

I Saturn Awards non sono gli Oscar, non vogliono esserlo. Sono un inno alla fantasia, una celebrazione della creatività che ha saputo raccogliere i fan di tutto il mondo attorno a eroi universali e storie senza tempo. In un’industria spesso ossessionata da numeri e premi prestigiosi, i Saturn restano autentici, cuore pulsante di una Hollywood che sogna e far sognare.

Ritorno al Futuro è stato celebrato per il suo quarantesimo anniversario con il George Pal Memorial Award, un riconoscimento che premia risultati eccezionali in generi specifici. In assenza di Michael J Fox, a ricevere l’onore sul palco sono state le sue co-star Christopher Lloyd e Lea Thompson, con lo sceneggiatore e produttore Bob Gale. Davanti ai nostri microfoni la Thompson ha voluto esprimere la sua gratitudine per il percorso incredibile che la vita le ha riservato. 

Lei è parte della storia dei cinema, con la C maiuscola. Cosa si prova a pensare che, ancora oggi, tutti amano Ritorno al Futuro? 

È davvero emozionate per me. Non ci saremo mai aspettati questo successo quando abbiamo girato il primo episodio della saga.  Sono infintamente grata di avere avuto un ruolo di rilievo in un lungometraggio così importante.

Cos’è che fa ancora sognare il pubblico, guardando la vostra pellicola? 

Credo che siamo riusciti a creare una bellissima storia, sotto tantissimi punti di vista. Non. Importa quanti anni hai, ognuno riesce a trovare il suo significato. Questa non è una cosa che succede spesso.

Possiamo davvero imparare qualcosa dalla fantascienza? 

Assolutamente sì. Se ci pensate, tutte le storie che ci hanno raccontato in passato, da 2001 Odissea nello Spazio, a Terminator sta tutto diventando realtà. Lo vediamo ora con l’avanzare dell’intelligenza artificiale. La fantascienza ci aiuta a guardare avanti, ci dice cosa potrebbe succedere e ci aiuta a scegliere.

Tra l’altro in Ritorno al Futuro c’era un antagonista biondo e cattivo che ricorda molto uno dei personaggi più in vista di oggi…

Un altro dei motivi per cui la nostra saga è così importante, è che manda un messaggio chiaro: se ti opponi ai bulli, se tiri fuori il tuo coraggio, puoi cambiare non soltanto la tua vita, ma anche quella della tua famiglia, dei tuoi amici e del mondo intero.

Partecipando a un evento dedicato alla fantascienza, è impossibile non pensare alla storica frase: “Spazio, ultima frontiera; ecco i viaggi dell’astronave Enterprise”. William Shatner, leggendario interprete del Capitano Kirk, 93 anni, è stato celebrato con un premio alla carriera. L’attore canadese, il giorno dopo avere ricevuto il prestigioso riconoscimento, ha condiviso su Instagram un post ironico. 

Shatner che ha reso la sua carriera ancora più stellare quando il 13 ottobre 2021, a novant’anni, è diventato uno degli astronauti privati nel volo suborbitale di Blue Origin, prima di salire sul palco ha scambiato con noi un paio di battute, senza rinunciare al suo solito umorismo. 

La prima edizione di Star Trek è andata in onda nel settembre del 1966, cosa lo ha reso una serie unica nel suo genere?

C’era quel senso di avventura, una cosa nuova per quei tempi. È anche merito delle persone fantastiche che ci hanno lavorato. E poi c’ero io, il Capitano. Ero disposto a prendermi dei rischi e a guidare il mio equipaggio contro le avversità. Diciamo che ero perfetto.

Qual è il segreto per esser un buon Capitano secondo lei? 

Al momento non abbiamo un buon Capitano, non c’è un atro Kirk. C’è anzi una grande scarsità di capitani coraggiosi. Credo che le storie invece, abbiano accora il potere di cambiare il mondo. Era quella la nostra forza, il potere delle nostre storie.

Abbiamo imparato molto seguendo le sue avventure spaziai sullo schermo, che cosa ha imparato lei vestendo i panni del Kirk? 

Mi ha aperto la mente, mi intriga sapere cosa c’è là fuori, sia dal puto di vista fisico che spirituale. Me lo domando molto più di quanto facessi prima. C’è vita nello spazio? E se ci fosse, cosa starebbe pensando? Noi cosa stiamo facendo per saperne di più? Queste sono le domande che mi pongo dopo una vita al comando di un’astronave. Il fatto che portassimo in scena il futuro mi ha spinto a pensare oltre. 

Tornando a parlare di storia del cinema, uno dei presentatori della serata è stato Peter Weller, indimenticabile interprete di Robocop. L’attore, nato in Wisconsin nel 1947, ha condiviso con noi il suo grande amore per il nostro Paese, rilasciando la sua intervista in italiano. 

Io e mia moglie abitiamo in Italia da trentacinque anni, in paradiso, nelle Costiera Amalfitana – ci ha spiegato abbracciando la consorte Shari Stowe – Ci siamo sposati lì, abbiamo battezzato nostro figlio e ho anche preso un dottorato in Belle Arti a Firenze. Tantissimi miei amici sono italiani. Si può dire che sono un aspirante italiano. Possiamo gridarlo forte: Robocop ama l’Italia, anzi, Robocop è italiano!

Perché, secondo lei, la fantascienza ha così tanti ammiratori? 

“Erano trent’anni che non venivo ai Saturn Awards, da quando ho ricevuto l’ultima nomination. Mi sembra che qui l‘evento sia cresciuto, perché questa nicchia manda un messaggio universale, che racconta un mondo alternativo. Ci aiuta a capire che, se l’umanità sta andando in certe direzioni, stiamo correndo dei rischi. È come un avvertimento. Ha il valore che hanno i libri spirituali. Non si tratta di puro intrattenimento ma di un modo per mostrarci in che direzione stiamo andando.