“Non è mai troppo tardi per perdonare e perdonarsi, e per migliorare. Non importa quanto sei caduto in basso: c’è sempre la possibilità di cambiare la tua vita”.
Sono le parole di James Franco, alla conferenza stampa venerdi poimerigio di Hey Joe, il film di Claudio Giovannesi presentato in anteprima mondiale alla Festa del cinema di Roma, e in cui Franco interpreta un veterano della Seconda guerra mondiale che torna, venticinque anni dopo, a Napoli. Ha scoperto, senza averlo mai saputo prima, di avere un figlio laggiù, nato da una sua relazione con una ragazza dei Quartieri spagnoli.
James Franco parla del suo personaggio nel film. Ma in qualche modo, è come se parlasse anche di se stesso. Quella di oggi è la prima vera apparizione pubblica dell’attore e regista, vincitore del Golden Globe per The Disaster Artist e nominato all’Oscar per 127 ore di Danny Boyle.
In quel film, Franco interpretava un avventuroso appassionato di climbing che finiva intrappolato in una grotta, e si trovava costretto a tagliarsi un braccio, schiacciato da una roccia, per salvarsi la vita. In qualche modo, Franco si è dovuto tagliare un braccio. Ha chiuso la sua scuola di cinema, ha patteggiato un risarcimento di oltre 2 milioni di dollari e ha ricominciato la sua carriera praticamente da zero, dopo essere rimasto fuori dai radar per cinque anni.
Nel 2018 cinque sue ex studentesse della scuola Studio 4 lo avevano accusato di comportamento inappropriato. La sua masterclass si chiamava “Sex Scenes”. Alcune studentesse lo accusavano di averle costrette a esibirsi in scene sempre più esplicite, usando la sua influenza per promettere ruoli nei suoi film. La causa, presentata nel 2019 dalle attrici Sarah Tither-Kaplan e Toni Gaal, è stata chiusa con un patteggiamento di circa 2,2 milioni di dollari. L’attore ha ammesso, in una puntata del The Jess Cagle Podcast, di essere andato a letto con alcune studentesse, scusandosene pubblicamente. E ha dichiarato di aver a lungo combattuto con una sorta di dipendenza dal sesso.
Da quel momento, un sipario è calato su di lui e sul suo lavoro. Cinque anni praticamente senza fare film, se si eccettua l’uscita, in poche sale, del suo Zeroville, il film che Franco ha diretto, ma che era stato girato nel 2014. Un brusco stop ad una carriera fino a quel momento luminosa. Soltanto adesso le luci sembrano riaccendersi su di lui.
“Il mio personaggio è un uomo che ha buttato via la sua vita”, dice Franco alla conferenza stampa di Hey Joe. “Riceve un telegramma, con su scritto ‘Hai un figlio’. E capisce di avere sprecato la sua vita per molti versi. E pensa che forse può fare qualcosa di positivo per suo figlio”.
E dal parlare del film, impercettibilmente passa a parlare di se stesso. “Anche io ho cambiato paradigma: e sono arrivato a capire che le cose importanti che volevo ottenere dal successo era un legame vero con le altre persone. Una crescita, che si voglia chiamare maturità, o crescita spirituale. Aiutare gli altri, crescere intimamente. Questo è ciò che avrebbe dato significato alla mia vita, e l’ho capito”.
“Il mio personaggio – qui Franco torna a parlare del film – ha distrutto la sua vita. Il suo matrimonio è a pezzi, sta diventando alcolizzato, e poi arriva questo miracolo nella sua vita. C’è chi direbbe: è troppo tardi. E chi invece direbbe ‘questa è un’opportunità, vediamo dove mi porta’. C’è sempre il modo di cambiare la propria vita”.
Hey Joe è diretto da Claudio Giovannesi, che ha anche scritto il film insieme a Maurizio Braucci (i due hanno vinto l’Orso d’argento a Berlino 2019 per la sceneggiatura de La paranza dei bambini) e a Massimo Gaudioso. Nel cast del film, oltre a James Franco, Francesco Di Napoli, Giulia Ercolini e Aniello Arena. Il film è prodotto da Carlo Degli Esposti e Nicola Serra per Palomar, in collaborazione con Rai Cinema, Vision Distribution, Sky e Netflix. Uscirà nelle sale italiane il 28 novembre.
“Ho sentito la forza di questa vicenda privata, e la sua relazione con la grande Storia”, dice Claudio Giovannesi, regista del film. “La relazione fra i militare angloamericani e le donne italiane si basava sulla fame, e i sentimenti nascevano dal bisogno. La storia che il film racconta è una storia realmente accaduta”.
“In che modo questo film è connesso con il presente?”, si chiede Giovannesi, regista di Alì ha gli occhi azzurri, presentato alla Festa di Roma nel 2012, di Fiore (Cannes 2016), e di due episodi di Gomorra.
“La risposta è che tutti i personaggi sono connessi con la guerra: il padre, che è un uomo alla deriva, vittima delle guerre che ha combattuto, ma anche il figlio, nato in un contesto in cui Napoli era una città distrutta dalle bombe. Raccontare questa storia significava riflettere sulle conseguenze della guerra, la guerra che non ha mai smesso di condizionare la storia del mondo: e in questi giorni la stiamo vivendo, di nuovo, guardandola però in televisione. Esiste in luoghi diversi, ma con conseguenze analoghe”.
James Franco, nel frattempo, è tornato al lavoro con molti progetti. È un agente Fbi a Beirut nella serie televisiva Karantina creata da Adi Kahask. Ha vestito i panni e ha fumato il sigaro di Fidel Castro in Castro’s Daughter di Miguel Bardem, attualmente in postproduzione. È parte del cast di The Price of Money – A Largo Winch Adventure, thriller diretto da Oliver Masset-Depasse, uscito la scorsa estate in Francia, ed è protagonista di Squali di Daniele Barbiero, con Lorenzo Zurzolo.
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