Il fascino di un’idea può diventare un grande documentario. È il caso dell’ultimo progetto di Nobu firmato Matt Tyrnauer, sulla storia dello chef giapponese, noto soprattutto per il suo impero di ristoranti sushi di lusso (e, più recentemente, di hotel), dove gli ospiti possono sperimentare un mix esclusivo di piatti ispirati alle tradizioni nipponiche nonché le sue prime incursioni nella cucina peruviana. In Nobu, basato sull’omonimo libro di memorie di Matsuhisa, Tyrnauer (anche lui su Telluride quest’anno con Carville: Winning Is Everything, Stupid) racconta un personaggio e il fenomeno globale che lo chef rappresenta.
Nobu è un ritratto che onora i presupposti del progetto di partenza. Il film probabilmente sarà certamente amato dai fan dello chef (il 2024 segna il 30° anniversario del primo ristorante Nobu), ma potrebbe non saziare completamente lo spettatore affamato di curiosità gastronomiche. Meno orientato alla tecnica e concepito più come racconto ad ampio spettro rispetto al patinato documentario Jiro Dreams of Sushi di David Gelb, Nobu guarda a Matsuhisa come uomo-brand, offrendo frammenti di biografia e approfondimenti sul suo impero in crescita costante.
Tyrnaeur struttura il documentario su lunghe interviste con Matsuhisa, il quale descrive senza parsimonia i suoi primi anni in Giappone, il suo desiderio di diventare uno chef di sushi, i piccoli successi e i grandi fallimenti delle sue prime imprese. Le conversazioni, integrate da interviste con la moglie Yoko e le loro due figlie Junko e Yoshiko, formano una biografia relativamente schietta e delineano la personalità di Matsuhisa. Il suo umorismo – ereditato dagli scherzi di suo padre, narrati con impassibilità – è l’aspetto irresistibile della narrazione, e dà alla prima parte del documentario una dimensione più intima. Le storie sugli anni formativi di Matsuhisa rivelano un’infanzia segnata da un dolore prematuro e dal fascino della preparazione del sushi. Per lui, guardare uno chef premere delicatamente pezzi di pesce sul riso e servirlo ai clienti dà le stesse emozioni di vedere un attore sul palco. Per Matsuhisa, infatti, il sushi non è solo cucina ma performance.
Quando lo chef parla dell’ispirazione per piatti popolari come il miso di merluzzo nero o degli esperimenti in cucina, Nobu si avvicina al suo pieno potenziale come documentario. Gli aneddoti sui primi anni di Matsuhisa in Perù, dove incontra il coriandolo per la prima volta, e le iniziative di ristorazione ad Anchorage e successivamente a Los Angeles, testimoniano il processo creativo che è alla base della sua attività multimilionaria. Questi momenti arricchiscono il ritratto con l’intento di scrutare un artista al lavoro. È il pregio del film, che ci mostra il genio in diretta invece di farcelo raccontare da altri personaggi di contorno. Una sequenza straordinaria arriva verso la fine del documentario, quando Nobu, in un suo raro gesto, decide di ospitare gli amici più cari nella sua casa in Giappone. Qui, le teorie dello chef sulla preparazione del sushi come performance vengono trasformate in azione. Mentre modella pezzetti di anguilla di acqua salata su un piatto, Matsuhisa intrattiene i suoi ospiti con battute e storie sui suoi primi giorni culinari e su quelli più recenti come celebrità mondiale.
E che star è diventato. Tyrnauer dedica una parte significativa di Nobu all’attività di gestione di un conglomerato globale. Con dozzine di ristoranti in tutto il mondo e una manciata di hotel, Nobu è ormai un bene di lusso. Tyrnauer viaggia con lo chef – sempre in privato, raramente con trasporti pubblici – nei suoi vari ristoranti con un’attenzione particolare a Nobu Los Cabos e Nobu London. Partecipa alle riunioni del consiglio di amministrazione con Matsuhisa e i suoi co-fondatori di Nobu, ovvero Robert De Niro e Meir Teper, dove si negoziano accordi di espansione e visioni del futuro del marchio. In questo capitolo, il film è più informativo che d’atmosfera.
Ciascuno dei ristoranti di Matsuhisa aderisce al modus operandi di Nobu – lusso intimo, cibo di qualità – utilizzando allo stesso tempo ingredienti locali per rispondere agli appetiti culturali. Tyrnauer include interviste con scrittori come Ruth Reichl e chef come Wolfgang Puck, allo scopo di mappare l’influenza dello chef sul mondo culinario. Alcune di queste sequenze sono introdotte e abbandonate rapidamente, in contrasto con il ritmo costante stabilito nella sezione biografica.
Con così tante informazioni da coprire e una limpidezza così lusinghiera, il documentario elude per lo più momenti di tensione. Quando la cultura aziendale viene descritta come familiare, le questioni relative alle pratiche lavorative, comprese alcune cause legali recenti, rimangono irrisolte. E un momento di disaccordo tra De Niro e Teper sulla direzione presa dall’azienda – espandersi rapidamente alla ricerca di capitale o muoversi lentamente per mantenere standard elevati – viene solo osservato e lasciato allo loro privacy. È per questo motivo che Nobu funziona meglio come un menu di degustazione per tutto ciò che riguarda Nobu uomo-brand.
Luogo: Telluride Film Festival
Regia: Matt Tyrnaeur
Produttori: Gianni Nunnari, Corey Reeser, Jeffrey Soros, Simon Horsman, Charlie Cohen, Andrea Lewis, Graham High
Produttori esecutivi: Ally Gipps, Luke Rodgers, Andrew Blay
Direttore della fotografia: Toby Thiermann
Montaggio: Andrea Lewis
Musiche: Lorne Balfe
Distribuzione: AGC
Durata: 110’
This content was entirely crafted by Human Nature. THR Roma
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma