
Due minuti e cinquanta all’insegna della tensione, dove lo spettatore viene catapultato all’interno della Romulus, una stazione spaziale infestata dai pericolosi “Facehuggers”, una vecchia conoscenza per gli affezionati del franchise. Diretto da Fede Alvarez, regista del brutale reboot di Evil Dead e del thriller di successo Don’t Breathe (2016), Alien: Romulus propone di riportarci alle origini della saga. Ambientata a cavallo tra gli eventi accaduti al termine di Alien (film del 1979 diretto da Ridley Scott) e l’inizio di Aliens: Scontro Finale (sequel del 1986 girato da James Cameron), la pellicola di Alvarez si concentra su un gruppo di coloni spaziali e il loro sfortunato incontro con lo Xenomorfo; l’iconica creatura ideata dall’artista svizzero H.R. Giger e poi progettata dall’effettista Carlo Rambaldi.
Famoso per uno stile curato e dinamico, il regista uruguaiano ha promesso al suo pubblico un’esperienza estremamente realistica. In un’intervista rilasciata alla rivista britannica Metro, Fede Alvarez ha dichiarato: “I film con effetti speciali erano soliti suscitare reazioni del tipo ‘Wow, non posso credere a quello che sto vedendo!’. Sembra che oggi la maggior parte di questi film abbia abbandonato questa ambizione. Ma noi no, e questo è stato un compito enorme per noi: spingere tutti i partecipanti a capire che, specialmente con Alien, è fondamentale far credere agli spettatori che ciò che stanno guardando sia reale. Altrimenti, non funziona!” Per questo motivo il regista ha voluto che ogni creatura (inclusi Facehuggers e Chestbursters) fosse realizzata esclusivamente in animatronic anziché in CGI.
Prodotto da Ridley Scott, Alien Romulus sbarcherà nelle sale italiane questo 14 agosto.
This content was entirely crafted by “Human Nature” THR-Roma
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