Fresco di ritorno in Beverly Hills Cop: Axel F (2024) ― il sequel diretto da Mark Molloy e uscito su Netflix lo scorso 3 luglio ―, Murphy si ripresenta al pubblico attraverso il suo personaggio più amato. Eccolo così indossare per la quarta volta i panni di Axel Foley, il poliziotto ribelle che sfondò a suon di battute il grande schermo in Beverly Hills Cop (1984), di Martin Brest. Nonostante gli alti e bassi, sarebbe poco rispettoso negare lo straordinario impatto avuto da Murphy sul mondo della commedia. Dagli esordi travolgenti al SNL – Saturday Night Live sino allo stratosferico successo di pellicole come Beverly Hills Cop II (1987) e Il Principe cerca Moglie (1988), che incassarono rispettivamente $319.1 milioni e $278.8 milioni, l’attore originario di Brooklyn ha vissuto un decennio d’oro, conquistando tutti col suo umorismo contagioso e graffiante. Camaleontico attore, cantante e imitatore in grado di dar vita a personaggi indimenticabili ― impossibile non pensare al detenuto Reggie Hammond in 48 Ore (1982) e a Billy Ray Valentine nel cult Una poltrona per due (1983) ―, Eddie Murphy si è imposto all’attenzione del grande pubblico di tutto il mondo grazie a un talento cristallino e ad un’irriverenza esplosiva.
A cavallo tra gli anni ’80 e ’90, tutti facevano a gara per accaparrarsi le sue prestazioni. Come spesso succede, essere uno degli attori più popolari e richiesti al mondo lo ha portato a scelte infelici come rifiutare diversi ruoli importanti, su tutti la parte scritta appositamente per lui da Dan Aykroyd nel grande classico del 1984 Ghostbusters, prodotto e diretto da Ivan Reitman. Nonostante l’eccezionale successo di film come Il principe delle donne (1992) che incassò $131M costando $40M, e del Dottor Dolittle (1998) che portò a casa $294,5 milioni, gli anni ’90 iniziarono a mostrare qualche piccolo segno di cedimento per il “Re della Risata”. Il tentativo di vestire per la terza volta i panni del detective Axel Foley non ebbe i risultati sperati. Beverly Hills Cop III (1994) passò alla storia come il capitolo della serie col minor successo al botteghino, con un incasso di $119 milioni. Le pesanti stroncature della critica non aiutarono Murphy, che l’anno successivo dovette fare i conti col primo pesante flop della sua carriera. Vampiro a Brooklyn (1995), commedia horror di Wes Craven (il leggendario autore di Nightmare – Dal profondo della notte e dei primi quattro capitoli della saga di Scream) incassò $82 milioni contro un budget di $50 milioni, attirò per la prima volta sull’attore una valanga di critiche e pesanti accuse. Celebre a tal riguardo la rottura tra Eddie Murphy e i produttori di Saturday Night Live in seguito alla pessima battuta di David Spade mandata in onda in una puntata di SNL. “Guardate bambini, una stella cadente! Presto… esprimete un desiderio!” Commentò allora Spade a proposito del recente insuccesso di Eddie Murphy. Purtroppo gli anni 2000 segnano la sua vera battuta d’arresto. I buoni risultati di pochi titoli (Shrek e Dreamgirls) non bastano a compensare il naufragio di Pluto Nash (2002). Massacrato dalla critica, nonché ritenuto uno dei più grandi fallimenti commerciali nella storia del cinema, l’insipido film di fantascienza diretto da Ron Underwood incassò solamente $7 milioni, a discapito di un budget di oltre $100 milioni. Da quel momento in poi Eddie Murphy vede la propria immagine sgretolarsi a causa di scelte cinematografiche scellerate (L’asilo dei papà) e interpretazioni sempre meno convincenti come Piacere Dave (2008) e Immagina che (2009). A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi quale sia il motivo del suo declino, ma come spesso accade la causa non è mai una soltanto. A partire dagli anni ’90, Eddie Murphy ha avuto grandi difficoltà ad adattarsi a una nuova ondata di comicità, dove il suo umorismo basato su stereotipi, travestimenti e battute audaci stava via via diventando meno popolare.
Complice il diffondersi di una maggiore sensibilità culturale, Murphy non è riuscito a rinnovarsi, preferendo invece la “falsa” sicurezza di ruoli più convenzionali. Nonostante i discreti risultati di film come Il professore Matto (1996) e Il Dottor Dolittle (1998), Murphy si era ormai allontanato dal pubblico delle origini in favore delle famiglie. La scelta di optare per un umorismo più leggero è stata vista dai fan di lunga data come una sorta di tradimento. Incapaci di riconoscersi nel nuovo format adottato dal loro idolo, hanno così iniziato a boicottare i suoi film chiedendo invece a gran voce un ritorno dei suoi personaggi più amati: il Principe Akeem Joffe (Il principe cerca Moglie) e Axel Foley. Tornare dopo 40 anni a ricoprire gli stessi ruoli non è però mai facile. I cambiamenti socio-culturali abbinati all’immancabile salto generazionale hanno reso Il principe cerca figlio (2021) e Beverly Hills Cop: Axel F (2024) delle operazioni “nostalgia” incapaci sia di reggere il confronto col passato che intrattenere il pubblico odierno. Lo stesso Eddie Murphy non sembra più divertirsi in questi ruoli. Imbarazzato dalla sua stessa risata, prova a prenderne le distanze come se quel tipo di comicità lo avesse ormai stancato. Una crisi d’identità che negli ultimi 20 anni lo ha portato a provarle tutte pur di ritrovare il successo. A discapito di qualche magro segnale di ripresa (Tower Heist – Colpo ad alto livello e Dolemite Is My Name), la via del riscatto sembra ancora eluderlo. Chi ha vissuto negli anni ‘80 non chiede a Eddie Murphy di sapersi reinventare, né di adattarsi al pubblico millennial, o alla nuova ondata Gen Z… Gli chiediamo solo di tornare a divertirsi come un tempo. Se lo farà, siamo sicuri che troverà i progetti giusti e tornerà ad essere amato e seguito come 40 anni fa.
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