Eli Roth, che abbiamo appena ricordato per la magistrale interpretazione de l’Orso Ebreo in ‘Bastardi Senza Gloria’ di Quentin Tarantino, è anche un regista straordinario, di quelli che nascono una volta ogni 20, 25 anni. Amante delle atmosfere più sanguinolente, può vantarsi di avere scritto e diretto alcuni capolavori dell’hard core horror del nuovo millennio in corso come ‘Cabin Fever’, ‘Hostel I e II’, ‘The Green Inferno’ e, non ultimo, il bellissimo remake de ‘Il Giustiziere Della Notte’ con Bruce Willis. Scusate se è poco.
Il talentuoso Eli è un vero artista della cinepresa. Camaleontico, estroso e pieno di guizzi geniali, in ogni sua opera riesce sempre a inserire quel quid che te ne fa innamorare, se poi a questo aggiungiamo, come nel nostro caso, presenze del calibro di Cate Blanchett, Jamie Lee Curtis, Kevin Hart e Jack Black, è legittimo pensare a un capolavoro.
Sulla base di queste premesse e con tante aspettative, ho visto ‘Borderlands’, titolo che conoscevo perché dal 2009 al 2010 non ho giocato ad altro. Si trattava di uno sparatutto ambientato nel futuro, molto cyberpunk, molto cafone, violento, e certamente non avaro di sangue e budella sviscerate, ma con quel pizzico di ironia che mancava ai diretti concorrenti ‘Halo’ e ‘Doom’, troppo seriosi per i miei gusti.
Evitando spoiler, per quanto sulla carta il girato rasenti la perfezione, non posso dirmi entusiasta del risultato finale. Senza scivolare in quello che chiamo l’effetto ‘Resident Evil’, ovvero senza sperticarmi in sterili paragoni con il videogioco, a mio avviso Roth non ha centrato l’obbiettivo, sbagliando proprio quello in cui più credevo: il cast.
La Blanchett, bella quanto vi pare, brava, simpatica, e con tutto che i capelli rossi le donano, nei panni di Lilith, la cacciatrice di taglie, non rende. Dimenticatevi le interpretazioni straordinarie che ci ha regalato in ‘Blu Jasmine’ di Allen o ‘Ocean’s 8’ di Ross. Qui sembra proprio fuori posto. Attenzione, non sto dicendo che recita male, ma si vede che non è un ruolo nelle sue corde. La Curtis, neanche a dirlo, dove la metti sta e non fa gridare al miracolo, ma non penso che qualcuno pretendesse le vette di ‘Halloween’ o ‘True Lies’. Kevin Hart è forse l’unico del gruppo che sembra perfetto per il suo ruolo, mentre l’iconico Jack Black ne esce fiacco, imprigionato nei cliché delle sue espressioni e delle sue battute.
La trama ve la snocciolo in due righe. Lilith (Cate Blanchett) è costretta ad accettare un lavoro che non le va molto a genio, tornare sul pianeta Pandora per rintracciare e recuperare la figlia scomparsa di Atlas, l’uomo più potente di tutte le galassie. Vi devo proprio dire che sarà un turbinio di scontri, battute, scontri, battute, scontri e battute, con tanto di momento tenerone? Effetti speciali da Oscar, idem la fotografia, ma per il resto mi sono quasi addormentata dalla noia. Forse il mio giudizio è così severo per i ricordi che conservo del videogioco, non lo so, magari chi non ha mai speso neanche un minuto a gozzovigliare e saccheggiare tra le pianure sterminate di Pandora, potrà trovare questo titolo interessante, ma non me la sento di consigliarvelo. Peccato.
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