Casal di Principe, Caserta e Napoli. Il triangolo delle Bermude della camorra. Glory Hole racconta (anche) questo, un fetta di territorio campano che ha in sé eccellenze – artistiche e sportive, per citarne un paio – ma anche una rete di criminalità organizzate e ferocissime che hanno avvelenato, letteralmente e metaforicamente, un popolo.
Da Casal di Principe è partita la fatwa del Sistema contro Roberto Saviano, Caserta e Napoli sono due delle basi economiche e “politiche” della camorra.
Ma Glory Hole di Romano Montesarchio, che vedrà il 20 giugno la sua proiezione in anteprima mondiale allo Shanghai International Film Festival è soprattutto un melodramma intimista, la prima prova di finzione di un regista, Romano Montesarchio, che quella terra l’ha indagata da documentarista, con rigore e passione.
La stessa (terra, e passione) che condivideva con il produttore, ma per lui anche amico e sodale, Gaetano Di Vaio.
Un uomo straordinario che quel veleno lo aveva assaggiato, ne aveva pagato le conseguenze, e aveva saputo sconfiggerlo e riscattarsi. Con il cinema, diventando la voce degli ultimi, degli indipendenti, dei talenti che altri ignoravano.
Gaetano Di Vaio, l’ultimo film da produttore e attore
“Quando ho iniziato a lavorare a questo film alcuni anni fa, sapevo che sarebbe stata una sfida, date le sue caratteristiche poco commerciali. E questa sfida l’avrei persa se non avessi incontrato Gaetano Di Vaio, il quale ha creduto fermamente nel progetto fin dall’inizio. Abbiamo poi coinvolto Francesco Di Leva – già David di Donatello e anima del NEST – , che ci è sembrato fin da subito perfetto per il ruolo del protagonista. Francesco ha portato al personaggio una profondità e un’intensità che hanno davvero dato vita alla mia visione”.
Produttore, regista e protagonista che a modo loro vivono l’arte come missione politica e civile, oltre che artistica.
“Il contributo di Gaetano DI Vaio non si è fermato alla produzione. Ha partecipato attivamente anche come attore, donando al film il suo talento e la sua anima. Purtroppo, è stato il suo ultimo ruolo prima della prematura scomparsa. Il film è un omaggio alla sua visione artistica e alla sua generosità umana e anche allo straordinario contributo che ha dato al cinema italiano. Lo dedico a lui, con profonda gratitudine per tutto quello che ha fatto. Sono particolarmente emozionato di condividere con The Hollywood Reporter Roma, in anteprima, una clip del film che vede proprio Gaetano protagonista. È un momento speciale e significativo, un modo per onorare la sua memoria. Spero che il pubblico possa apprezzare il lavoro e la passione che tutti noi abbiamo messo in questo progetto”.
Fa male vedere la vitalità di un uomo meraviglioso e geniale mentre tutti noi ancora lo piangiamo. Mancherà a Napoli, al cinema, oltre che alla sua meravigliosa famiglia: quella di sangue e quella di cinema. Tale era, tanto che prima di chiamarsi Bronx Film, la sua casa di produzione nasceva come Figli del Bronx.
Ce lo immaginiamo in Cina, a conquistare un nuovo pubblico. In qualche modo ci andrà lo stesso, Gaetano.
Glory Hole, la trama e il cast
Arriva, in anteprima mondiale, l’esordio da regista di finzione di Romano Montesarchio nella sezione Panorama della 26° edizione dello Shanghai international Film Festival 2024, che si terrà dal 14 al 23 giugno. Il film è ambientato quasi interamente in un bunker e narra la parabola criminale di uomo e la sua incapacità di amare e rapportarsi alla bellezza. Silvestro (magistralmente interpretato da Francesco Di Leva), un colletto bianco della camorra, incrocia la bellezza nello sguardo di Alba (Mariacarla Casillo), figlia del boss per cui lavora (Gaetano Di Vaio).
Un incontro fatale che spinge l’uomo, incapace di commisurarsi con la purezza dell’amore della ragazza, a compiere un atto irreparabile. Per salvarsi, Silvestro con la complicità di un prete in crisi (Mario Pirrello) e un eccentrico proprietario di club privé (Roberto De Francesco), suoi amici di d’infanzia, deve rintanarsi in un bunker sotterraneo. In questo luogo oscuro, tra allucinazioni e ricordi, sarà̀ costretto, a fare i con? con il suo passato e con i suoi sensi di colpa, comprendendo che è possibile sfuggire a tutto tranne che a sé stessi.
Un buco nero, un microcosmo inviolabile che offre rifugio e possibilità d’azione ai boss nonostante la latitanza. Diventa una prigione in cui il protagonista viene invaso, sfidato, lacerato dai suoi sogni e le sue visioni, una luce abbagliante nell’oscurità di quella gabbia.
Glory hole è prodotto da Giovanna Crispino e Gaetano Di Vaio per Bronx Film, Minerva Pictures, Eskimo, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura (Direzione generale Cinema), della Regione Campania e della Fondazione Film Commission Campania. La fotografia è di Marco Vieille Rivara, il montaggio di Davide Franco, le scenografie di Massimiliano Forlenza e le musiche del maestro Mario Tronco.
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