Glory Hole: il film di Romano Montesarchio in anteprima mondiale a Shanghai – La clip in esclusiva

Il regista napoletano, autore di documentari come Ritratti abusivi e docuserie come Black Mafia, esordisce nella finzione con un melodramma di camorra, un love crime intimista, che conquista la selezione, nella sezione Focus Italia, dello Shanghai International Film Festival in anteprima mondiale. E regala a The Hollywood Reporter Roma una clip in esclusiva dove si vede l'ultima apparizione cinematografica del produttore recentemente scomparso Gaetano Di Vaio

Casal di Principe, Caserta e Napoli. Il triangolo delle Bermude della camorra. Glory Hole racconta (anche) questo, un fetta di territorio campano che ha in sé eccellenze – artistiche e sportive, per citarne un paio – ma anche una rete di criminalità organizzate e ferocissime che hanno avvelenato, letteralmente e metaforicamente, un popolo.

Da Casal di Principe è partita la fatwa del Sistema contro Roberto Saviano, Caserta e Napoli sono due delle basi economiche e “politiche” della camorra.

Ma Glory Hole di Romano Montesarchio, che vedrà il 20 giugno la sua proiezione in anteprima mondiale allo Shanghai International Film Festival è soprattutto un melodramma intimista, la prima prova di finzione di un regista, Romano Montesarchio, che quella terra l’ha indagata da documentarista, con rigore e passione.

La locandina del primo film di finzione di Romano Montesarchio, Glory Hole, selezionato allo 26°Shangai International Film Festival

La locandina del primo film di finzione di Romano Montesarchio, Glory Hole, selezionato allo 26°Shangai International Film Festival

La stessa (terra, e passione) che condivideva con il produttore, ma per lui anche amico e sodale, Gaetano Di Vaio.

Un uomo straordinario che quel veleno lo aveva assaggiato, ne aveva pagato le conseguenze, e aveva saputo sconfiggerlo e riscattarsi. Con il cinema, diventando la voce degli ultimi, degli indipendenti, dei talenti che altri ignoravano.

Gaetano Di Vaio, l’ultimo film da produttore e attore

“Quando ho iniziato a lavorare a questo film alcuni anni fa, sapevo che sarebbe stata una sfida, date le sue caratteristiche poco commerciali. E questa sfida l’avrei persa se non avessi incontrato Gaetano Di Vaio, il quale ha creduto fermamente nel progetto fin dall’inizio.  Abbiamo poi coinvolto Francesco Di Leva – già David di Donatello e anima del NEST – , che ci è sembrato fin da subito perfetto per il ruolo del protagonista. Francesco ha portato al personaggio una profondità e un’intensità che hanno davvero dato vita alla mia visione”.

Produttore, regista e protagonista che a modo loro vivono l’arte come missione politica e civile, oltre che artistica.

“Il contributo di Gaetano DI Vaio non si è fermato alla produzione. Ha partecipato attivamente anche come attore, donando al film il suo talento e la sua anima. Purtroppo, è stato il suo ultimo ruolo prima della prematura scomparsa. Il film è un omaggio alla sua visione artistica e alla sua generosità umana e anche allo straordinario contributo che ha dato al cinema italiano. Lo dedico a lui, con profonda gratitudine per tutto quello che ha fatto. Sono particolarmente emozionato di condividere con The Hollywood Reporter Roma, in anteprima, una clip del film che vede proprio Gaetano protagonista. È un momento speciale e significativo, un modo per onorare la sua memoria. Spero che il pubblico possa apprezzare il lavoro e la passione che tutti noi abbiamo messo in questo progetto”.

Gaetano Di Vaio, produttore e attore di Glory Hole, scomparso tragicamente a soli 56 anni il 22 maggio 2024. Qui interpreta un boss, padre della ragazza di cui si innamora la protagonista

Gaetano Di Vaio, produttore e attore di Glory Hole, scomparso tragicamente a soli 56 anni il 22 maggio 2024. Qui interpreta un boss, padre della ragazza di cui si innamora la protagonista

Fa male vedere la vitalità di un uomo meraviglioso e geniale mentre tutti noi ancora lo piangiamo. Mancherà a Napoli, al cinema, oltre che alla sua meravigliosa famiglia: quella di sangue e quella di cinema. Tale era, tanto che prima di chiamarsi Bronx Film, la sua casa di produzione nasceva come Figli del Bronx.

Ce lo immaginiamo in Cina, a conquistare un nuovo pubblico. In qualche modo ci andrà lo stesso, Gaetano.

Glory Hole, la trama e il cast

Arriva, in anteprima mondiale, l’esordio da regista di finzione di Romano Montesarchio nella sezione Panorama della 26° edizione dello Shanghai international Film Festival 2024, che si terrà dal 14 al 23 giugno. Il film è ambientato quasi interamente in un bunker e narra la parabola criminale di uomo e la sua incapacità di amare e rapportarsi alla bellezza. Silvestro (magistralmente interpretato da Francesco Di Leva), un colletto bianco della camorra, incrocia la bellezza nello sguardo di Alba (Mariacarla Casillo), figlia del boss per cui lavora (Gaetano Di Vaio).

Un incontro fatale che spinge l’uomo, incapace di commisurarsi con la purezza dell’amore della ragazza, a compiere un atto irreparabile. Per salvarsi, Silvestro con la complicità di un prete in crisi (Mario Pirrello) e un eccentrico proprietario di club privé (Roberto De Francesco), suoi amici di d’infanzia, deve rintanarsi in un bunker sotterraneo. In questo luogo oscuro, tra allucinazioni e ricordi, sarà̀ costretto, a fare i con? con il suo passato e con i suoi sensi di colpa, comprendendo che è possibile sfuggire a tutto tranne che a sé stessi.

Roberto De Francesco nel backstage di una scena di Glory Hole

Roberto De Francesco nel backstage di una scena di Glory Hole

“Come regista – prosegue Montesarchio – ho sempre trovato irresistibile l’enigma che avvolge la vita di un latitante recluso nel suo bunker. In questo scenario claustrofobico, si sprigiona un’occasione unica per scavare a fondo nell’animo umano, indagando le sue fragilità e le sue debolezze più intime. L’isolamento amplifica ogni emozione, ogni pensiero. La solitudine diventa un terreno fertile per l’introspezione, ma anche per la follia. Il confine tra realtà e immaginazione si assottiglia, lasciando spazio a dubbi e tormenti interiori”.
Questo rappresenta un’incredibile occasione di rivoluzionare la sua arte, per il cineasta, che abbandona lo stile realistico, documentaristico, per uno visionario, sperimentale, onirico.
“Collaborando con i miei co-sceneggiatori Edgardo Pistone e Stefano Russo, abbiamo lavorato con grande meticolosità per ricreare un mondo che fosse allo stesso tempo realistico e simbolico. Questo approccio ci ha permesso di portare lo spettatore direttamente nella mente del protagonista, facendogli vivere in prima persona le sue paure, le sue ossessioni e la sua lenta e inesorabile discesa nell’oscurità”.
Un film pieno di materia e astrazione, di realtà e incubo, dello squallore di un bunker e della bellezza di un amore a suo modo puro, si racchiude in un titolo che è a suo modo epico nelle parole che lo compone e allo stesso tempo “basso” nel suo significato. “Il titolo del film si ispira alla pratica sessuale del glory hole che, con la sua promessa di anonimato e intimità senza volto, rappresenta una dimensione di interazione umana priva di identità, nella quale un buco diventa l’unico spazio condiviso dagli individui coinvolti, escludendo qualsiasi vera connessione emotiva o spirituale. Il buco è il rifugio di chi, come il protagonista, teme di esporsi e preferisce l’anonimato alla vulnerabilità, l’intimità mercificata all’autenticità”.
Francesco Di Leva guarda attraverso il suo... glory hole

Francesco Di Leva guarda attraverso il suo… glory hole

Un buco nero, un microcosmo inviolabile che offre rifugio e possibilità d’azione ai boss nonostante la latitanza. Diventa una prigione in cui il protagonista viene invaso, sfidato, lacerato dai suoi sogni e le sue visioni, una luce abbagliante nell’oscurità di quella gabbia.

Glory hole è prodotto da Giovanna Crispino e Gaetano Di Vaio per Bronx Film, Minerva Pictures, Eskimo, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura (Direzione generale Cinema), della Regione Campania e della Fondazione Film Commission Campania. La fotografia è di Marco Vieille Rivara, il montaggio di Davide Franco, le scenografie di Massimiliano Forlenza e le musiche del maestro Mario Tronco.

Romano Montesarchio dà le ultime indicazioni prima del Ciak a Francesco Di Leva

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