Elemental è il 27esimo film della casa Pixar. La pellicola è diretta da Peter Sohn, già dietro alla macchina da presa per Il viaggio di Arlo, uscito nel 2015. Il soggetto dell’opera è stato ideato dal regista stesso, insieme a John Hoberg, Kat Likkel e Brenda Hsueh, anche alla stesura della sceneggiatura. Il film arriva nelle sale italiane il 21 giugno, dopo il passaggio in anteprima mondiale allo scorso Festival di Cannes.
La storia è quella di Ember, ragazza di fuoco dall’ira facile, e Wade, acquatico dall’animo sensibile. I due, che non possono toccarsi, riescono a trovare la maniera di convivere e instaurare una relazione a Elemental City, metropoli fondata sui quattro elementi principali (acqua, fuoco, aria, terra), in cui cercheranno di trovare il proprio posto.
Elemental, intervista al regista Peter Sohn
Elemental è un racconto sul confronto tra generazioni e, soprattutto, sul sacrificio. Quello che i genitori compiono per migliorare la vita dei propri figli, i quali a propria volta desiderano soltanto riuscire a renderli fieri. Discorso che nel film si articola attraverso la tematica dell’immigrazione, rappresentata in particolare dal popolo del fuoco posto ai confini della città, che ha trovato il modo di edificare la propria comunità.
Un luogo che prende ispirazione da New Yok, una città in cui “se sei felice, ti fa sentire ancora più felice, se invece sei triste ti fa sentire completamente solo”, afferma Sohn. Un senso di connessione che è il medesimo che il regista ha cercato di trasmettere con l’animazione di Elemental, oltre che col legame che i personaggi vanno instaurando, tra di loro e con il pubblico. Grazie soprattutto a un protagonista come Wade, che può contribuire a sviluppare una grande empatia, esattamente come è in grado di fare il cinema. Parola di Peter Sohn.
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