The Animal Kingdom è una fotografia di un’Europa divisa. Dove gli esseri umani sono animali terribili

L'opera seconda di Thomas Cailley, dal 13 giugno nelle sale italiane, inserisce piccoli elementi di fantascienza in una storia alla X-Men, ma con la sensibilità tematica del cinema francese. E rimettendo in discussione il concetto di umanità

Gli umani si stanno trasformando in animali. A causarlo è una mutazione, sconosciuta, probabilmente incurabile. E la gente ha paura, di ciò che non conosce e non comprende. La situazione è critica per la società francese, i medici non riescono a capire cosa stia succedendo e come si possa fermare questa mutazione, che una volta completa conduce gli individui a dimenticare la loro vita precedente.

Nel traffico, il rumore sordo delle lamiere di un’ambulanza divelte da una creatura metà umana e metà uccello attira l’attenzione di Émile (Paul Kircher) e di suo padre François (Romain Duris), provato dalla condizione di sua moglie, che ha contratto la mutazione qualche tempo prima, e che tra poco sarà trasferita in un paesino fuori città dove governo e autorità hanno costruito una gigantesca struttura per ospitare le persone mutate.

Una prigione, praticamente, dove rinchiudere tutti a chiave in attesa di capire, forse, come integrare questa nuova “normalità” nella propria vita. E mentre costeggiano il muro, François ed Émile notano scritte intimidatorie. Insulti che non sono tanto rivolti contro la costruzione in sé, che invece dovrebbe destare più di un problema (parallelismo con i Centri per il Rimpatrio voluto). Bensì alle persone che saranno rinchiuse in quel disumano zoo di cemento.

Un’Europa divisa

The Animal Kingdom, ora nelle sale e vincitore di cinque premi César, è come idea molto simile agli X-Men, ma con una diversa declinazione e profondità. Più “francese”, per così dire. Una direzione, quella del regista Thomas Cailley (che ha firmato la sceneggiatura insieme a Pauline Munier) che dosa la fantascienza nel reale quotidiano, fotografando politicamente una società francese divisa, e di riflesso un’Europa vittima di se stessa e delle sua idiosincrasie in un mondo post-pandemia.

The Animal Kingdom

Commento breve Gli esseri umani sono più animali degli animali stessi
Data di uscita: 13/06/2024
Cast: Paul Kircher, Romain Duris, Adèle Exarchopoulos
Regista: Thomas Cailley
Sceneggiatori: Thomas Cailley, Pauline Munier
Durata: 128 minuti

Perché il film non è solo una storia di accettazione o di paura del diverso, che è una retorica che permette alle ultra-destre cavalcate elettorali imbarazzanti. Ma è un film che – in primis – cerca di riflettere sul rapporto con la feralità insita nell’essere umano, e sul suo conseguente rapporto con la natura. Una violenza più evidente in chi odia le persone colpite dalla mutazione piuttosto che nei mutati stessi: un tentativo forse di rimettere in discussione quel concetto di umanità che la fantascienza distopica adora distruggere e ricomporre come un set della Lego.

The Animal Kindgom, un promemoria

Mentre il convoglio che trasporta, tra gli altri, anche la madre del giovane Émile si ribalta in un brutale incidente, alcune persone mutate si liberano nella natura, e la paura degli abitanti del paesino è fuori controllo: fucile sottobraccio, sono armati solo di cattive intenzioni. E mentre diventa difficile nascondere questo lato della loro famiglia in un’ambiente difficile, i primi sintomi della mutazione colpiscono Émile.

Lì il giovane conosce altre persone mutate che hanno trovato rifugio nei boschi, e comincia quindi il percorso (doloroso) di accettazione del suo nuovo corpo, cercando di ritrovare qualche grado di una libertà costantemente minacciata dai locali e dalle forze dell’ordine.

Cailley apre tanti “fronti” tematici e li tratta con grande delicatezza e dovizia di particolari, portando l’aspetto visivo del film quasi ad apici degni di Cronenberg, al body horror necessario a capire la mutazione e al cambiamento nella relazione che i colpiti hanno con il proprio corpo. Una regia delicata ed entusiasta, che si apre al grande pubblico con un film di genere molto particolare, che magari non è niente di nuovo ma che è forse più attaccato alla nostra realtà politica rispetto a tanti film che fanno dell’attualità il loro tema cardine.

The Animal Kingdom si erge a promemoria: gli esseri umani sono animali terribili, più degli animali stessi.