Jude Law torna a Venezia con un poliziesco dalle sfumature politiche che riapre un capitolo oscuro della storia americana

Il film di Justin Kurzel fa eco alle elezioni statunitensi di novembre.

Arriva in concorso alla Mostra del Cinema The Order del regista australiano Justin Kurzel con un cast che include Jude Law, Tye Sheridan e Nicolas Hoult. Il film si ispira alla storia vera di un gruppo di neonazisti e suprematisti bianchi che negli anni ottanta cercò di attentare contro la democrazia ed è tratto dal libro The Silent Brotherhood di Kevin Flynn e Gary Gerhardt.

Scena del film “The Order”. Foto @La Biennale

Jude Law, nel film l’agente dell’FBI Terry Husk, è il classico poliziotto della provincia americana coi baffi a manubrio, un po’ scontroso e dal cuore tenero. Eroe tipico della tradizione americana, deve sgominare una banda di terroristi nazisti che fanno capo alla figura carismatica di Bob Matthews (Nicolas Hoult). 

Jude Law in Conferenza Stampa alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, 2024. Foto @THR

Law arriva in conferenza stampa con una certa alterigia e il muso lungo. Ancora bellissimo, con il capello ingelatinato, gli occhi del colore mare e il portamento di un divo di calibro, inizia rispondendo male alla domanda apparentemente innocua di un giornalista che gli chiede come si comporterebbe se incontrasse di persona un estremista.

“Il film parla da sé” taglia a corto. La tensione resta alta durante l’intera conferenza e si limita a pochi interventi.

E mentre sulle incalzanti domande della stampa sul legame con la storia raccontata e quella più recente dell’attentato a Capitol Hill, il regista Justin Kurzel riesce a mantenere una posizione diplomatica perchè, sì offre parallelismi con il presente ed è forse il seme di quello che accade oggi, ma gli estremismi non riguardano solo gli Stati Uniti secondo lui.

Scena del film “The Order”. Foto @La Biennale

Jude Law, invece, che è pure produttore del film, dice pero’ che “questo è un film che oggi è molto rilevante, tristemente.” E aggiunge, con un chiaro riferimento al populismo di Donald Trump e l’estrema destra in America oggi:
“È sempre interessante trovare un pezzo del relativo passato che abbia qualche relazione con il presente.”

Nicholas Hoult in una scena del film “The Order”. Foto @La Biennale

Molto serio anche Nicolas Hoult quando spiega come i leader carismatici facciano leva sulla debolezza di disadattati, solitari e infelici.

Soltanto l’intervento della giornalista australiana Helen Barlow, nota nel circuito festivaliero per la sua impertinenza, riporta un po’ di allegria. 

Stavolta secondo la giornalista, che aveva fatto notizia anche durante il festival di Cannes quando sottolineava ad Harrison Ford che nonostante l’età fosse ancora parecchio prestante, ha chiesto a Jude Law come si è sentito a non essere per una volta il più bello, dovendo competere coi più giovani con quella pancia e quei baffoni. Allora finalmente ha scucito all’attore un irresistibile sorriso. Meno male!

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