Los Angeles brucia e divampano gli incendi per complottisti

Mentre Gli incendi stanno causando una devastazione terrificante del territorio le derive sui social media mettono a repentaglio la democrazia. Il fascino della teoria del complotto non conosce affiliazione politica

Quando gli uragani Milton e Helene hanno devastato il Sud-Est lo scorso autunno, l’amministratrice della FEMA, Deanne Criswell, ha dichiarato di temere che un nuovo livello di disinformazione stesse prendendo piede.
“È assolutamente il peggiore che abbia mai visto”, ha detto ai giornalisti, mentre i teorici del complotto sostenevano che la sua agenzia preferita stesse improvvisamente trattenendo i residenti in tende, salvando solo persone transgender, non salvando i bianchi, chiedendo che tutti i fondi di aiuto venissero restituiti con interessi e diffondendo altre assurdità palesi sui social.

Criswell avrebbe forse dovuto conservare i superlativi per il mese gennaio 2025. Gli incendi che attualmente stanno devastando le case dei professionisti dell’industria dell’intrattenimento (e di un numero ben maggiore di comuni abitanti di Los Angeles), hanno scatenato un torrente di commenti oltraggiosi che si sono moltiplicati con una velocità sconcertante. Offrire loro una piattaforma non servirebbe a nulla. Basti dire che non ci sono prove credibili che gli incendi siano stati appiccati da eco-terroristi per attirare l’attenzione sul cambiamento climatico; che la tragedia sia stata aggravata da enormi tagli di bilancio al LAFD (il budget del dipartimento dei Vigili del Fuoco di Los Angeles è stato ridotto di un misero 2% nell’ultimo ciclo); che l’efficacia del LAFD sia stata compromessa perché troppo impegnato a inviare rifornimenti in Ucraina (il cavallo di battaglia di Donald Trump Jr.); o che i tentativi del governatore Gavin Newsom di salvare un pesce abbiano causato una carenza d’acqua (la teoria preferita di Donald Trump Sr.).

La diffusione di queste informazioni fantasiose non sono state limitate sul fronte degli slogan politici come il MAGA (Make America Great Again); Scott Jennings, stratega repubblicano moderato, è riuscito a collegare la devastazione al reclutamento DEI (Diversità, Equità e Inclusione) nel LAFD, durante un intervento su CNN mercoledì sera. (La sua teoria è stata prontamente smentita nel panel.) Neanche la sinistra americana è immune dalle fantasie. Alcuni liberali upper-middle-class della comunità dello spettacolo di L.A. stanno silenziosamente avanzando l’ipotesi di un piano incendiario in stile Guy Fawkes, citando, tra le altre cose, la storia spesso ripetuta da Joe Rogan secondo cui un vigile del fuoco una volta gli avrebbe detto che “con il vento giusto” un giorno L.A. sarebbe stata distrutta.

Rogan ha raccontato questa storia anche a Quentin Tarantino il mese scorso, e alcuni tra le élite l’hanno interpretata come un segnale per un attacco contro i ricchi, anche se non esiste alcuna prova a sostegno di questa idea. Rogan sembrava solo fare un po’ di catastrofismo giocoso e provocare dolcemente Hollywood, come fa sempre. Giovedì sera l’LAPD stava lavorando sulla teoria che l’incendio denominato Kenneth Fire, fosse stato il risultato di un’azione dolosa e il dipartimento avrebbe arrestato una persona potenzialmente coinvolta. Al momento non è stato raccolto ancora nessun  indizio che faccia pensare ad  una guerra tra classi. Gli esperti dicono da tempo che i piromani agiscono per patologie personali, non per rabbia politica.

Questo non ha impedito ad alcuni esponenti di Hollywood di diffondere la teoria attraverso messaggi su gruppi WhatsApp e chat. Forse è solo il nervosismo dell’establishment in un mondo di “ex-papponi”, ma tutto questo dimostra una cosa: il fascino della teoria del complotto non conosce affiliazione politica.

Per lo meno, finora non ci sono stati molti deepfake creati con l’IA. D’altronde, quando il contesto è così drammatico e le scene strazianti di distruzione apocalittica sono vere,  non serve fabbricare immagini per trasmettere un messaggio. Basta aggiungere didascalie assurde alle immagini esistenti.

I disastri naturali hanno sempre attratto i fanatici. Senza un chiaro antagonista, come in un attacco terroristico, questi eventi si prestano a finzioni costruite. Ma sarebbe giusto sospettare che qualcosa sia cambiato negli ultimi anni.

Nel 2005, l’uragano Katrina suscitò molte accuse e richieste di responsabilità. Ma la velocità, l’ampiezza e la profondità delle accuse di oggi sono nuove; ciò che decenni fa era una ricerca onesta, seppur accesa, di responsabilità nei disastri naturali, si è trasformato in qualcosa di molto più selvaggio e maligno. Gli incendi a Maui nell’estate del 2023 hanno portato a una raffica di teorie assurde su un laser a “energia diretta”, che si sono intrecciate con quelle su Helene nel 2024 e ora si fondono con le favole della California meridionale su droni ucraini e ordini segreti di Greta Thunberg.

Queste assurdità, spesso servono hanno uno scopo preciso, soprattutto a destra: aiutare politici e movimenti a guadagnare punti con il proprio zoccolo duro. Queste informazioni sono alla base  del nutrimento di una macchina che deve sempre mantenere i suoi seguaci agitati e un nemico nel mirino.

Ciò che stiamo osservando non è altro che l’arma della tragedia, un espansione del dolore personale a fini politici. Alimentati da un sistema social ottimizzato per l’indignazione e dalla rimozione dei suoi freni istituzionali (Ecc , Meta!), i leader manipolano il sistema per il proprio tornaconto, sia che si tratti di allentare le regolamentazioni ambientali (il chiaro obiettivo della storia del pesce), di evitare l’erogazione di fondi di aiuto (un vero problema quando Trump entrerà in carica tra 10 giorni), o semplicemente di screditare un odiato funzionario eletto dall’altra parte.

Le soluzioni scarseggiano, soprattutto mentre, nella piazza pubblica un tempo robusta di Twitter (ora X), Elon Musk continua a spalancare le porte agli artefici di disinformazione. (Musk ha regolarmente sostenuto la teoria di Newsom e del pesce.)

Geoff Dancy, professore di scienze politiche all’Università di Toronto, che ha studiato le teorie del complotto per gran parte della sua carriera, ha affermato che i teorici del complotto reagiscono più emotivamente che intellettualmente, motivo per cui rispondere con i fatti generalmente non funziona (e potrebbe peggiorare la situazione; più ricevono opposizioni, più si rafforza la loro convinzione che ci sia qualcosa di nascosto).

Anche chi ha studiato gli incendi boschivi, dice che questi eventi si prestano particolarmente bene alle teorie del complotto. Lucy Walker, regista documentarista vincitrice di un Oscar, che qualche anno fa ha realizzato il film sugli incendi Bring Your Own Brigade, ha dichiarato che ormai sono una caratteristica quasi scontata di questi eventi.
“Ho parlato con più sopravvissuti agli incendi di chiunque altro, perché ho passato diversi anni a realizzare il mio documentario”, ha detto Walker quando le ho scritto per chiederle un commento. “Ero sbalordita quando persone apparentemente razionali mi raccontavano teorie insensate su raggi alieni o altre assurdità.”

“In parte si può spiegare col fatto che gli algoritmi promuovono posizioni contrarie,” ha detto. “Ma penso sia interessante anche chiedersi se alcune persone non abbiano bisogno di protezione, perché stanno davvero lottando contro l’orrore assoluto di queste situazioni.”

Walker ha aggiunto che, almeno per quanto riguarda i civili, il beneficio del dubbio è dovuto. “Credo che molte persone siano in stato di shock e lutto, e la rabbia è notoriamente una delle fasi del lutto, che può portare a incolpare altri. È difficile accettare  la verità e il quadro generale, specialmente quando è estremamente scomodo affrontare il fatto che è rischioso vivere in queste aree bellissime che amiamo tanto. … Spero che potremmo essere più compassionevoli gli uni con gli altri invece di creare ulteriore stress”

Speriamo che questo potrà essere la strada migliore . Purtroppo le  teorie complottiste hanno conseguenze nel mondo reale, e se un funzionario pubblico che sta disperatamente cercando di risolvere un problema, il tutto viene aggravato dalla pressione di una folla complottista in stile Trump. Se poi queste teorie vengono usate per ridurre gli aiuti allora è impossibile  considerarle innocue.

Se c’è un piccolo conforto da trarre da tutto ciò, è che mentre gli strumenti e la velocità sono nuovi, le motivazioni non lo sono. Chiedete a un qualsiasi studente di storia cosa abbia causato il grande incendio di Chicago del 1871, che distrusse gran parte della città, e vi risponderà con la mucca della signora O’Leary, che avrebbe rovesciato una lanterna dando fuoco alla città. La storia è in realtà palesemente falsa. L’incendio iniziò nella zona vicino al suo fienile, probabilmente a causa di qualcun altro, e un giornalista ha rapidamente ammesso di aver inventato il dettaglio della mucca per rendere la storia più interessante.

Per di più, la signora O’Leary era irlandese, un gruppo etnico demonizzato all’epoca in città, e incolparla animava il bisogno populista nel trovare un colpevole; era l’assunzione DEI del suo tempo.

Ahimè, con l’aumento dei disastri climatici estremi e le condizioni sociali e mediatiche sempre più adatte all’istigazione, queste teorie di demonizzazione probabilmente si intensificheranno nei prossimi anni. I cattivi attori che creano caos con false informazioni, a quanto pare, possono essere un’altra miccia pronta a esplodere.