Si è tenuta ieri sera, 18 giugno, la cerimonia di premiazione della terza edizione di Becoming Maestre, l’iniziativa di mentoring e accesso al lavoro rivolta al talento femminile italiano nell’audiovisivo. Promossa da Netflix e dall’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, Becoming Maestre si propone di formare (e premiare) ventiquattro giovani talenti femminili nel settore. L’iniziativa ha visto la partecipazione di mentori del calibro di Francesca Archibugi e Walter Fasano, ma anche Alice Urciuolo e Esmeralda Calabria. E ancora Ivan Cotroneo, Matteo Rovere, Jasmine Trinca e Paola Cortellesi.
Il progetto Becoming Maestre nasce nel periodo del post-Covid, dalla consapevolezza dell’importanza di ampliare le opportunità e valorizzare il talento femminile nell’industria, promuovendo l’inclusione e creando nuove occasioni di crescita e formazione. Lo racconta Piera De Tassis, presidente dell’Accademia del Cinema Italiano e fautrice, insieme a Tinny Andreatta, vicepresidente contenuti italiani di Netflix, della lodevole iniziativa. De Tassis definisce il progetto “un grande insegnamento a proposito di ‘restituzione’. Ed è durante il periodo del Covid che, riflettendo sul gender gap, mi sono chiesta: ma perché si parla sempre di maestri, e mai di maestre? Abbiamo iniziato a lavorarci e questo, oggi, è il risultato e la prova che bisogna inseguire i propri sogni, anche se sembra retorico dirlo”.
Quattro gli ambiti – regia, direzione della fotografia, suono e montaggio – per un totale, appunto, di ventiquattro ragazze che hanno seguito un percorso di formazione, accompagnate da due mentori per categoria. Dopo sei mesi di tutoraggio, composti da insegnamenti collettivi e individuali, masterclass ed esercizi pratici specializzati, Becoming Maestre ha diplomato le sue partecipanti, e decretato le sue vincitrici.
I cortometraggi di Becoming Maestre
Sei i cortometraggi presentati come prodotto finale, ma un solo fil rouge: l’ultima volta. Il tema, come spesso accade con la creatività, non è stato però vincolante per le professioniste, che hanno spaziato tra argomenti molto diversi tra loro. C’è Alfredo, il cortometraggio dedicato alla morte di un fratello “stronzo e sadico”. Bacialè, incentrato sull’attività di vendita delle contadine del sud ad abbienti uomini del nord. E ancora Goodbye Pig, il racconto dell’ultimo (forse) giorno di un maiale. Prima delle nuvole, che esplora un mondo in cui in modo “del tutto naturale” qualsiasi elemento della natura può diventare qualcos’altro; Facciamo che siamo marito e moglie, un corto sul gioco di due bambine. E poi, infine, Il mio fantasma, che racconta di come “tutti ti abbandonino tranne i ricordi”.
Ogni cortometraggio è stato realizzato con un budget simbolico: l’obiettivo era soprattutto lavorare in gruppo e applicare i consigli e gli insegnamenti dei mentori. Ciononostante, Becoming Maestre è un gioco, oltre che una scuola. E proprio per questo, alla vincitrice di ciascuna delle quattro categorie è stata fatta una proposta: ognuna di loro potrà lavorare come assistente in una produzione italiana in cui Netflix è coinvolta.
Le vincitrici e le dichiarazioni dei mentori
Il cortometraggio Il mio fantasma di Carlotta Maria Correra, Maddalena Oberti, Lea Gudelij e Irene Grosso con protagonista Martina Gatti (Skam, Un’estate fa) si è aggiudicato tre premi su quattro, per regia, fotografia e suono. Il corto esplora l’elaborazione del lutto – sia esso della fine di una relazione o di una scomparsa. Il punto di vista del Il mio fantasma, infatti, è cosa significhi perdere la persona amata prima del proprio tempo. Premiata invece Elisa Regina D’Angelo per il montaggio del corto Goodbye Pig, che racconta il mondo attraverso gli occhi un maiale ispanico catapultato nel nostro Paese.
Lo stesso Ivan Cotroneo, tra i premiatori, ha definito l’esperienza di Becoming Maestre come “autentica e necessaria”. Le professioniste che si sono formate rappresentano un’alternativa necessaria, appunto, al gender gap che vige nel nostro Paese, e una speranza di colmarlo. Ha aggiunto Tinny Andreatta: “È emozionante vedere sbocciare il talento. Le professioniste hanno affrontato temi difficili, che toccano l’anima e che rappresentano lo spirito dell’iniziativa. Che consiste non solo nell’individuare talento, ma anche nell’esporsi al pubblico e fare rete. Noi crediamo in questo progetto, e continueremo a farlo crescere”.
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