In Turchia c’è anche il cinema tra le macerie

Medicine, cibo, vestiti contro il freddo. E aiuti finanziari da Netflix. Così l'industria del cinema aiuta la Turchia dopo il terremoto

Lo specchio del bagno che affiora tra le macerie con lo spazzolino nel bicchiere. Il cassetto intatto per miracolo del comodino sbriciolato. Case, madri, padri, figli. Tutto spazzato via. Tra i calcinacci di Hatay, provincia nel sud della Turchia devastata dal terremoto, spuntano anche un ciak e i pezzi di una scenografia, brandelli di teli verdi per gli sfondi. Nella zona c’erano dei set cinematografici attivi, ora le troupe sopravvissute, con annessi i camion del cinema, sono al lavoro al fianco degli uomini e delle donne della protezione civile, in aiuto degli oltre 5 milioni di sfollati.

Altre roulotte arrivano da più lontano, tra ponti saltati e strade distrutte che impongono deviazioni di ore. Hanno aderito alla campagna “fermiamo i set”, lanciata dalle maggiori società di produzione e dagli attori più popolari, come Demet Ozdemir. Mettono a disposizione bagni, cibo, elettricità. E mani per scavare sotto le macerie tentando di fermare la tragica conta dei morti.

Per Orhan Pamuk, scrittore turco premio Nobel, le immagini e i video della terra squarciata e dei palazzi sbriciolati nel suo Paese e in Siria sono quasi insostenibili da vedere, gli ricordano l’antico male dell’Anatolia, la terra dei terremoti. Un video di una bambina intrappolata sotto le macerie gli è rimasto impresso: “La ragazza con gli occhi tristi deve avere circa 10 o 12 anni. Si muove a malapena mentre fissa la fotocamera del cellulare. Ogni volta che si muove, i suoi gesti diventano più lenti”, scrive Pamuk nel suo editoriale sul New York Times. Il video termina quando l’uomo che filma dice che va a cercare aiuto, ma il destino della bambina rimane sconosciuto.

La campagna del cinema “fermiamo i set”

Le organizzazioni del settore, insieme al Sindacato del Cinema e della Televisione, hanno lanciato la campagna “fermiamo i set” e sui social media anche molti attori famosi, come Pınar Deniz e Demet Ozdemir, hanno condiviso lo slogan. Sono più di 6 mila i camion inviati dai produttori delle serie televisive nelle aree critiche, compresi quelli che erano già nella zona a girare. Roulotte con cucina e bagno all’interno, generatori di energia, attrezzature per l’illuminazione, pile e costumi di scena, soprattutto invernali, per contrastare il freddo. Se bisognerà aspettare per osservare l’impatto del terremoto sull’industria del cinema e delle serie tv turche, che ha rappresentato un solido nucleo in un contesto economico invece di profonda crisi per la Turchia, con un’inflazione annua superiore all’80%, la solidarietà delle case di produzione è già misurabile.

I camion delle tre principali società di produzione Med Yapım, MF Yapım e NTC sono stati inviati ad Hatay e hanno fornito supporto con medicine, carburante, cibo e riscaldamento, riferisce critico televisivo Sina Kologlu. Hatay, Maraş e Adıyaman sono le tre regioni in cui il terremoto ha fatto i danni maggiori, luoghi in cui la prima scossa, di magnitudo 7,8 della scala Richter, ha provocato un effetto equivalente all’esplosione di 7,5 milioni di tonnellate di tritolo. Il set di tre serie si trovava proprio ad Hatay: Deceit e Teskilat di Disney Plus e World Changing Ayten di Tims&B.

Gli appelli degli attori durante il terremoto in Turchia

La prima a lanciare un appello è stata Demet Ozdemir, l’attrice nota al pubblico italiano per la serie tv Daydreamer. “Tutti dovrebbero assumersi la responsabilità di aiutare. Soprattutto le grandi aziende, specialmente l’industria cinematografica”, ha scritto l’attrice sul suo profilo Twitter. Anche l’attore Kerem Bursin, protagonista di Love is in the Air, ha chiesto sostegno alla Turchia sui social, condividendo il conto bancario della Dude Association.

Sui social hanno chiesto sostegno per i territori colpiti dal sisma anche numerosi attori di Terra Amara, ambientata ad Adana, una delle città più colpite, tra cui Murat Unalmis (che nella serie interpreta Demir Yaman) e Melike Ipek Yalova (Mujgan). E ancora Tuba Buyukustun, la Suhan di Brave and Beautiful, Ozge Gurel, protagonista di Bitter Sweet e Mr Wrong con Can Yaman, e Serkan Çayoğlu (Cherry Season).

“Non è possibile prevenire il verificarsi dei terremoti, ma è possibile intervenire per ridurre al minimo i danni”, scrive il team della Ihtiyac Haritasi, la “mappa dei bisogni”, di cui fa parte l’attore turco Mert Firat, uno dei talenti più popolari del Paese, noto al pubblico internazionale per i suoi ruoli nel romantico Il sogno della farfalla, nel thriller Pure White e nell’originale turco di Netflix Love 101. Ambasciatore delle Nazioni Unite in Turchia, Firat ha avviato questo progetto per coordinare il lavoro delle autorità pubbliche e delle Ong, identificando i bisogni delle persone nelle diverse regioni.

Aiuti finanziari da Netflix

Le piattaforme digitali in Turchia spiegano una dopo l’altra il loro aiuto ai terremotati. Netflix nella sua dichiarazione assicura: “Usiamo tutte le nostre energie per portare aiuti nelle zone disastrate. Finora, abbiamo consegnato 6 milioni di lire turche di donazioni a enti di beneficenza attraverso i nostri partner del settore. Oltre alle donazioni personali dei nostri dipendenti in tutto il mondo. E la nostra azienda aggiunge il doppio”. Messaggi di solidarietà arrivano anche dalla Universal Cinergía, società che esegue la maggior parte del doppiaggio delle serie turche.

“Abbiamo bisogno del sostegno di tutto il settore creativo”, ha dichiarato Firat. “Solo pochi mesi fa stavamo facendo una campagna per l’Ucraina. Ma ora il nostro ufficio in Ucraina sta facendo campagna per noi”. Le serie tv “possono aspettare”, dicono gli utenti turchi sui social commentando gli slittamenti dei palinsesti ma l’industria cinematografica, nazionale e internazionale, è un valido alleato. “Il settore creativo può sostenerci – prosegue Firat – le serie televisive turche sono viste in più di 120 Paesi e questo è un vantaggio. Abbiamo bisogno che i nostri amici attori e artisti di tutto il mondo raccolgano fondi per sostenere il nostro sforzo”.