Berlino 75: lo European Film Market è diventato un territorio di caccia di nuovi talenti

Nello stupendo Martin Gropius Bau, che ai tempi del muro, cui era attaccato, era un edificio fantasma, ha tra i suoi protagonisti il Torino Film Lab

Come tutto il festival di Berlino, anche l’European Film Market che lo accompagna ha cambiato pelle con il passare degli anni. 

Come è noto, il festival che premia i suoi vincitori con l’Orso d’Oro nasceva nell’immediato dopoguerra come veicolo d’immagine per la parte occidentale della città che sarà a lungo divisa tra l’ovest liberale e l’est comunista, e con il passare degli anni è diventato il posto dove le due cinematografie, quella occidentale e quella orientale, trovavano praticamente l’unico vero punto di contatto. 

Con la caduta del muro e la fine della contrapposizione tra le due Germanie, il festival ha cambiato sede (nella “terra di nessuno” intorno a Potsdammer Platz è stato costruito un intero quartiere finalizzato al nuovo palazzo del cinema dove si svolge il festival e dove si tengono importanti congressi) e ha cambiato anima, diventando il terzo grande festival generalista europeo (dopo Cannes e Venezia), sviluppando ancora di più il suo grande impatto con la città (più di 300.000 biglietti venduti, 60 schermi cittadini coinvolti).

Anche l’European Film Market ha cambiato la sua natura. Oggi non è più il luogo dove i compratori (ma anche gli appassionati) possono vedere ciò che viene prodotto nei paesi dell’Est, perchè non ci sono più barriere esplicite per quelle cinematografie, ma sta perfezionando la sua specializzazione nello sviluppo di coproduzioni soprattutto per quanto riguarda il cinema indipendente europeo. E infatti gli stand che popolano la nuova sede del mercato (il Martin Gropius Bau, stupenda architettura fine Ottocento che era proprio attaccata al muro e che proprio per questo è stata a lungo un fantasma disabitato) sono quasi tutti o di cinematografie nazionali o di piccole case indipendenti di produzione e di distribuzione. 

È difficile incontrare in quel posto i players importanti che invece popolano il Marchè du Film a Cannes: in compenso, non c’è produttore impegnato nel nuovo cinema e nella ricerca di nuovi talenti che non metta nella sua agenda questo appuntamento.

Tra gli italiani più ricercati vanno segnalati gli esponenti del Torino Film Lab. 

Questa struttura, che è nata nel 2008 per un’intuizione dell’allora direttore del Museo Nazionale del Cinema Alberto Barbera, segue di fatto i suoi progetti dal concepimento fino alla loro realizzazione, si rivolge a opere prime e produttori indipendenti un po’ di tutto il mondo e ha in tutti i principali festival presenze importanti di film che portano questo marchio. 

Diretto da Mercedes Fernandez Alonso che coordina un nutrito team tutto al femminile, è uno dei fondi più ricercati dai produttori indipendenti per la sua capacità di essere veramente transnazionale, e la prova è proprio il fatto che i suoi esponenti siano ricercati, braccati, desiderati con un’agenda che è satura di impegni fin dalle prime ore del mattino.