Big Tech Nel Mirino Dei Creativi UK: “Smettete Di Usare Le Nostre Opere Per Addestrare l’IA”

La recente presa di posizione della CRA - Creators Rights Alliance contro l'utilizzo non autorizzato di contenuti protetti da copyright nell'addestramento dell'intelligenza artificiale segna un nuovo capitolo della battaglia per i diritti d'autore nell'era digitale. Registi, scrittori e attori britannici, uniti sotto la bandiera della CRA, si sono schierati contro le big tech (Microsoft, Google, OpenAI, Apple e Meta), rivendicando la necessità di un riconoscimento e di una remunerazione adeguata al lavoro creativo che alimenta i modelli di IA generativa.

Di THR ROMA

Un’iniziativa certamente non isolata che si va a unire alla campagna #DoNotTrainOnMe, alle innumerevoli petizioni online, senza contare le iniziative di IFP (Independent Film Project), Writers Guild of America (WGA) e European Writers’ Council. L’Unione Europea, alla ricerca di un ruolo di leadership mondiale nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, ha posto al centro dell’AI Act la gestione dei rischi e la definizione delle responsabilità, così come aveva precedentemente fatto con il GDPR per la protezione dei dati. Una decisione che ha portato anche l’Italia ad adoperarsi con un nuovo Disegno Di Legge varato il 23 aprile 2024, atto a disciplinare l’intelligenza artificiale.

Malgrado nel nostro paese non siano stati registrati scioperi o iniziative dirette volte a tutelare lo sfruttamento dei contenuti creativi da parte dell’IA, è evidente che esista una crescente consapevolezza delle problematiche legate a questo tema. Risultano sempre più insistenti le pressioni da parte di SIAE nella promozione di una riforma del diritto d’autore che tenga conto delle sfide poste dall’IA, così come le proteste di Federculture e degli attivisti di PauseAI. Secondo la CRA, il problema risiede nell’utilizzo di opere protette da copyright per lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale operativi, come i ‘Large Language Models’. In sostanza, l’associazione chiede alle big tech di pagare i creativi per questo utilizzo o di ottenere il loro consenso, sottolineando che la legge britannica “non permette la copia per tali scopi senza l’esplicito consenso del creatore”.

La questione dell’intelligenza artificiale è diventata un tema centrale fin da quando ha iniziato a dominare l’opinione pubblica, scatenando un’improvvisa corsa alla ricerca di garanzie a tutela dei consumatori, ma non solo. La preoccupazione è cresciuta esponenzialmente tra autori, registi, attori e illustratori, con il 65% degli scrittori britannici che teme una riduzione dei guadagni a causa dell’AI. Casi recenti di furto d’identità digitale, come la clonazione vocale di Stephen Fry e Scarlett Johansson, hanno ulteriormente alimentato l’allarme. La Creators Rights Alliance, che rappresenta oltre 500mila professionisti del settore creativo nel Regno Unito, ha così deciso di dichiarare guerra all’intelligenza artificiale. In una lettera inviata alle big tech, l’organizzazione ha ribadito che i creatori non autorizzano l’utilizzo del proprio lavoro per addestrare i modelli di AI senza un esplicito accordo di licenza. La CRA chiede inoltre agli “sviluppatori di tutti i sistemi di intelligenza artificiale, in particolare quelli generativi”, di rispettare sette punti, tra cui “fornire piena trasparenza sulle opere utilizzate per sviluppare il modello”, “presentare richieste dettagliate per qualsiasi opera che intendono utilizzare in futuro” e offrire “un’adeguata remunerazione per tutti gli usi, passati e futuri”.

La CRA chiede anche al governo britannico di sostenere il The Smart Fund e di implementare le raccomandazioni del Creator Remuneration Report. Inoltre, esorta le aziende di intelligenza artificiale a negoziare in buona fede e a rimuovere i contenuti non autorizzati dai propri sistemi. Nicola Solomon, presidente della CRA, ha dichiarato: “I creatori sono innovatori. Sono entusiasti di utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale, ma hanno bisogno di sistemi affidabili che non abbiano il potenziale di violare i diritti delle creazioni umane. I creatori devono essere consultati, dare il consenso ed essere remunerati quando il loro lavoro viene utilizzato per sviluppare modelli di intelligenza artificiale. Se lavoriamo insieme, possiamo creare sistemi solidi di alta qualità che migliorano il lavoro dei creatori umani e premiano la loro creatività.” La lettera aperta contro l’utilizzo illegittimo dei contenuti protetti da copyright nell’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale è stata firmata da un ampio spettro di associazioni di categoria, tra cui Directors UK, Writers’ Guild of Great Britain, British Equity, Association of Illustrators e Association of Photographers. La CRA continuerà a monitorare l’evoluzione dell’AI e a collaborare con il governo britannico per tutelare i diritti dei creatori.

 

Di seguito la lettera tradotta nella sua interezza.

Caro Amministratore Delegato,

Le scriviamo a nome dei nostri oltre 500.000 membri creatori in relazione all’utilizzo dei loro lavori per sviluppare modelli di intelligenza artificiale generativa. Con la presente lettera ribadiamo che i membri della Creators’ Rights Alliance e i creatori da essi rappresentati non autorizzano né concedono in altro modo il permesso di utilizzare alcuna delle loro opere protette da copyright e/o diritti connessi (inclusi i diritti degli interpreti) in relazione, senza limitazioni, all’addestramento, allo sviluppo o al funzionamento di modelli di intelligenza artificiale, compresi i large language models, i modelli di diffusione, i modelli generativi o qualsiasi altro prodotto di intelligenza artificiale, a meno che i creatori non abbiano specificamente concordato accordi di licenza.

La Creators’ Rights Alliance (CRA) è una coalizione che si impegna a promuovere, proteggere e tutelare gli interessi dei creatori attraverso politiche, attività di advocacy e campagne. Rappresentiamo importanti gruppi di creatori, associazioni di categoria e sindacati, che insieme rappresentano oltre 500.000 professionisti del settore creativo nel Regno Unito, tra autori, artisti, fotografi, illustratori, traduttori, interpreti, musicisti e giornalisti.

Sappiamo che l’intelligenza artificiale, compresi i programmi di intelligenza artificiale generativa, possono essere strumenti utili. Tuttavia, per salvaguardare la creatività umana, i contenuti veritieri e i diritti di autori, creatori e interpreti, è fondamentale che i modelli di intelligenza artificiale siano sviluppati e utilizzati in modo legale, sostenibile ed etico.

La CRA osserva con preoccupazione l’utilizzo di grandi quantità di opere protette da copyright e diritti connessi senza l’autorizzazione dei titolari di diritti e dei creatori nello sviluppo (incluso il cosiddetto training) e nel funzionamento dei modelli di intelligenza artificiale. Ciò ha causato e continua a causare gravi danni agli ingenti investimenti creativi, umani e finanziari effettuati da autori, interpreti e creatori visivi.

La legge britannica non consente la copia per tali scopi senza il consenso esplicito del creatore o dei suoi licenziatari/rappresentanti designati. Di conseguenza, la copia su larga scala (inclusa, ma non limitata a, estrazione e trasformazione) effettuata fino ad oggi costituisce una violazione del copyright per la quale i titolari di diritti e i creatori dovrebbero essere compensati, con la possibilità di rimuovere sia le loro opere che quelle derivate e, nel caso in cui non venga concessa l’autorizzazione a rimuoverle, di ottenere il pieno riconoscimento per tutti gli usi passati e presenti.

Desideriamo richiamare la vostra attenzione sul rapporto della House of Lords Communications and Digital Committee Inquiry sull’indagine sui Large Language Models (LLM), per la quale la Society of Authors ha fornito prove a sostegno del fatto che le società tecnologiche non dovrebbero utilizzare opere protette da copyright senza autorizzazione o compenso, che dovrebbe esserci un sostegno alla licenza e che dovrebbe esserci trasparenza per i titolari di diritti.

The House of Commons Innovation, Science and Technology Committee ha inoltre pubblicato un rapporto il 29 maggio 2024, in cui vengono delineate dodici chiare sfide per la governance dell’IA.

I membri della Creators’ Rights Alliance e i creatori da essi rappresentati non autorizzano né concedono in altro modo il permesso di utilizzare alcuna delle loro opere protette da copyright e/o diritti connessi (inclusi i diritti degli interpreti) in relazione, senza limitazioni, all’addestramento, allo sviluppo o al funzionamento di modelli di intelligenza artificiale, compresi i large language models, i modelli di diffusione, i modelli generativi o qualsiasi altro prodotto di intelligenza artificiale, a meno che non abbiano specificamente concordato accordi di licenza.

Per evitare dubbi, i nostri membri non accettano che alcuna piattaforma di intelligenza artificiale abbia avuto o abbia il diritto di utilizzare il loro lavoro senza una licenza espressa o i loro dati personali senza consenso esplicito.

Chiediamo agli sviluppatori di tutti i sistemi di intelligenza artificiale, in particolare quelli generativi:

  1. Di fornire piena trasparenza sulle opere utilizzate per sviluppare il loro modello;
  2. Di presentare richieste dettagliate per qualsiasi opera che intendono utilizzare in futuro;
  3. Di ottenere l’autorizzazione (in anticipo) dal creatore e dal titolare dei diritti interessato e, nel caso in cui un titolare di diritti stia concedendo in licenza un catalogo di opere, di richiedere garanzie che i creatori di tali opere abbiano specificamente acconsentito all’accordo di licenza;
  4. Di offrire una remunerazione adeguata a tutti gli usi, passati e futuri;
  5. Di citare in modo appropriato tutti i creatori coinvolti nel lavoro, in tutti i casi;
  6. Di impegnarsi in negoziati di licenza in buona fede per correggere le cattive pratiche passate, rimuovere dai propri sistemi qualsiasi opera protetta da copyright (incluse, a titolo esemplificativo, letteratura, immagini, musica e spettacoli) utilizzata senza autorizzazione (dataset e programmi) e dimostrare tale rimozione;
  7. Di rispettare il fatto che possono esserci occasioni in cui i creatori e/o i loro rappresentanti possono, per motivi etici o economici, scegliere di rifiutare il consenso all’utilizzo della loro opera.

Invitiamo gli sviluppatori a concordare i termini su base commerciale con i rispettivi titolari di diritti e, nel caso in cui tali titolari di diritti non siano gli stessi creatori, a verificare che i creatori abbiano dato il loro specifico consenso. Esistono già opportunità di licenza e sono in fase di sviluppo ulteriori modelli per facilitare ancor di più un lavoro di qualità. La CRA e i suoi membri accolgono con favore il vostro impegno nel far progredire questi modelli per garantire che tutto il nostro lavoro creativo contribuisca a un futuro prospero e dinamico per tutti.

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