Allo stesso modo, “Oppenheimer” di Nolan ha riportato l’attenzione sulla bomba atomica e sul suo impatto, raggiungendo un pubblico più giovane che potrebbe non essere pienamente consapevole delle sue implicazioni. Quest’anno un brivido gelido ha percorso la schiena dell’umanità, risvegliando lo spettro dell’olocausto nucleare. La tensione nell’est Europa, la guerra tra Ucraina e Russia, il conflitto israelo-palestinese: tutto sembra riecheggiare le antiche discordie, alimentando la paura di un nuovo disastro atomico.
Sembra quasi che i leader mondiali abbiano dimenticato l’orrore di Hiroshima, avvenuto 78 anni fa. Il 6 agosto 1945, per ordine del presidente americano Harry Truman, la bomba atomica “Little Boy” veniva sganciata sulla città giapponese, seguita tre giorni dopo da quella su Nagasaki. Un anniversario che il Giappone si appresta a commemorare, ricordando al mondo intero la devastazione causata da quell’evento.
Immaginate “Little Boy“, l’ordigno atomico sganciato dal bombardiere Enola Gay, esplodere a 600 metri d’altezza, distruggendo il 70% di Hiroshima. Una temperatura di 7.000 gradi Celsius, ustioni nel raggio di tre chilometri, una tempesta di fuoco che divora l’ossigeno, lasciando le persone morire per soffocamento. Un inferno in terra.
Eppure, nonostante il recente film “Oppenheimer” abbia ottenuto numerosi riconoscimenti agli Oscar, sembra che la verità sulla creazione della bomba atomica non sia stata completamente svelata. Il film tralascia dettagli cruciali, come il contributo fondamentale del fisico italiano Enrico Fermi, che ottenne la prima reazione nucleare controllata. Nel film di Nolan assistiamo ad una sempolice microcitazione di Enrico Fermi fisico italiano che era nei laboratori di Chicago. Con tutto il rispetto per i tecnici di laboratorio, Enrico Fermi al pari di Alessandro Volta o Gugliemo Marconi è entrato nel mondo dell’invisibile cambiando la storia. La scoperta di Enrico Fermi ha rivoluzionato la fisica, e sebbene il suo contributo alla creazione della bomba atomica sia innegabile, è fondamentale riconoscere che molte tecnologie moderne si fondano sulle sue scoperte pionieristiche. La storia di Fermi e dei “ragazzi di via Panisperna” è stata raccontata nel film di Gianni Amelio, disponibile su RaiPlay. Una storia di scienziati italiani costretti a lasciare il proprio paese per trovare i mezzi necessari alla ricerca.
Un destino condiviso da molti altri geni italiani, come Rita Levi Montalcini e Fabiola Gianotti, attuale Direttore Generale del CERN di Ginevra.
Il genio italiano va oltre gli stereotipi di cibo e design, ma spesso viene ignorato o sottovalutato. E mentre il mondo si interroga sul futuro, film cult come “The Day After” (disponibile su Prime Video) e “War Games” (disponibile su Prime Video, Apple+) ci ricordano le possibili conseguenze di un conflitto nucleare e il ruolo sempre più centrale dell’intelligenza artificiale.
In un’epoca in cui la paura dell’apocalisse nucleare torna a bussare alle nostre porte, è fondamentale ricordare il passato, onorare le vittime e riflettere sul ruolo della scienza e della tecnologia nel plasmare il nostro futuro con la speranza che la ricerca scientifica possa svilupparsi in Italia con grandi collaborazioni industriali come nel campo aerospaziale.
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