Dal Lazzaretto Vecchio a Venice IMMERSIVE: l’isola veneziana che unisce storia e innovazione

Dalla quarantena per la peste alle frontiere della realtà virtuale : il restauro del lazzaretto vecchio e il progetto Venice IMMERSIVE trasformano un luogo di sofferenza in un crocevia di arte e tecnologia e cultura contemporanea.

L’isola del Lazzaretto Vecchio, immersa nella suggestiva laguna veneziana, è stata per secoli un luogo intriso di storia, dove il passato ha lasciato segni profondi e misteriosi. Fondata nel 1423 come il primo lazzaretto al mondo, questa isola ha svolto un ruolo cruciale nella lotta contro le epidemie, offrendo riparo e cura ai malati di peste e altre terribili malattie. La sua storia, però, non si è limitata a questo tragico compito: il Lazzaretto Vecchio ha attraversato trasformazioni significative che ne hanno plasmato il paesaggio e l’identità, mantenendo intatta un’aura di mistero e isolamento.

Venezia Lazzaretto Vecchio Interno

Per lunghi secoli, quest’isola è stata un baluardo sanitario, un luogo di rigore e sofferenza, dove il dolore umano si è mescolato alla disperazione di fronte all’ignoto. Nel 1846, è passata sotto il controllo delle autorità militari, dapprima austriache e poi italiane, come molte altre isole della laguna. Durante questo periodo, gran parte delle strutture originarie sono state abbattute, cambiando per sempre l’aspetto del Lazzaretto. Le demolizioni hanno lasciato l’isola più severa, spoglia, ma non ne hanno cancellato l’inesplicabile fascino.

Dopo la dismissione militare, l’isola ha vissuto un periodo di abbandono, fino a quando, nel dopoguerra, è diventata un rifugio per cani randagi grazie alla concessione del Comune di Venezia a un gruppo cinofilo. In un curioso ritorno alle origini, il Lazzaretto Vecchio ha ripreso a essere un luogo di cura, questa volta per gli animali abbandonati, che sono diventati i nuovi abitanti di un’isola testimone di secoli di dolore umano.

Venezia, Camposanto. La donna Vampiro

Nel corso del tempo, il Lazzaretto Vecchio si è circondato di leggende e superstizioni, alimentate dalle sue funzioni passate. Tra le storie più cupe e intriganti, è emersa quella della donna vampiro, un racconto che narra di una misteriosa figura femminile accusata di diffondere la peste e condannata a una morte terribile: sepolta viva con un mattone tra i denti, per impedirle di risorgere e propagare la sua maledizione. Questa leggenda, lungi dall’essere solo un mito, ha trovato conferma negli scavi archeologici che hanno rivelato scheletri con mattoni infilati nelle mandibole, testimonianza di rituali contro presunte minacce soprannaturali.

Scavo Archeologico Ritrovamento di circa 1500 scheletri vittime delle epidemie

Negli anni 2000, l’isola è stata oggetto di un’importante opera di recupero, volta a preservarne il patrimonio e a prepararla per l’allestimento di un ambizioso progetto: il Museo della Città e della Laguna di Venezia. Sebbene il progetto non sia stato realizzato a causa della mancanza di fondi, gli scavi condotti durante i lavori hanno portato alla luce oltre 1.500 scheletri di appestati, confermando il ruolo cruciale del Lazzaretto Vecchio nella lotta contro le epidemie che hanno flagellato Venezia.

Il restauro dell’isola è stato un’opera delicata, affidata a un team di architetti e restauratori specializzati, guidati dall’architetto Antonio Foscari, noto per la sua sensibilità verso i contesti storici veneziani. Foscari, profondamente consapevole della storia del luogo, ha affrontato la sfida di restituire al Lazzaretto Vecchio la sua dignità storica, preservando al contempo le tracce delle trasformazioni che l’isola ha subito nei secoli. La sua visione ha combinato il rispetto per l’eredità del sito con la necessità di adattare gli spazi a nuovi usi culturali, creando un dialogo tra il passato e il presente.

Dal 2013, grazie all’impegno della Soprintendenza Archeologica del Veneto e dell’Archeo-club di Venezia, l’isola è stata aperta al pubblico in modo più regolare, attirando ogni anno migliaia di visitatori, affascinati dalle sue storie, dai miti e dal mistero che ancora oggi la avvolge.

Oggi, il Lazzaretto Vecchio è diventato un simbolo di fusione tra passato e futuro, ospitando eventi innovativi come il progetto Venice Immersive, parte dell’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Experience Immersive al Venice Immersive Island

Questo progetto, che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre 2024, è la sezione dedicata alla realtà estesa (Extended Reality) della Mostra, e ha trasformato l’isola in uno spazio di sperimentazione artistica e tecnologica, ribattezzata per l’occasione Venice Immersive Island.

Venice Immersive è interamente dedicata ai media immersivi e include tutte le forme di espressione creativa XR: dai video immersivi alle opere XR di qualsiasi lunghezza, comprese installazioni, tecnologie haptic e mondi virtuali. La selezione per il 2024 comprende sessantatré progetti provenienti da venticinque paesi, offrendo una panoramica globale delle più innovative esperienze di realtà virtuale e immersiva. Questi progetti sono suddivisi in diverse categorie: 26 progetti in Concorso, 30 nella sezione Best of Immersive, e 7 sviluppati nel corso di Biennale College Cinema Immersive.

Se un tempo l’isola era un luogo di isolamento e cura, oggi è diventata un crocevia di innovazione e cultura, unendo le tracce storiche e le leggende del passato con le tecnologie e le esperienze immersive del presente. Questo equilibrio tra conservazione e innovazione, sapientemente orchestrato dagli architetti e dai curatori, rende il Lazzaretto Vecchio non solo un monumento alla memoria storica, ma anche un simbolo di come il patrimonio culturale possa essere reinterpretato e rivitalizzato per affrontare le sfide del futuro.

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