![Un Giallo Finanziario A Cinecittà](https://www.hollywoodreporter.it/wp-content/uploads/2024/12/CINECITTA.jpg)
C’è un problema con i conti della storica Cinecittà, e forse un buco di svariati milioni di euro. Non è ancora chiaro. Quello che è sicuro è che c’è una polemica crescente a Roma, uno scambio di accuse dietro le quinte e un bel po’ di tensione.
La società di revisione PricewaterhouseCoopers (PwC) avrebbe scoperto delle irregolarità nei bilanci di Cinecittà. Di conseguenza, potrebbe essere necessario rettificarli: Cinecittà potrebbe dover ripresentare i suoi bilanci con numeri modificati nei prossimi giorni. Sebbene questi bilanci fossero stati certificati da Ernst & Young, l’ispezione di PwC avrebbe rilevato, nella migliore delle ipotesi, errori tecnici e, nella peggiore, qualcosa di più grave. Secondo quanto riportato da La Repubblica, PwC avrebbe individuato un buco di 6,7 milioni di euro. Inoltre, c’è il rischio che gli aggiustamenti nei bilanci possano portare a una perdita superiore al capitale sociale di Cinecittà.
PwC ha comunicato queste scoperte domenica all’assemblea dei soci: il Tesoro detiene le quote e il Ministero della Cultura esercita i diritti. Implicati nella certificazione dei bilanci 2022 e 2023 potrebbero esserci membri del CdA. Chiara Sbarigia, presidentessa di Cinecittà e membro del CdA, appena rinnovata per un nuovo mandato, ha raccontato a The Hollywood Reporter Roma quello che sa, precisando però che bisogna attendere qualche giorno perché tutto è ancora in corso di verifica e la situazione potrebbe cambiare.
“Io ero informata, assieme al Consiglio di Amministrazione, contestualmente con i soci,” ha spiegato Sbarigia in una conversazione telefonica lunedì pomeriggio. La presidentessa di Cinecittà ha voluto sottolineare che “l’assemblea [dei soci] non è peraltro conclusa ed è quindi una situazione aperta, che speriamo di chiudere nei prossimi giorni.”
Sbarigia si riferiva al fatto che al Ministero della Cultura e al Ministero del Tesoro ci sono conversazioni in corso per cercare di chiarire e risolvere il problema, che è già diventato un tema della politica italiana. C’è la speranza che il buco sia puramente contabile e non una vera perdita, che richiederebbe l’iniezione di capitali freschi da parte del Tesoro. Il bilancio di Cinecittà per il 2024, già un anno da archiviare, potrebbe soffrirne parecchio.
Sbarigia ha detto che la prima volta che ha sentito parlare di dubbi sui bilanci di Cinecittà è stata il 1º agosto 2024, durante il CdA. In quella data, il CFO di Cinecittà, Claudio Ranocchi, ha portato in consiglio una nota di credito da verificare. Il CdA ha quindi richiesto di nominare una società di revisione per effettuare controlli, e qualche settimana dopo è stato dato l’ incarico a PwC.
Il Consiglio di Amministrazione di Cinecittà S.p.A. ha dichiarato in una nota di essere “perfettamente al corrente della situazione emergenziale, delineatasi solo dopo le dimissioni del precedente amministratore delegato, Nicola Maccanico, avvenute il 25 giugno scorso, e di essersi messo a disposizione dell’amministratore delegato Manuela Cacciamani, che è assiduamente al lavoro per risolvere il problema.”
L’ex amministratore delegato Nicola Maccanico si sente evidentemente sotto accusa e si difende in anticipo. In un’intervista a La Repubblica, ha respinto l’idea che avrebbe “aggiustato” i conti di Cinecittà. «Assolutamente no,” ha dichiarato Maccanico. “I bilanci sono certificati da Ernst & Young, quindi ogni insinuazione sui conti è priva di fondamento.”
Maccanico, figlio del noto statista Antonio Maccanico, ha aggiunto che sarebbe ingiusto attribuirgli responsabilità per i problemi di Cinecittà. «Non mi pare giusto parlare di vecchia gestione e nuova gestione,” ha dichiarato a La Repubblica. “Credo che oggi Cinecittà abbia un crollo del fatturato per via dei ritardi sulla riforma del tax credit, che ha causato prima incertezza e poi la fuga delle produzioni.”
Il governo presumibilmente smentirà le accuse avanzate sulla gestione del tax credit negli ultimi due anni, motivo per cui alcuni sostengono che i produttori internazionali abbiano abbandonato l’Italia, causando il crollo del fatturato di Cinecittà. Altri, però, negano che questo fenomeno sia avvenuto. Un altro mistero.
Nicola Maccanico, ex amministratore delegato accusato dai suoi critici di aver mal gestito Cinecittà, non ha risposto alle telefonate di The Hollywood Reporter Roma. È probabile che il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, o qualcuno del MEF interverrà nella vicenda.
La questione da chiarire è se si tratti di un errore di contabilità (per quanto rumoroso) oppure se ci sia davvero un buco di 6,7 milioni di euro nei conti di Cinecittà, come riportato. E, in tal caso, come sarebbe possibile una cosa del genere? È difficile immaginare che una società di revisione, tutti i dirigenti e il CdA, lavorando insieme, possano sbagliare sul montante del fatturato da inserire nel bilancio. La storia di Cinecittà, per ora, assomiglia ad un giallo finanziario, che si sta avvicinando alla sua soluzione.
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