“Imma Tataranni cammina sul filo fra la risata e il dramma, perché così è la vita”: Vanessa Scalera ad Attorstudio Milazzo Film Festival

La manifestazione, dedicata al lavoro dell’attore, le ha dedicato una giornata e il suo Acting Award

“Ho fatto tanta gavetta, sono stata attrice squattrinata, e non mi pento di niente. Ho fatto questo mestiere sempre per passione: non riuscirei a respirare, senza questo mestiere. Lo faccio, prima di tutto, per me stessa”. Vanessa Scalera, oggi popolarissima con il personaggio di Imma Tataranni, l’exploit più clamoroso della storia della serialità televisiva, ricorda i suoi inizi, gli anni più oscuri. E non rimpiange nulla. 

Lo fa al Milazzo film festival, il festival dedicato al lavoro dell’attore, di cui Vanessa Scalera è stata, ieri, ospite d’onore e dove ha ricevuto l’Acting Award dalla mani del regista Marco Tullio Giordana. A Milazzo, Vanessa si è raccontata, sollecitata da Mario Sesti e Caterina Taricano, direttori della manifestazione. 

Il successo attuale con la serie Imma Tataranni, sostituto procuratore giunta alla quarta stagione, ma anche la pazzesca performance in Qui non è Hollywood, la serie di Pippo Mezzapesa sul delitto di Avetrana, la serie Storia della mia famiglia di Claudio Cupellini ora su Netflilx, e la partecipazione al variopinto affresco collettivo che è Diamanti  di Ferzan Őzpetek. Vanessa Scalera si racconta a The Hollywood Reporter Roma. 

Teatro, cinema, televisione. Che è stato, per lei, un approdo felice. Che cosa offre, in più, la serialità televisiva?

Premesso che amo il teatro, al quale tornerò nella prossima stagione, e che il cinema mi ha dato i primi ruoli importanti, la serialità ti offre la chance di approfondire un personaggio, di conoscerlo sempre meglio. 

Continua a sorprenderla, Imma?

Nonostante quattro anni di vita assieme a lei, sì. 

Che cosa porta Imma Tataranni con sé? 

 Porta la comprensione dell’essere umano. È una donna che conosce l’umanità. È il primo passo per rinnovarci. 

È un personaggio femminile nuovo, anche perché vive una passione fuori dal matrimonio, con un ragazzo più giovane. 

La donna è stata raccontata, fino ad ora, con un corpo che non ci appartiene, magari patinato, ma non vero. Adesso comincia ad apparire una narrazione diversa.

Girerete la quinta stagione?

Sì. E poi chiuderemo, per sempre, con Imma Tataranni. Mi mancherà. 

È sicuro? La quinta stagione sarà l’ultima?

Sì.

Che cosa le ha dato, il personaggio di Imma Tataranni, che in altri personaggi non c’è?

Una meravigliosa instabilità, uno stare sospeso fra il comico e il drammatico, che è la cosa più realistica, più naturale che ci sia: perché così è la vita. Imma cammina sul filo fra la risata e il dramma, ed è questa la qualità più bella. È come se una parente molto amata se ne andasse via.  

Lo spettacolo che porterà a teatro nella prossima stagione qual è?

È una ripresa de La sorella migliore, uno spettacolo scritto da Filippo Gili e prodotto da Argot, la compagnia che raccoglie le persone che mi sono più care. Francesco Frangipane cura la regia. È un dramma familiare e morale, in cui sono un avvocato che cerca di aiutare il fratello, responsabile di un gravissimo incidente stradale. 

Lei ha spesso ribadito le sue scelte politiche con chiarezza. 

Sì: non da ‘personaggio pubblico’, ma da semplice cittadina. A domanda, rispondo, non mi nascondo dietro un dito. E se mi si chiede un giudizio sulle politiche di Matteo Salvini riguardo all’immigrazione, mi sembrano sconsiderate. 

È l’8 marzo. Che cosa manca ancora, al cammino delle donne per l’uguaglianza? 

Beh, prima di tutto c’è ancora un salary gender gap da colmare. Nel nostro lavoro, per esempio, siamo lontani dall’uguaglianza di salario per uomini e donne. 

È stata una strada difficile, quella verso il successo?

È stata una strada lunga: i miei facevano gli infermieri, nessuno in casa faceva l’attore, non era una strada ‘visibile’. Ma io, che sono pessimista di natura, ho usato l’ottimismo come visione. E alla fine, i risultati sono arrivati.

Saprebbe dare un consiglio a chi si avvicina a questo mestiere?

Non credo che riuscirei a dare un consiglio giusto: io stessa mi sento ancora in viaggio, non sento di avere concluso un percorso!