Più sincronizzati delle Rockettes a Natale. Intanto, all’incrocio del Gran Viale Santa Maria Elisabetta, si sentono rumori che sembrano preludere a una baruffa. O forse a uno sciopero. Ma è tutt’altro: una festa curda con tamburi e dozaleh, un flauto a doppia canna. In fila, tutti abbracciati, danzano e saltano a ritmo, sventolando fazzoletti bianchi. È l’Halay, una danza tradizionale del cuore dell’Anatolia, e chiunque passi è invitato a unirsi. L’energia è contagiosa.
Amori immaginari. Party tedesco all’Hotel Des Bains. In un angolo della festa, una giornalista visibilmente alticcia attira l’attenzione di tutti quando, con un sorriso malizioso, inizia a raccontare i dettagli di una notte trascorsa con un celebre divo di Hollywood. Peccato che l’alcol le avesse dato alla testa: era tutto frutto della sua fantasia.
L’aspirante Looney Toons. Di prima mattina, mentre il personale si dedicava ancora alle pulizie e all’ordine del red carpet, un gatto persiano tutto arruffato si è intrufolato. Affascinato dall’ambiente, ha continuato a guardarsi intorno, disegnando con la sua coda sinuose esse nell’aria. Sembrava un gatto da Looney Tunes.
Senza gravità. C’è un segreto che solo i veri habitué del Festival e del Lido conoscono. Nell’ultimo tratto del Gran Viale Santa Maria Elisabetta, la strada che taglia in due il Lido dal molo alla spiaggia, c’è un punto che, pur sembrando piatto, presenta una leggera pendenza. Da lì, dalla rotatoria fino al Roxy Bar, davanti all’Hotel Hungaria, la bicicletta scivola leggera, come se volasse, senza bisogno di pedalare. Un piccolo antistress, perfetto per le frenetiche giornate del Festival.
Un bagno a mezzanotte. Quando la notte avanza, un bagno improvvisato nel mare del Lido diventa un richiamo irresistibile per alcuni giornalisti temerari, che si tuffano nelle acque sotto il cielo stellato. Domani è un altro giorno. Quello di Almodovar.
