
Lungo i tetti del quartiere Borgo, discreto come un pensiero che non si osa rivelare, si snoda il Passetto di Borgo, quel corridoio ombroso che collega il Vaticano a Castel Sant’Angelo. Dopo secoli di silenzio, torna a essere percorribile, restituendo alla città eterna uno dei suoi simboli più enigmatici. Non è solo una riapertura, ma una resurrezione: 800 metri di storia che intrecciano fughe papali, intrighi e leggende, facendo rivivere un passato che sembrava dormire nelle pieghe del tempo.
Le sue origini affondano nelle viscere della storia. Già nell’852 d.C., Papa Leone IV eresse una cinta muraria per difendere San Pietro dagli attacchi saraceni, ma fu sotto Niccolò III, nel 1277, che il Passetto assunse la sua forma attuale, divenendo una via di fuga sicura per i pontefici. Qui, tra queste mura, si consumarono episodi drammatici come il Sacco di Roma del 1527, quando Papa Clemente VII trovò rifugio attraversandolo, mentre le guardie svizzere si sacrificavano eroicamente per difenderlo. Eppure, accanto alle cronache ufficiali, si intrecciano storie più oscure: si narra che Alessandro VI Borgia lo usasse per incontri clandestini, alimentando l’immaginario popolare con leggende che mescolano sacro e profano. Tra queste, una in particolare: percorrerlo avanti e indietro per 77 volte restituirebbe la virilità perduta, un racconto che incarna l’ironia e la leggerezza della tradizione romana.
Tra il dicembre 2018 e il marzo 2024, il Passetto è stato oggetto di un imponente intervento di valorizzazione. Il restauro ha coinvolto il paramento murario esterno, gli intonaci interni e le pavimentazioni, mentre il consolidamento statico delle sezioni vicine a Porta Angelica ha garantito la sicurezza della struttura. La realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione, con corpi illuminanti e di emergenza, ha restituito al camminamento una nuova vita, esaltandone la bellezza architettonica. Di particolare rilievo è stato l’abbattimento delle barriere architettoniche, con la creazione di due ascensori che rendono il percorso accessibile a tutti. Interventi urgenti hanno interessato anche i paramenti murari su via dei Corridori, con il completamento del manto stradale curato dal Comune di Roma. Infine, l’installazione di una dorsale in fibra ottica apre la strada a future implementazioni multimediali, che arricchiranno ulteriormente l’esperienza dei visitatori.

Passetto di Borgo, passaggio segreto che collega il Vaticano a Castel Sant’Angelo. Foto @Luigi di Stano
Il Passetto di Borgo, il suggestivo corridoio sopraelevato che collega il Vaticano a Castel Sant’Angelo, ha ispirato diverse opere cinematografiche, sebbene non sempre rappresentato direttamente sullo schermo.
In Angeli e Demoni (2009), diretto da Ron Howard e basato sul romanzo di Dan Brown, il protagonista Robert Langdon, interpretato da Tom Hanks, segue un percorso attraverso Roma che lo conduce a Castel Sant’Angelo, utilizzato come nascondiglio dagli Illuminati. Sebbene il Passetto di Borgo sia menzionato nel romanzo, nel film non viene mostrato esplicitamente.
Un’altra pellicola iconica è Vacanze Romane (1953), diretta da William Wyler, con Audrey Hepburn e Gregory Peck. In una delle scene più celebri, i protagonisti ballano vicino a Castel Sant’Angelo, con il monumento che fa da sfondo romantico alle loro avventure per le strade di Roma.
In Il Marchese del Grillo (1981), diretto da Mario Monicelli, una scena significativa mostra l’esecuzione di Don Bastiano con Castel Sant’Angelo sullo sfondo, sottolineando l’importanza storica del luogo.
Questi film evidenziano come Castel Sant’Angelo e, indirettamente, il Passetto di Borgo, abbiano contribuito a creare atmosfere suggestive e affascinanti nel cinema, intrecciando la loro storia millenaria con le trame cinematografiche.
Il tragitto si dipana da Castel Sant’Angelo, attraversando il corridore inferiore, un passaggio che sembra riecheggiare i passi affrettati dei papi in fuga, custodito da mura che sussurrano segreti antichi. Una scala o un ascensore conduce al livello superiore, dove il panorama su Roma si schiude in tutta la sua magnificenza. Qui, in prossimità di Porta Angelica, un ulteriore ascensore permette di tornare al livello inferiore. Una botola meccanizzata, quasi un accesso segreto che pare uscire da un racconto fantastico, svela una scala che conduce nuovamente al corridore inferiore. L’esperienza è resa completamente accessibile anche a chi affronta difficoltà motorie, grazie alla riconfigurazione delle pendenze e ai nuovi ascensori.
Nel contesto del Giubileo del 2025, questa riapertura assume un valore simbolico straordinario. Il Passetto diventa un ponte tra passato e presente, un cammino che intreccia la solennità della storia con la speranza del futuro. Pannelli interattivi e guide esperte accompagnano i visitatori in un viaggio multisensoriale, trasformando ogni passo in un dialogo vivo con il tempo. Le mura del Passetto, ancora segnate dai colpi di archibugio del 1527, raccontano una resistenza silenziosa e incrollabile, mentre la terrazza di Castel Sant’Angelo offre un abbraccio visivo che unisce cielo e terra, sacro e profano.
Non è soltanto un percorso, ma un racconto inciso nelle pietre, una preghiera sussurrata nel silenzio. Ogni passo sembra risuonare delle storie dei papi in fuga, delle guardie che difesero il sacro, dei prigionieri condotti verso le celle di Castel Sant’Angelo. Ora, con il Giubileo all’orizzonte, il Passetto non è solo una memoria del passato, ma un messaggio di speranza, una testimonianza viva della resilienza di Roma e del legame profondo tra fede, potere e umanità. Questo antico cammino torna a vivere, non come un monumento cristallizzato, ma come un custode di storie che invitano chiunque lo attraversi a riscoprire il proprio posto nella storia.
A breve, inoltre, un nuovo progetto di apertura riguarderà le antiche carceri di Castel Sant’Angelo, offrendo al pubblico un ulteriore tassello della storia del luogo. Sarà un’opportunità unica per esplorare i luoghi più nascosti e suggestivi della fortezza, dove il tempo sembra essersi fermato.
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