Ethan Hawke sulle elezioni Usa: “Prendo il bus che guida Kamala Harris”

L’attore e regista americano, quattro volte nominato all’Oscar, è arrivato al Lucca Film Festival, per presentare il suo nuovo film, Wildcat. 

“Kamala Harris guida il bus sul quale voglio salire”. L’endorsement di Ethan Hawke è chiaro.

Lo ha dichiarato in un’intervista con The Hollywood Reporter Roma, mentre visita il Lucca Film Festival. “Parlavo con mia madre delle prossime elezioni,” racconta il regista e attore, “e lei mi ha detto ‘Votare è un po’ come prendere i trasporti pubblici. Non ti portano esattamente a casa tua, ma comunque vicino, quindi prendi il treno, o il bus, che ti porta vicino casa. Nella mia mente non ho dubbi: il bus che sta guidando Kamala Harris è quello sul quale voglio salire”.

A Lucca, Ethan Hawke ha corso la mattina lungo le mura della città medievale, ed è andato in bicicletta nelle strade del centro. In anteprima italiana ha presentato Wildcat, il film nel quale ha diretto sua figlia Maya, nata dal suo matrimonio con Uma Thurman. Il film traccia la storia di Flannery O’Connor, la scrittrice americana che ha combattuto tutta la vita con il lupus, la malattia che la ha resa invalida e l’ha porta alla morte nel 1964.

“Ho trovato molto toccante che una ragazza giovane come Maya volesse lavorare su un progetto tanto difficile: un film su una scrittrice che praticamente non si muove mai dalla sua stanza. Una storia con un personaggio la cui vita consiste nello scrivere e dare da mangiare ai polli”, ha detto Hawke. “Ma Maya si è appassionata alla scrittura di Flannery O’ Connor sin da quando era bambina. E ha chiamato me e mia moglie, chiedendo di lavorare con lei a realizzare questo film. Sono orgoglioso che abbia scelto noi”.

Nel film si intrecciano la storia della scrittrice e la visualizzazione dei suoi racconti: storie disturbanti, allucinatorie, con personaggi deformi, difformi, crudeli. Ethan Hawke paragona questi personaggi a Donald Trump: “Se tu ascolti una storia su un imprenditore edile che corre per la presidenza degli Stati Uniti, e che vendeva Bibbie per pagarsi una pornostar, penseresti che fosse uno dei personaggi dei racconti di Flannery O’ Connor, non un personaggio reale!”.

Hawke, nato in Texas nel 1970, parente alla lontana dello scrittore Tennessee Williams, è arrivato alla notorietà internazionale giovanissimo, interpretando L’attimo fuggente di Peter Weir.  Era uno dei ragazzi che salivano sul tavolo a salutare Robin Williams, maestro di poesia e di vita. “Da Peter Weir ho imparato ad accettare tutte le sfide, e ad amarle”, ha detto Hawke.

Molte sfide cinematografiche Hawke le ha giocate insieme al regista Richard Linklater, che lo ha diretto nella trilogia di Prima dell’alba, Prima del tramonto Prima di mezzanotte, interpretati a distanza di anni con Julie Delpy, e in Boyhood, il film che ripercorre la crescita di un ragazzino nell’arco di dodici anni: dodici anni lungo i quali si sono svolte, effettivamente, le riprese. Nel corso della sua carriera, Hawke – che è anche sceneggiatore, produttore, romanziere e musicista – ha ricevuto quattro nomination all’Oscar.

La nuova sfida di Hawke è ancora una volta con Richard Linklater. “Abbiamo girato Blue Moon, che racconta gli ultimi giorni di vita del paroliere Lorenz Hart, parte del famoso duo Rodgers and Hart. “La sceneggiatura è la più bella che abbia mai letto. Se le ho reso giustizia, sarà un gran film. Nel film si raccontano novanta minuti in tempo reale nella vita di Lorenz Hart”.

Hart, l’autore del testo della canzone Blue Moon, ebbe una vita molto tormentata, fra orge sfrenate a Los Angeles, alcolismo e viaggi in Messico, dove andava a trovare prostituti e amanti occasionali.  Il film è ambientato durante l’anteprima del musical Oklahoma, il primo progetto musicale che Rodgers fece senza di lui, mentre Hart lottava con l’alcolismo e la depressione. Nel cast del film anche Margaret Qualley, Andrew Scott e Bobby Cannavale.

“Hart era un uomo divertente, irriverente, estremamente profondo e con il cuore spezzato”, dice Hawke. “Un uomo che aveva un senso dell’umorismo nel quale, però, faceva capolino la morte. Un personaggio dolceamaro, intriso di malinconia”.

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