La storia del Lucca Film Festival inizia vent’anni fa, con un ragazzo studente di cinema al Dams di Bologna, e i suoi sogni. “Una delle nostre insegnanti, Emanuela Martini, ci esortò ad essere creativi, a inventarci qualcosa. Tornai a casa, e iniziai a pensare a un festival. Ne parlai con i miei amici, a Lucca. E iniziammo a lavorarci”. Nicola Borrelli da allora ha diretto un festival in continua crescita.
“I primi anni, abbiamo proposto tanto cinema sperimentale. Poi, nel 2013, è arrivata la svolta”, dice Borrelli. “Riuscimmo ad avere, come ospite, Peter Greenaway: un grande autore, che univa il gusto per la sperimentazione ad un grande prestigio internazionale. Greenaway realizzò a Lucca l’installazione “The Towers – Lucca Hybris”, con proiezioni sulle facciate delle chiese. In quel momento, iniziò anche una collaborazione con la Cassa di risparmio di Lucca, una collaborazione che continua ancora oggi. E Peter Greenaway non si è dimenticato di Lucca: di recente è venuto qui a girare “Lucca Mortis”, il suo nuovo film, con Dustin Hoffman. La più grande produzione girata a Lucca negli ultimi vent’anni”.
Il Lucca Film Festival, da quel momento, prosegue il suo cammino, con fondi che arrivano da Fondazione Cassa di risparmio di Lucca e da enti pubblici, Ministero della Cultura e Regione Toscana in primis. “Nel 2014 abbiamo avuto ospite David Lynch, nel 2015 Jeremy Irons, e così via”. Sembra facile, nelle parole di Borrelli. “In realtà ogni ospite che arriva è frutto di un lavoro lungo, che a volte dura anni. Anni di corrispondenze, di contatti, di scambi di mail. Nasce tutto da un’esigenza quasi infantile: ami il cinema di qualcuno, e senti l’esigenza di coinvolgerlo, di averci a che fare”.
Direttore atipico, Borrelli non gira, durante l’anno, tutti gli altri festival per stringere contatti e trovare spunti. “Sono molto pigro e ‘gattaro’, mi piace ragionare con calma sulle cose e sui personaggi, a distanza”, dice. Può contare, però, su una rete di collaboratori internazionali. “Una su tutti, Silvia Bizio, che ha innumerevoli contatti con il cinema americano, con Los Angeles. È stata lei a portare a Lucca Rupert Everett”.
Anni di obiettivi raggiunti, e anche qualche inattesa difficoltà. “Nel 2015 preparammo un grande omaggio a David Cronenberg, con mostre, rassegne di film, masterclass. All’ultimo momento, lui dette forfait. Ma stava male davvero, aveva la broncopolmonite, ci mandò il comunicato dall’ospedale. E fece un gesto di grande generosità: mandò, al suo posto, Jeremy Irons. Certo, i patemi d’animo ci sono, ogni anno, fino alla fine”.
Il sindaco di Lucca, Mario Pardini, ha cinquant’anni, intraprendenza e molto amore per il cinema. Ha lavorato nella finanza, nella city di Londra, per poi cambiare vita, andare in Argentina dove ha fondato un’azienda vinicola; tornato a Lucca, ha fondato e coordinato l’area Movie del festival Lucca Comics, grande kermesse internazionale del fumetto. Ha portato a Lucca i grandi distributori cinematografici internazionali, da Disney a Warner Bros. a Universal, e ha contribuito a fare arrivare alla manifestazione un ospite prestigioso come Tim Burton.
“Come amministrazione, crediamo molto al Lucca Film Festival,” dice Pardini. “Non soltanto per un amore ideale e astratto per il cinema, ma perché è evidente quanto il cinema può essere prezioso per il rilancio dell’immagine e dell’economia di una città. Tutto contribuisce a fare sistema: non è un caso se oggi a Lucca c’è un’Accademia di cinema, che sforna ogni anno due classi di studenti. Così come non è un caso che, dopo il seme buttato dieci anni fa con la sua presenza al Lucca Film Festival, un grande maestro come Peter Greenaway sia tornato a Lucca per girare il suo nuovo film. Lo presenterà al cinema nel 2025: ne ho visto in anteprima alcune immagini, e ne serbo ancora la meraviglia negli occhi”.
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