Questa esposizione, un tributo postumo al gigante dell’arte, scomparso lo scorso settembre, propone otto delle sue sculture monumentali, distribuite nei punti nevralgici del centro storico della città.
Il percorso espositivo inizia con uno scenario mozzafiato dalla Terrazza del Pincio, dove i visitatori possono ammirare la Donna distesa (2003) e la Venere addormentata (1994), opere che si affacciano su una delle viste più spettacolari di Roma. Proseguendo verso Piazza del Popolo, si incontrano le figure di Adamo ed Eva, strategicamente posizionate ai lati dell’Obelisco Flaminio, simbolo di un dialogo tra antico e contemporaneo che Botero ha magistralmente interpretato attraverso il suo stile unico.
Avanzando lungo Via del Corso, il visitatore si imbatte nel Cavallo con briglie (2009), espressione della fascinazione dell’artista per il volume e la forma. La mostra continua a dispiegarsi attraverso Piazza San Lorenzo in Lucina con la scultura del Gatto (1999), a Piazza San Silvestro, con la Donna seduta (2000) e culmina a Piazza Mignanelli con un’altra Donna seduta (1991).
Ogni scultura di Botero è impregnata della sua visione del mondo: una realtà dove le proporzioni allargate comunicano una narrativa visiva ricca e satirica. I lavori esposti non solo illustrano l’ossessione dell’artista per il volume ma riflettono anche il suo commento su temi sociali e politici, testimoniando una vita dedicata all’arte che provocava e deliziava allo stesso tempo.
Botero, nato nel 1932 a Medellín, ha avuto la sua prima mostra personale a Bogotà a soli 19 anni. Il suo viaggio in Europa nel 1952, con soste in Spagna e Italia, gli permise di studiare i maestri del Rinascimento, tra cui Piero della Francesca e Paolo Uccello, influenzando profondamente la sua estetica. Durante questi anni formative, Botero ha affinato la sua tendenza innata a esplorare e esagerare il volume, una tendenza preannunciata dai suoi primi lavori che risentivano già dell’influenza dellarte precolombiana e coloniale spagnola. L’eredità di Botero è celebrata e curata dalla Fernando Botero Foundation, in collaborazione con
Lina Botero, la figlia dell’artista, insieme a Il Cigno GG Edizioni, BAM Eventi d’arte e Il Cigno Arte. L’obiettivo della mostra, come sottolineato da Lina Botero, è di perpetuare la visione di suo padre che l’arte deve soprattutto produrre piacere, servendo come un’oasi di gioia nelle difficoltà quotidiane. Il progetto non solo rende omaggio al talento di Botero ma si propone anche di reintrodurre le sue opere nello spazio pubblico, offrendo ai passanti un momento di riflessione e apprezzamento artistico.
Per amplificare ulteriormente la visibilità della mostra, Urban Vision Group ha implementato una serie di maxi led nelle aree centrali della città, mostrando una mappa interattiva delle opere esposte. Questa iniziativa trasforma ogni incontro casuale con una scultura in un invito a esplorare il resto della collezione, promuovendo una profonda interazione tra arte e spazio urbano.
L’Assessore alla Cultura di Roma, Giulia Silvia Ghia, ha elogiato l’iniziativa come un modo per osservare sotto altre prospettive gli spazi meravigliosi di questa città, unendo la memoria culturale con le espressioni artistiche contemporanee e invitando i cittadini a riscoprire il loro ambiente attraverso gli occhi dell’arte. La mostra “Botero a Roma” è un esempio emblematico di come l’arte possa animare lo spazio urbano e dialogare con la storia e la cultura di una città, lasciando un’impronta duratura sulla percezione pubblica e sulla vita quotidiana.
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