Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (MArRC) si appresta ad inaugurare una mostra di rara portata storica e culturale: “Gli dèi ritornano. I bronzi di San Casciano“. A partire da domani, 5 agosto, gli spazi espositivi del museo si animeranno con un corpus di reperti archeologici di eccezionale valore, provenienti dall’antico santuario termale di San Casciano dei Bagni, situato nella provincia di Siena.
La mostra mette in luce una serie di ritrovamenti realizzati durante le campagne di scavo del 2022 e del 2023, condotte con meticolosa precisione stratigrafica. Tra i pezzi più significativi figurano statue e statuette in bronzo, ex-voto e una vasta collezione di monete antiche, tutte conservate in condizioni impeccabili grazie alla protezione offerta dalle acque termali. Questi manufatti portano incise iscrizioni in etrusco e in latino, fornendo così una finestra aperta sulla complessa tessitura religiosa e sociale dell’ Il Bagno Grande di San Casciano, teatro di questi straordinari ritrovamenti, si è rivelato il sito del più grande deposito di opere bronzee dell’età etrusca e romana mai scoperto in Italia e uno dei più rilevanti nel panorama mediterraneo.
Tra gli oggetti più affascinanti vi sono le riproduzioni di parti anatomiche umane, offerte alle divinità in segno di supplica per la salute o in ringraziamento per guarigioni avvenute, e le statue create aderendo ai canoni della “mensura honorata” (alte tre piedi romani, circa un metro), che ritraggono tanto le divinità adorate quanto i fedeli che le venerano. Questi reperti si datano per lo più al II e I secolo aC, un periodo di intensa trasformazione culturale che vede la progressiva romanizzazione delle città etrusche. La mostra non solo celebra questi tesori archeologici, ma offre anche una riflessione sulle dinamiche di acculturazione e sulle pratiche religiose di un’era in tumultuosa evoluzione.
L’esposizione è frutto di un ampio progetto collaborativo promosso dal Ministero della Cultura e gestito dalla Direzione Generale Musei. Gli illustri curatori Massimo Osanna e Jacopo Tabolli hanno orchestrato un allestimento sofisticato, con la progettazione scenografica affidata a Guglielmo Malizia e Chiara Bonanni del Decima Casa – studio di architettura. Dopo essere stata presentata al Palazzo del Quirinale e al MANN di Napoli, dove ha attratto centinaia di migliaia di visitatori, la mostra trova ora una nuova dimora al MArRC, accanto ai celebri Bronzi di Riace, creando un dialogo visivo e tematico tra capolavori dell’ antichità. La supervisione degli scavi è stata una collaborazione tra il Comune di San Casciano dei Bagni, la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura e l’Università per Stranieri di Siena, con il supporto dell’Istituto Centrale del Restauro per i delicati lavori di conservazione.
Nonostante le frequenti associazioni iniziali nei media tra i Bronzi di Riace ei bronzi di San Casciano dei Bagni, queste due collezioni di sculture in bronzo presentano differenze significative.Quando i Bronzi di Riace furono scoperti nel 1972, il loro ritrovamento fu un evento mediatico di vasta portata che catturò l’attenzione del pubblico internazionale. Queste sculture di guerrieri greci, datate al V secolo aC, sono capolavori dell’arte classica, rinvenuti in acque italiane ma di origine greca. Il loro impatto mediatico fu amplificato dal mistero che circondava la loro origine e dalla loro eccezionale qualità artistica, ritenuti esempi supremi della scultura greca con una tecnica raffinata e una realistica rappresentazione del corpo umano. D’altra parte, i bronzi di San Casciano, scoperti in tempi più recenti durante scavi sistematici in un contesto ben diverso — un antico santuario termale etrusco-romano — non hanno ricevuto lo stesso clamore immediato. Tuttavia, la loro importanza storica è profonda, poiché offrono uno sguardo unico sulle pratiche religiose e sulla vita quotidiana delle popolazioni etrusche e romane. Queste opere, che includono statuette, ex-voto e oggetti rituali, datano tra il II e il I secolo a.C. e sono spesso legati a rituali di guarigione e offerte alle divinità locali, riflettendo una fusione tra arte e rito. Inizialmente, l’accostamento nei media tra i due gruppi di bronzi può essere stato guidato da una generica associazione basata sul materiale predominante — il bronzo — e sulla loro spettacolare natura di sculture antiche ritrovate in Italia. Tuttavia, le loro storie, il contesto di scoperta, la cronologia e la funzione sono marcatamente differenti. Mentre i Bronzi di Riace sono celebri per la loro maestria artistica e il loro valore estetico universale, i bronzi di San Casciano illuminano aspetti specifici delle interazioni culturali e religiose tra Etruschi e Romani, nonché le credenze e i comportamenti legati alla salute e alla spiritualità.
Va da sé che la convergenza dei Bronzi di San Casciano e dei Bronzi di Riace al MArRC non solo amplifica il valore storico e artistico di questi capolavori, ma offre anche un’occasione unica per immaginare e comprendere più profondamente le interazioni culturali e spirituali che hanno plasmato il corso della storia del nostro territorio.
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