L’ arte dei papi: il grande spettacolo del sacro che ha incantato secoli


Da Perugino a Barocci, una mostra che svela il lato visionario della committenza pontificia e riporta alla luce capolavori nascosti nei depositi museali.

Difficile trovare un palcoscenico più adatto di Castel Sant’Angelo per raccontare la grande scenografia della fede. Qui, dove la storia ha stratificato guerre, potere e redenzione, si apre un sipario che mette in scena la bellezza dipinta per la committenza papale. L’Arte dei Papi non è una mostra qualsiasi: è un viaggio dentro la visione del sacro, un percorso costruito su pennellate che raccontano più di un’enciclica e su immagini che, con grazia e maestria, hanno definito l’immaginario collettivo dell’Occidente cristiano.

Non si tratta solo di una parata di capolavori, ma di una vera e propria esplorazione tematica. La mostra si muove fuori dalla rigidità cronologica per offrire un’esperienza più fluida e immersiva. I temi centrali – l’infanzia sacra, la maternità, la misericordia, la fede – si dispongono come atti di un dramma universale. Il tutto, ovviamente, messo in scena da protagonisti d’eccezione: Perugino, Barocci, Andrea del Sarto, Annibale Carracci, Pietro da Cortona. Grandi nomi per un grande racconto.

L’impostazione della mostra è volutamente narrativa: ogni tela è una battuta in questo dialogo visivo, ogni opera un frammento di quella tensione tra spiritualità e potere che ha reso la Roma dei papi un epicentro artistico senza eguali. Così, il visitatore non si limita ad ammirare, ma diventa parte di una storia fatta di sogni, di rivelazioni, di devozione e di strategia iconografica. Perché sì, l’arte è sempre stata anche un formidabile strumento di persuasione.

E tra una Madonna assorta e un Papa dalla posa solenne, c’è spazio anche per una riflessione sull’arte contemporanea: il dialogo con il sacro non è mai finito, e gli artisti moderni e contemporanei lo dimostrano con incursioni che ridisegnano il confine tra tradizione e innovazione. Le opere di Bruno Ceccobelli, Giuseppe Salvatori, Luigi Stoisa e Giorgio Di Giorgio sono lì a ricordarlo: la pittura sacra non è materia del passato, ma un territorio ancora fecondo di significati.

L’Arte dei Papi si avvale della collaborazione di istituzioni culturali di primo livello – dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica ai Musei Reali di Torino – e si pone l’obiettivo di riportare alla luce opere straordinarie, spesso rimaste troppo a lungo custodite nei depositi. Una vera restituzione al pubblico, che non solo arricchisce l’offerta espositiva della Capitale, ma solleva una questione cruciale: quanto patrimonio resta ancora nascosto?

Curata da Arnaldo Colasanti con la collaborazione di Annamaria Bava, la mostra è un’occasione per tornare a interrogarsi sul potere delle immagini e sul ruolo dell’arte nella costruzione di un immaginario collettivo che, nei secoli, ha saputo tenere insieme estetica e devozione. Sino al 31 agosto 2025.