Nel cuore pulsante di Roma, il Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano e il Palazzo delle Esposizioni si trasformano in epicentri culturali con la straordinaria esposizione “Materiae” di Javier Marín, sotto la sapiente curatela di Laura González Flores. Questo evento non solo celebra i 150 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Messico, ma si impone anche come un’immersione nella riflessione sull’arte contemporanea e il ruolo del materiale come espressione e narrazione.
Javier Marín, artista di origine messicana nato nel 1962 a Uruapan, ha sempre visto il materiale come un soggetto attivo delle sue creazioni, non solo un mezzo per realizzarle. Attraverso le sue opere, Marín invita gli spettatori a una profonda esplorazione dell’essenza umana, trattando la materia non solo come fondamento, ma come parte integrante e indissolubile dell’opera, capace di comunicare, di narrare storie, di instaurare un dialogo visuale e concettuale.
La mostra, visitabile fino al 6 ottobre 2024, si articola in due location prestigiose di Roma: il Palazzo delle Esposizioni e le Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano. Ogni sede offre un’interpretazione diversa e complementare del percorso artistico di Marín, dalla genesi dei disegni alla realizzazione di sculture monumentali e arazzi che evocano la complessità emotiva e fisica dell’essere umano. La produzione più recente dell’artista, esposta al Palazzo delle Esposizioni, include 35 opere innovative, spesso create con resina poliestere amaranto mescolata con elementi organici come semi di amaranto, terra, tabacco, carne secca e petali di fiori, sottolineando un impegno verso la sostenibilità ambientale e arricchendo le opere di una vibrante intensità cromatica.
Le Terme di Diocleziano ospitano una retrospettiva che copre le diverse fasi dell’arte di Marín, offrendo una visione antologica che si estende dagli anni Novanta ad oggi. Circa cinquanta lavori di medie e grandi dimensioni sono stati selezionati per illustrare le tematiche ricorrenti e le innovazioni stilistiche dell’artista, con una particolare attenzione alla figura umana, spesso rappresentata in pose disarticolate, contorte e lacerate, che riflettono le tensioni interne e le lotte esistenziali. Queste figure, potenti nella loro espressività fisica e emotiva, dialogano con le tradizioni dell’arte antica e con i maestri del passato come Michelangelo, Benvenuto Cellini e Auguste Rodin, reinterpretati attraverso un linguaggio personale che fonde tradizione e innovazione. Le sculture di Marín, spesso in materiali come bronzo, terracotta e resina, rivelano una maestria tecnica e una profondità concettuale, esplorando la tensione tra la realtà fisica e le possibilità illimitate dell’immaginazione.
La mostra “Materiae” non è solo un viaggio attraverso l’universo creativo di Javier Marín, ma anche un significativo ponte culturale tra Italia e Messico, sostenuto da enti prestigiosi quali il Ministero della Cultura italiano, la Direzione Generale Musei, l’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e l’Azienda Speciale Palaexpo, con il patrocinio dell’Ambasciata del Messico in Italia e la collaborazione di istituzioni come la Fondazione Javier Marín e la Galleria Terreno Baldio Arte.
In questa mostra, Marín non solo celebra la tradizione artistica e la sua continua evoluzione, ma invita anche alla riflessione sulle dinamiche interculturali e sul ruolo dell’arte nel costruire ponti di comprensione tra i popoli, promuovendo un dialogo che trascende i confini geografici e culturali. Le opere di Marín, cariche di una potente narrativa visiva e di un’intensa esplorazione della condizione umana, offrono ai visitatori un’esperienza irripetibile, un’occasione per confrontarsi con la profondità dell’arte contemporanea e per riscoprire l’ispirazione che solo l’arte può offrire. Da non perdere.
Parallelamente, l’esposizione “Materiae” di Javier Marín, parte delle celebrazioni per i 150 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Messico, offre un dialogo artistico con la mostra “Tlapitzalli. Riti e suoni del Messico Antico” presso le Scuderie del Quirinale , arricchendo il panorama culturale con una fusione di tradizione e modernità nella scultura messicana.
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