Salvador Dalì: tra arte e mito. L’universo del genio surrealista in mostra a Roma

Un viaggio nell'immaginario onirico di Salvador Dalì attraverso oltre 80 opere, dialoghi interdisciplinari e contributi di grandi protagonisti del surrealismo. Un'esperienza immersiva che celebra l'arte come forza trasformativa, tra sogno e rivoluzione estetica

Il tempo è una delle poche cose importanti che ci sono rimaste.” Con queste parole, Salvador Dalì ci ricorda la centralità della percezione temporale nell’esperienza umana, un tema che si intreccia con la sua intera produzione artistica come un filo di Arianna, guidandoci attraverso i labirinti della sua mente geniale. In Salvador Dalì, il tempo non è mai lineare, ma si piega, si espande e si dissolve, diventando sostanza stessa di una visione che ambisce a riscrivere le leggi della realtà. Dalì, un nome che non evoca solo un artista, ma un universo intero, capace di trasformare il quotidiano in mitologia e il sogno in un linguaggio universale. La sua opera rappresenta un ponte tra il reale e l’irreale, un viaggio verso una dimensione dove il pensiero si fa materia e la materia si dissolve in pensiero.

Dal 25 gennaio al 27 luglio, Roma si fa teatro di questo universo straordinario, accogliendo “Salvador Dalì, tra arte e mito”, una mostra che restituisce al pubblico l’essenza più profonda di un artista che ha fatto della sua visione onirica una rivoluzione estetica e concettuale. Ospitata presso il Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano, questa esposizione è curata da Vincenzo Sanfo, un esperto di calibro internazionale, e si avvale del sostegno di un comitato scientifico che assicura un’esplorazione rigorosa e affascinante del genio daliniano. Il patrocinio della Regione Lazio, di Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e dell’Oficina Cultural de la Embajada de España ne sottolinea la rilevanza istituzionale, inserendola tra gli appuntamenti culturali più significativi dell’anno.

Oltre 80 opere provenienti da prestigiose collezioni private di Francia e Italia compongono un percorso espositivo che attraversa le molteplici forme espressive di Dalì. Dipinti, sculture, incisioni, ceramiche, arazzi e gioielli dialogano tra loro in una sinfonia visiva che svela l’incessante sperimentazione dell’artista. Ogni opera diventa una tessera di un mosaico più ampio, in cui il confine tra arte e vita si dissolve per lasciare spazio a un racconto che sfida la linearità temporale e la logica razionale. Dalì non è mai prevedibile, ma sempre sorprendente, un maestro dell’imprevisto che trasforma ogni materiale in veicolo del suo immaginario.

Salvador Dalì. Photocredit @navigaresrl

In questa mostra, il pubblico non è semplice spettatore ma viaggiatore in un mondo altro, dove la psiche prende forma e i sogni si fanno carne. Qui ogni regola si spezza e ogni convenzione viene sovvertita per aprire varchi verso nuovi orizzonti. I sogni di Dalì non sono un’evasione dalla realtà, ma uno strumento per decostruirla e ricostruirla su basi inedite. Egli è un alchimista dell’immaginario, capace di trasmutare il visibile in pura meraviglia, di piegare la materia al servizio di una visione che non conosce limiti. Le sue opere, dense di simbolismo e di enigmi, catturano lo spettatore e lo trascinano in una dimensione parallela, dove ogni dettaglio è un indizio e ogni immagine è una porta verso l’infinito.

Ad arricchire ulteriormente l’esposizione, troviamo opere di altri grandi protagonisti del surrealismo, tra cui Magritte, Ernst, Masson, Man Ray, Leonor Fini e de Chirico. Questa coralità permette di contestualizzare il genio di Dalì all’interno di un movimento che ha ridefinito l’arte del XX secolo, un’avanguardia che ha fatto del sogno e dell’inconscio le sue principali fonti di ispirazione. Attraverso questi dialoghi visivi si delinea una rete di influenze e rimandi, un intreccio di visioni che trascende il singolo autore per abbracciare una dimensione collettiva e universale.

Non meno rilevante è il contributo letterario e cinematografico che accompagna la mostra, con la presenza di scrittori come André Breton, Jean Cocteau e Louis Aragon e il ricordo degli storici sodalizi di Dalì con Federico García Lorca e Luis Buñuel. Disegni inediti e frammenti cinematografici testimoniano un’epoca di straordinaria fecondità creativa, in cui l’arte si intreccia con la vita e ogni incontro diventa una scintilla capace di generare nuove idee. Questa dimensione interdisciplinare arricchisce il percorso espositivo, offrendo una visione complessa e articolata di un artista che ha saputo spaziare con disinvoltura tra pittura, poesia, teatro e cinema.

“Questa mostra è un invito a immergersi nel laboratorio di un genio, dove ogni opera è una finestra aperta sull’infinito,” afferma Vincenzo Sanfo. L’itinerario espositivo segue le fasi della carriera di Dalì, dai primi anni di sperimentazione, segnati dall’incontro con figure fondamentali come Lorca e Buñuel, fino alle ultime creazioni oniriche che testimoniano una ricerca incessante e mai domata. Litografie legate alla Divina Commedia, incisioni a puntasecca, disegni preparatori, sculture e una ricca collezione di fotografie e documenti completano il percorso, offrendo al pubblico un mosaico di straordinaria complessità e bellezza.

Salvador Dalì. Photocredit @navigaresrl

L’evento non è solo una celebrazione del genio di Dalì, ma un invito a riflettere sul ruolo dell’arte nella società contemporanea, come strumento di conoscenza e di trasformazione personale. In un momento di grande fermento per la Capitale, con le celebrazioni del Giubileo 2025 all’orizzonte, questa mostra si pone come un faro culturale, capace di attirare non solo esperti e appassionati, ma anche chi si avvicina per la prima volta all’universo del surrealismo. Il surrealismo di Dalì è una porta aperta verso un mondo dove ogni spettatore può ritrovare un frammento di sé,” sottolinea Salvatore Lacagnina, Responsabile di Navigare.

Ogni elemento dell’esposizione invita a una riflessione profonda sul potere evocativo dell’arte e sulla sua capacità di trascendere il tempo e lo spazio, riscrivendo i confini della percezione e della conoscenza. In questo viaggio, lo spettatore non è mai passivo, ma diventa parte attiva di un dialogo che lo coinvolge e lo trasforma. La mostra “Salvador Dalì, tra arte e mito” non è solo un evento espositivo, ma un’esperienza totale, un viaggio nell’anima di un artista che ha saputo fare della sua visione un dono universale, capace di parlare a ogni epoca e a ogni sensibilità.