Alba Rohrwacher esce dall’ombra di Angelina Jolie

L'ultimo "Personaggio Interessante" sul quale The Hollywood Reporter punta i riflettori, è una figura misteriosa che si nasconde all’ombra della cantante lirica Maria Callas: la sua governante, nel nuovo biopic di Netflix

Alba Rohrwacher è uscita dall’ombra di Angelina Jolie con il suo ruolo in “Maria“. L’attrice italiana, 45 anni,  interpreta  il ruolo di Bruna Lupoli, la governante di Maria Callas al fianco della vincitrice dell’Oscar nel biopic del regista Pablo Larraín. Rohrwacher conosce bene la celebre cantante lirica  affermando “perché siamo italiane”. Bruna è stata la donna che ha vissuto nell’ombra di Maria Callas. A catturare l’attenzione dell’attrice durante la fase di studio e ricerca sul personaggio, sono state le tante immagini di Bruna.

Bruna Lupoli era una donna incredibile, minuta, elegante”, racconta a The Hollywood Reporter. “Quello che sono riuscita a trovare su di lei erano solo le cose che gli altri dicevano di lei. E così ho lentamente costruito una mia idea, ritrovandola di volta in volta in tutte le immagini di Maria Callas, chiedendomi: ‘Chi è questa donna dietro di lei che cerca di nascondersi?'”

Così Rohrwacher ha inziato ad innamorarsi del personaggio di Bruna confermando la sua passione per l’arte fin da piccola. Rohrwacher è un attrice esperta e coraggiosa essendo apparsa in dozzine di film italiani per aiutare a far luce su qualcuno che è sempre apparso in secondo piano.

Di seguito, l’intervista che Rohrwacher a rilasciato a THR su come ha vissuto l’esperienza lavorativa al fianco di Jolie e Larraín in “Maria”, sulla collaborazione con la sorella regista Alice Rohrwacher, sul ruolo da protagonista nella quarta e ultima stagione de “L’amica geniale” e altro ancora.

Com’è stato lavorare al fianco di Jolie e Larraín in “Maria”, che esplora la vita di Maria Callas, la più grande cantante lirica del mondo?

Ammiravo Pablo Larraín, ammiravo tutto quello che faceva e quando mi ha cercata [per il ruolo di Bruna], ero molto, molto felice e non ho nemmeno avuto bisogno di leggere la sceneggiatura. Certo, la sceneggiatura è importante, ma per me anche la visione del regista è qualcosa di molto importante, per dire: “Ti darò una parte della mia vita”. Quindi il mio istinto è stato: lo seguirò. E poi ho scoperto una sceneggiatura incredibile e saputo che Angelina sarebbe stata Maria, e condividere questa esperienza con lei è stato incredibile. Penso che ci siamo trovate subito e lei mi ha accolta immediatamente a cuore aperto. Così ho trovato la chiave del mio personaggio, qualcuno che ha deciso di donare la sua vita a qualcun altro. Qualcuno che non ha alcun ego, e qualcuno di molto umile e leale. Amo questo personaggio, amo l’austerità del personaggio.

Alba Rohrwacher nel ruolo di Bruna Lupoli, Pierfrancesco Favino nel ruolo di Ferruccio Mezzadri e Angelina Jolie nel ruolo di Maria Callas in “Maria”. Foto @Netflix/Everett Collection

Tornando all’inizio, cosa ti ha spinto a diventare un’attrice?

Quando ero bambina, avevo questo desiderio perché studiavo ginnastica, acrobazie. Sono cresciuta in campagna e c’era un bosco e un villaggio vicino e durante l’estate, per caso, è arrivato in paese un circo francese, ma era come un circo con attori e clown. Era come una famiglia artistica. E ho avuto questo tipo di istinto, volevo seguirli. Ricordo che avevo la piccola cartolina che si poteva comprare alla fine dello spettacolo e c’era un bambino con uno strano cappello, come una faccia da clown. E ho messo questo piccolo poster vicino al mio letto, così ogni sera andavo a dormire guardandolo, aprendomi a questa possibilità. Quindi questo è stato sicuramente il primo istinto a dare la mia vita a questo tipo di avventura. E poi quando ho potuto trasferirmi dal villaggio, sono arrivata in città e ho avuto l’opportunità di fare un corso di teatro. Ho subito capito subito che volevo fare questo nella mia vita, ma avevo bisogno di studiare ed è per questo che ho fatto di tutto per essere ammessa alla Scuola Nazionale di Cinema, che forse è il luogo più importante in Italia dove si può studiare recitazione.

Quindi hai capito subito che volevi esprimerti in modo creativo.

Quando li ho visti fare un po’ di clownerie, ho avuto la sensazione di dover essere qualcun altro, che all’epoca era un clown o un acrobata, ma poteva essere qualcuno che poteva aiutarmi non solo a essere me stessa, ma a dare me stessa a qualcun altro che potesse migliorare la mia emozione, che mi insegnasse qualcosa di nuovo su di me. È qualcosa di molto misterioso e magico che è legato per me ad un desiderio.

Come ci si sente ad avere il sostegno di tua sorella, Alice Rohrwacher, e a sapere che anche lei capisce l’industria cinematografica come regista?

È stato molto strano perché ho due anni più di Alice e non ci siamo dette: “Voglio fare l’attrice, voglio fare la regista”. Siamo molto simili in qualche modo e allo stesso tempo molto diverse [ride]. … Guardiamo lo stesso pianeta con lo stesso desiderio e due pensieri diversi, [e] arriviamo nello stesso posto, condividendo la possibilità di lavorare insieme anche con ruoli diversi. E ora avere questa possibilità è incredibile perché quando lavoriamo insieme, è qualcosa di così speciale perché lavori con qualcuno di cui ti fidi così tanto. Ci comprendiamo subito e … la creatività è già piena di vita. Siamo in grado di dirci la verità, anche se la verità non è scomoda. Ma è la una verità che potrebbe permetterci di trovare il lato migliore di noi, quindi è come migliorare. Potrei dire a mia sorella cose che forse la gente ha paura di dirle perché è la regista. E lei potrebbe dire a me cose e spingermi in un posto dove non voglio andare perché forse ho le mie fragilità.

Quanto eri emozionata di recitare nella quarta e ultima stagione de “L’amica geniale” della HBO dopo aver narrato il personaggio di Elena Greco per diversi anni?

Sì, è stato come un viaggio enorme, una grande responsabilità [ride]. Abbiamo iniziato tutto sette anni fa ed è stato un modo per scopire il personaggio, per capirlo in un modo molto particolare grazie alla possibilità di trovare lentamente la mia Elena [rispetto agli attori che l’hanno interpretata da giovane]. … Quindi ho provato un immenso senso di gratitudine perché è stato un viaggio molto, molto duro e meraviglioso e lo ricorderò per sempre. Capisco tante cose di me grazie ad Elena. Mi ha permesso di comprendere a fondo anche tutte le mie contraddizioni, grazie alle sue contraddizioni. Ed è stato molto interessante interpretare per un anno questo tipo di personaggio, qualcuno che si dibatte tra la sua vita sentimentale e la sua vita familiare.

Alba Rohrwacher, Irene Maiorino in L’amica geniale Foto per gentile concessione di HBO

Se dovessi descrivere cosa rende Alba Rohrwacher, Alba Rohrwacher, cosa diresti?

Quando credo in qualcosa, ogni paura scompare. Questa è forse una buona caratteristica. Sono in grado di credere anche in qualcosa in cui è impossibile credere nel processo artistico. … Ci sono due lati di questo. Nel processo artistico, [potrebbe essere] qualcosa che mi ha dato un superpotere, ma è anche qualcosa che potrebbe rendermi molto vulnerabile. È un doppio potere.

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