
All’inizio del 2024, La Straordinaria Vita di Ibelin ha debuttato al Sundance Film Festival, dove Netflix se l’è subito accaparrato per la distribuzione mondiale. Ora nella shortlist per gli Academy Awards 2025, il documentario di Benjamin Ree racconta la storia di Mats Steen, un giovane norvegese morto a 25 anni a causa della distrofia muscolare di Duchenne, una malattia neuromuscolare degenerativa ereditaria e incurabile. I suoi genitori, Robert e Trude, credevano che il figlio avesse trascorso i suoi ultimi anni in isolamento, passando migliaia di ore in World of Warcraft, il gioco di ruolo online multigiocatore di massa, nei panni del prestante guerriero biondo “Ibelin”. Ma dopo aver pubblicato la notizia della sua morte sul suo blog, hanno scoperto che il figlio aveva influenzato innumerevoli vite attraverso la sua presenza virtuale.
Con una combinazione di video di famiglia, post del blog e filmati di gioco ricostruiti, il regista Ree, ha messo insieme la storia di come Mats abbia trovato amicizia, amore e scopo in un mondo online. I suoi genitori non hanno mai compreso a fondo il figlio. Parlando con The Hollywood Reporter, Robert, Trude, Ree e la produttrice di Ibelin Ingvil Giske, hanno ripercorso il lungo viaggio del film verso lo schermo: come una “piccola società norvegese” ha realizzato un film utilizzando alcune delle IP di gaming più famose del pianeta (senza prima chiedere il permesso) e come sperano che il film possa innescare nuove conversazioni tra le generazioni. “La maggior parte dei genitori non ha idea del gaming, di una delle cose più importanti che fanno i loro figli. Spero che uno dei risultati del film sia che i genitori possano confrontarsi con i loro figli.”

Mats Steen in La Straordinaria Vita di Ibelin Courtesy of Netflix. Foto @Bjorg Engdahl Medieop/Netflix
ROBERT STEEN, PADRE DI MATS Dopo la morte di Mats, la sua storia è stata pubblicata come articolo sul giornale online di NRK, l’emittente pubblica norvegese. È stata letta da circa il 20% della popolazione nazionale in una settimana. È stato un fenomeno.
BENJAMIN REE, REGISTA, LA STRAORDINARIA VITA DI IBELIN L’articolo è apparso sui miei social media. L’ho letto e mi ha fatto piangere. Ho pensato che fosse uno dei migliori articoli di approfondimento che avessi mai letto. All’inizio non avevo pensato di farci un documentario. Lo zio di Matt era stato mio insegnante a scuola. L’ho chiamato e mi ha detto che suo fratello, il padre di Mats, Robert, aveva filmato tutta la vita di Mats, su videocassette VHS, dal giorno in cui è nato fino alla fine. Così ho contattato il padre di Mats e gli ho chiesto se potevo digitalizzare i nastri e vedere cosa c’era.
ROBERT STEEN Abbiamo avuto molti registi, molte società, che volevano fare questa storia come un film, ma li abbiamo rifiutati tutti perché sapevamo che sarebbe stato emotivamente difficile, avrebbe riaperto molte ferite e ricordi. Volevamo la persona giusta per gestirlo. Mio fratello minore, che aveva insegnato a Benjamin alle elementari, ha detto che Benjamin sarebbe stata una persona di cui ci si poteva fidare per un compito del genere.
REE Non abbiamo fatto un accordo o altro. Robert è venuto con delle videocassette VHS e ho iniziato a digitalizzarle. Il primo filmato che ho visto, è stato Mats da bambino che giocava nel suo box, e proprio accanto a lui c’era questo bambino che sembrava me da bambino. Poi ho visto mio padre lì. E ho capito: ero io da bambino! I miei genitori e i genitori di Mats facevano parte dello stesso gruppo di amici alla fine degli anni ’80.
ROBERT STEEN Benjamin aveva sette giorni meno di nostro figlio. Sono nati nello stesso ospedale, a una settimana di distanza.
REE Non sono una persona religiosa, ma mi è sembrato un segno. Poi ho saputo che Mats aveva scritto un blog e, prima di morire, aveva lasciato la password alla sua famiglia.
ROBERT STEEN Mats ci diceva che giocava con altre persone, ma pensavamo che queste persone non conoscessero Mats, perché non si incontravano mai fisicamente e non si parlavano mai.
TRUDE STEEN, MADRE DI MATS E poi ,dopo che è morto, abbiamo ricevuto email dopo email. Eravamo così confusi. Pensavamo “Chi sono queste persone?”
ROBERT STEEN Durante i suoi ultimi 10 anni, ha probabilmente trascorso 20.000 ore in questo immerso nel mondo del gioco. Il suo mondo sembrava così limitato. Se giochi 12 ore al giorno, non hai tempo per nient’altro. Non hai tempo per incontrare i tuoi amici. Il nostro dolore più profondo stava nel fatto che non avrebbe mai provato l’amore, l’amicizia o il fare la differenza nella vita degli altri.

da sinistra: i genitori di Mats, Trude e Robert Steen, e la sorella minore Mia in La Straordinaria Vita di Ibelin. Courtesy of Netflix. Foto @Bjorg Engdahl Medieop/Netflix © 2024
REE Ho saputo che il gruppo di amici di gioco di Mats, chiamato Starlight, aveva conservato tutta questa trascrizione dei dialoghi di gioco dal loro gioco di ruolo online. È stato allora che ho avuto l’idea di ricreare una vera e propria vita da avatar. Mats era praticamente cresciuto all’interno di questo gioco [World of Warcraft]. Mi piacciono molto le storie di formazione, e ho pensato: e se, all’interno del film, all’interno della parte animata ambientata nel gioco, potessimo raccontare la storia di formazione di Mats, dove lui cresce, impara e fa errori, all’interno del gioco? Avevamo questo enorme archivio digitale e rispecchiava esattamente questo: Mats che cresceva all’interno del gioco. Che io sappia, questa è la prima volta che un film ricostruisce una vera e propria vita da avatar, raccontata in retrospettiva, con doppiatori che leggono i dialoghi ma con ogni aspetto tratto direttamente dai dialoghi trascritti di Mats e dei suoi amici. L’animazione 3D è una sorta di drammatizzazione, una ricostruzione, ma è tutta basata su personaggi, eventi e luoghi reali. Abbiamo tutti i dati esatti su cosa è stato detto quando e dove all’interno del gioco.
INGVIL GISKE, PRODUTTRICE, LA STRAORDINARIA VITA DI IBELIN All’inizio non vedevamo alcuna sfida nel realizzare il film, vedevamo solo una bella storia. Sono troppo sprovveduta per vedere quanto possono essere difficili le cose. Penso che la stupidità sia di grande aiuto nel fare documentari. Se la gente sapesse quanto saranno difficili le cose, molti documentari non verrebbero mai realizzati.
REE È stato un film molto, molto difficile da fare. È stata una vera sfida realizzare questa storia di formazione all’interno dell’animazione. Abbiamo trascorso due anni in sala di montaggio. Dopo un anno, il film non funzionava. Le “teste parlanti”, le interviste con la famiglia e gli amici e i filmati d’archivio VHS funzionavano come un documentario tradizionale, ma la gente non era pronta ad entrare nella parte animata del film. La gente era interessata a Mats ma non a Ibelin, il suo personaggio di World of Warcraft. Così ho iniziato a cambiare la forma del film. Mi sono ispirato ad Assalonne, Assalonne! di William Faulkner e a Quarto Potere, per raccontare un approccio frammentato, con diverse prospettive sulla storia di Mats, inclusa la prospettiva di Mats stesso. Nell’apertura, si ottiene la versione dei genitori della storia di Mats e il film ha una forma tradizionale, con teste parlanti e video di famiglia. La volta successiva che raccontiamo la storia è dal punto di vista di Mats, usando un attore che legge il suo blog come voce fuori campo. È molto saggistico, un po’ flusso di coscienza, più uno stile da documentario d’autore. Poi entriamo nel mondo del gioco, diventa animazione 3D, e otteniamo la prospettiva degli amici di Mats sulla sua vita. La forma del film è cambiata totalmente. E ha iniziato a funzionare.

Un fotogramma da La Straordinaria Vita di Ibelin, che mostra l’avatar di Mats Steen, Ibelin, e Rumor, l’avatar femminile della ragazza online di Mats, Lisette. Foto per gentile concessione di Sundance Institute.
Non avevamo alcun contatto con Activision Blizzard, la società proprietaria di World of Warcraft. Ma tutti questi modelli del gioco sono disponibili online e c’è questa enorme community di fan su YouTube che realizza video amatoriali basati sui personaggi e sulla grafica dei giochi.
Ho trovato questo animatore, Rasmus Tukia a Stoccolma. Pensavo avesse una grande azienda, perché la qualità dell’animazione era così buona, ma era solo lui. Di giorno era uno studente e lavorava in un magazzino. Di notte faceva le sue animazioni, dal suo ufficio sul retro della casa dei suoi genitori. Ha fatto tutta l’animazione del film, lavorando per due anni dal retrobottega di sua madre. Eravamo lì a lavorare e sua madre gridava: “Rasmus, la cena è pronta! Lasagna!” Così ci fermavamo, mangiavamo un po’ di lasagna e poi tornavamo al lavoro.
GISKE Potrebbe sembrare una mossa audace, usare l’IP di Blizzard senza chiedere, ma non avevamo altra scelta. Questo non avrebbe potuto essere un film se fosse stato totalmente controllato da un marchio. Doveva essere indipendente.
REE Blizzard non aveva idea che stessimo lavorando al documentario, fino a quando non avevamo finito, credo, la bozza numero 25 del film. Poi li abbiamo contattati: siamo una piccola società norvegese con sede a Oslo, abbiamo realizzato questo film utilizzando la vostra IP, e ci chiedevamo se potessimo ottenere l’approvazione per usarla senza alcun vostro coinvolgimento? Se avessero detto di no, non avevamo un piano B. Siamo andati in California per mostrare il film ai capi di Blizzard. Ero estremamente nervoso. Ho dovuto prendere qualche dose extra di medicine per l’asma per farcela. Dopo la proiezione, non ho osato alzare lo sguardo. Ho fissato il pavimento. A poco a poco ho alzato lo sguardo e ho visto uno dei capi. Mi ha guardato e ha detto: “Questo film è fantastico. Potete avere i diritti.” Activision Blizzard è stata molto di supporto, ma non ha avuto alcun controllo editoriale. Abbiamo sempre avuto il final cut. Devo dare credito a Ingvil. È molto più coraggiosa di me. Ha avuto il coraggio di dire: “Facciamo il film e chiediamo il permesso dopo”.
GISKE Questo è un film che dà al mondo una visione totalmente nuova del gaming. Il novantanove percento di tutto ciò che viene scritto sul gaming è negativo. Questa è una storia positiva. Se ci fosse stato un forte coinvolgimento da parte dei creatori di World of Warcraft, non sarebbe stato accolto così bene. Non sarebbe stato credibile come documentario

Il regista de La Straordinaria Vita di Ibelin, Benjamin Ree. Foto @Kristoffer Kumar
ROBERT STEEN Fin dall’inizio, Benjamin ci ha coinvolti in tutto ciò che riguardava il film, nei quattro anni che ha trascorso a realizzarlo. Ci ha aiutato a prepararci, emotivamente, a ripercorrere questa storia. È diventato parte del processo di elaborazione del lutto per noi. La prima volta che ci ha mostrato il film, era lungo un’ora e 45 minuti. Ha detto: “Mettete da parte 3 ore per guardarlo. Sarete solo voi due nella stanza. Vi consiglio di portare acqua e molti fazzoletti”.
TRUDE STEEN Sono passati 10 anni ormai da quando è morto, ma devo dire che mi manca ancora. Ho visto il film più di 50 volte e ogni volta che lo vedo sullo schermo, vorrei solo afferrarlo e portarlo a casa con noi. Ma avere tutte queste storie [che Benjamin ha trovato] dalle persone che ha aiutato, ci ha davvero aiutato a capire com’era veramente la vita di Mats.
ROBERT STEEN Noi, credo a ragione, ci siamo definiti parte della migliore generazione di genitori che sia mai esistita. Siamo andati a tutte le riunioni dei genitori. Siamo andati a tutti gli eventi, a tutte le partite, eravamo molto presenti nella vita dei nostri figli. Ma avevamo un punto cieco: la parte digitale della vita dei nostri figli. Abbiamo trascorso cinque minuti ad analizzarla, e gli anni successivi a condannarla. Ma ci sbagliavamo. Mats ha vissuto una vita molto più ricca e migliore di quella che vedevamo. Aveva amici, conosceva l’amore. Ha avuto un impatto sulla vita delle persone. [Il film] in un certo senso, ha risposto a una delle grandi domande che ci siamo posti per 25 anni: come ha potuto Mats, con la condizione con cui è stato messo al mondo e con cui ha vissuto i suoi 25 anni qui, come ha potuto mantenere il suo entusiasmo, il suo ottimismo, la sua felicità e la sua curiosità? Questo è stato un enigma per noi fino alla sua morte. È solo nei 10 anni successivi che la sua vera storia ci è stata rivelata.

Mats Steen in La Straordinaria Vita di Ibelin. Foto @Bjorg Engdahl Medieop/Netflix © 2024
GISKE È sempre stato importante per noi lanciare il film nei cinema norvegesi prima del lancio mondiale su Netflix, perché la storia di Mats Steen è così conosciuta qui e volevamo davvero vedere la reazione. È stato un enorme successo.
REE Circa 120.000 norvegesi hanno visto questo film nei cinema che registrato un incasso al botteghino di circa 1,3 milioni di dollari.
GISKE Abbiamo cinque milioni di persone in tutto il paese, quindi è un sacco.
REE Le migliori reazioni che ho avuto dalla proiezione del film nei cinema norvegesi sono state quelle di persone che mi si sono avvicinate e mi hanno detto: dopo aver visto il tuo film, voglio andare dai miei cari e abbracciarli e dire loro quanto significano per me. Ho avuto giocatori che mi si sono avvicinati e adolescenti che mi hanno detto che vogliono portare i loro genitori a vedere il film.
GISKE Subito dopo il lancio, abbiamo inserito alcune proiezioni diurne per gli anziani, e hanno fatto il tutto esaurito. Tutti questi anziani guardavano il film perché volevano capire cosa combinano i loro nipoti online. E poi sono tornati al cinema con i loro nipoti per rivedere il film. La gente ha capito che questo è un film non solo per i giocatori: è una storia di amicizia e comunità. È stato emozionante vedere come ha raggiunto tutte le generazioni.
ROBERT STEEN Sono stato nominato dal governo norvegese per guidare un gruppo di esperti su come l’ambiente digitale impatta tutti, da zero a 19 anni: nell’insegnamento, nella socializzazione, nella salute mentale e fisica, in tutto. Molte persone sono sorprese che un uomo di 62 anni possa vedere il lato positivo del tempo trascorso davanti allo schermo. Ma la storia di Mats mi ha insegnato che mi sbagliavo. Dobbiamo ammettere che non stavamo ascoltando le storie virtuali dei nostri figli. Le abbiamo ignorate completamente. E ci sbagliavamo. Oggi in Norvegia, l’80% di tutti i bambini sotto i 16 anni trascorre, in media, più di un’ora al giorno nei giochi online. L’80%. È di gran lunga l’attività più importante al di fuori della scuola. E l’80% dei genitori dice di non avere né interesse né comprensione di cosa sia il gioco online. Quindi i nostri genitori non hanno idea di una delle cose più importanti che fanno i loro figli.
Spero che uno dei risultati del film, sia che i genitori possano avere queste discussioni con i loro figli, che noi purtroppo non abbiamo avuto con Mats. Quando si sbucciano gli strati della storia di Mats e del film, è una storia di speranza e opportunità. C’è stato un uomo di 93 anni che ha visto il film in un cinema qui a Oslo. Ci ha mandato un’email e ha detto: Mats aveva un superpotere. Il suo superpotere era che ha sfruttato al massimo la vita che gli è stata data. Quanti di noi possono dire di aver sfruttato al massimo la vita che ci è stata data?
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