Anthony Mackie: “Il Nuovo Capitan America Afroamericano Rappresenta Tutti Noi”

Alla Premiere Mondiale del Film Marvel, anche Harrison Ford: “In questo mondo ci vorrebbe più uguaglianza”.

LOS ANGELES – La notte della première di Captain America: Brave New World, Marvel ha trasformato Hollywood Boulevard in un immenso red carpet, mentre il leggendario TCL Chinese Theatre è diventato un crocevia scintillante di stelle e fan travestiti dai loro supereroi preferiti.

Tutti lì, a celebrare il primo film dedicato a Sam Wilson, l’erede afroamericano di Steve Rogers. Mentre Rogers, apparso per la prima volta in una striscia a fumetti il 20 dicembre 1940, era un giovane fragile trasformato in un soldato perfetto grazie a un siero sperimentale durante la Seconda Guerra Mondiale, Wilson è un veterano dell’aeronautica che dovrà contare semplicemente sulle proprie forze.  Anche lui però indossa un costume ispirato alla bandiera statunitense, proteggendosi con un iconico scudo indistruttibile.

Negli stessi momenti in cui sul tappeto rosso, fra i costumi originali e il fruscio incessante dei flash, sfilavano gli attori e i creatori del film diretto da Julius Onah, all’esterno della gigante tensostruttura creata per l’occasione, risuonavano alcune voci di contestazione. 

Da una parte Anthony Mackie, Harrison Ford e gli altri rilasciavano le loro interviste, dall’altra un gruppo di qualche decina di manifestanti pro-Palestina si è radunato poco distante, con cartelli e striscioni. Gridando nei loro megafoni, chiedevano fra le altre cose l’eliminazione di Sabra, il personaggio israeliano interpretato da Shira Haas. Con il passare del tempo i cori “Free Palestine” che avevano inizialmente catturato  l’attenzione, sono sfumati, diventando un rumore in lontananza. 

Il lungometraggio, in cui il nuovo Capitan America si ritrova a dover risolvere un incidente internazionale, è costato 180 milioni. In uscita il 14 febbraio negli Usa (vietato ai minori di tredici anni)  e il 12 febbraio in Italia, conta di incassare attorno ai 190 milioni di dollari a livello mondiale nel suo primo week end. Si prevede infatti che San Valentino e il President Day americano, daranno una spinta in più ai botteghini del supereroe a stelle e strisce.  

Anthony Mackie, nato a New Orleans nel 1978, giacca blu e spilla con lo scudo di Cap. Un sorriso contagioso. Lo sguardo di chi sa di avere ereditato un personaggio iconico, non ha esitato un attimo nel rispondere.

Cosa significa per lei essere il primo Capitan America afroamericano? 

“Per me è molto importante, credo che la grande idea di questo supereroe sia che, a differenza del suo predecessore,  Sam Wilson non ha preso il siero per diventare un super soldato. Quindi rappresenta tutti noi. È un ragazzo semplice, che sceglie di opporsi alle ingiustizie, facendo tutto con grande onore e dignità”.

Perché, secondo lei, tutti amano così tanto Cap?

“Perché lui è come noi. Si alza a mattina, si veste e si allena, come facciamo io e te. Solo che fa tutto con enorme umiltà, la stessa modestia a cui anche noi dovremmo aspirare. Davvero, credo che rappresenti il meglio di questa società”.

Harrison Ford, con il suo fascino intramontabile e una gentilezza che riconferma, se ce ne fosse stato bisogno, la sua grandezza, mi si è avvicinato mentre stavo girando un video. Guardavo in un’altra direzione, concentrato su un abbraccio fra Mackie e Giancarlo Esposito, che nel film porta in scena il cattivissimo  Seth Voelker. Mi sono sentito tirare la giacchetta, ho abbassato la telecamera e mi sono girato. Era una pubblicista Disney che sorridendomi mi ha detto: “ Vuoi parlare con il Signor Ford?”

Una frazione di secondo per capire cosa stava succedendo, un’altra per trattenere l’emozione di vedere l’uomo che ha dato vita a Indiana Jones, Han Solo e tutti gli altri. Un respiro profondo e un sorriso.  Certamente volevo parlare con lui, dall’ultima volta che lo avevo incrociato, durante i Critics Choice Awards dell’anno scorso, ma questa è un’altra storia.

Signor Ford, lei è una leggenda vivente, ha interpretato alcuni dei personaggi più iconici della storia del cinema. Ora, nel nuovo Capitan America, porta in scena il Presidente degli USA e, soprattutto, il suo alter ego, la versione rossa di Hulk. Come ci si sente? 

“Hulk è una leggenda nel suo mondo. A me non interessa quel titolo, non so cosa faccia una leggenda. So cosa fa un attore che lavora ed è questo che mi considero: non un mito, ma un attore che si dà da fare”.

Cosa rende Capitan America così speciale, secondo lei?

“Lo amiamo perché rappresenta gli ideali più alti. Ha grandi ambizioni e lavora per raggiungerle. Vuole il bene del mondo e si batte per ottenerlo”.

Inoltre questo è il primo Capitan America afroamericano, cosa significa questo per lei?

“ Apparentemente si, è il primo. A me non cambia niente, significa solo che è afroamericano”.

Trova che ci sia bisogno di più rappresentazione delle varie etnie nei film?  

“ Credo che abbiamo bisogno di uguaglianza, di  giustizia e di più equità”.