Dal Baratro al Grande Schermo: Come i Film della serie Looney Tunes hanno Sfidato la Sorte

Il regista di "The Day the Earth Blew Up" si racconta, svelando il turbolento viaggio per portare sul grande schermo il primo film d'animazione della Looney Tunes in oltre 80 anni. "quanto è surreale? Abbiamo fatto un film indipendente della Looney Tunes attraverso la Warner Bros. "

The Day the Earth Blew Up: A Looney Tunes Movie, il primo film completamente animato basato sui personaggi della Looney Tunes, arrivato nei cinema americani il 13 dicembre, ha rischiato di non vedere mai la luce. Diverse volte. “Almeno tre, quattro volte durante la produzione, aspettavo quella telefonata [che avrebbe bloccato il film]”, dice il regista Peter Browngardt. “È stato un viaggio travagliato.”

E questo è dir poco. Browngardt è stato ingaggiato a metà del 2021 per produrre e dirigere “The Day the Earth Blew Up”, come suo debutto alla regia di un lungometraggio. Browngardt era uno degli autori del popolare e acclamato reboot della Looney Tunes per HBO Max, una serie di nuovi cortometraggi originali con i classici personaggi della Tunes, che sembrava dimostrare l’esistenza di un pubblico affamato di nuovi contenuti Looney. Browngardt e il suo team di autori – circa 15 tra sceneggiatori e consulenti di storia lavorano  nel film – hanno avuto un’idea originale che vede Daffy Duck e Porky Pig scoprire un piano alieno segreto per conquistare la Terra tramite delle gomme da masticare che controllano la mente. I due personaggi iconici devono salvare il pianeta senza far impazzire l’un l’altro.

“The Day the Earth Blew Up” era stato pensato come un film originale per Max ma, come molti progetti della Warner Bros. – vedi “Batgirl” e “Coyote vs. Acme” – è caduto vittima della ristrutturazione seguita alla fusione di Warner Bros. con Discovery all’inizio del 2022. La Warner ha permesso ai produttori di proporlo ad acquirenti indipendenti. Dopo la sua prima mondiale all’Annecy Animation Film Festival di quest’anno, la Ketchup Entertainment, un distributore indipendente non noto per la programmazione per bambini (tra le sue precedenti uscite Hellboy: The Crooked Man e Hypnotic di Robert Rodriguez), si è accaparrata i diritti di distribuzione negli Stati Uniti. Il film avrà una proiezione valida per la qualificazione agli Oscar il 13 dicembre, prima della sua uscita su 1.500 schermi a febbraio.

In una lunga conversazione con “The Hollywood Reporter”, Browngardt racconta le battaglie combattute tra fusioni aziendali, tagli di budget, scioperi e una pandemia, per portare “The Day the Earth Blew Up” sul grande schermo.

Questo progetto ha avuto una storia produttiva pazzesca, iniziando come una serie per Max, poi diventando un lungometraggio, poi accantonato, poi di nuovo in pista. C’è stato un momento in cui hai temuto che questo film sarebbe diventato, non so, il prossimo “Batgirl” e sarebbe stato cancellato del tutto?

Circa tre, forse quattro volte durante la produzione, aspettavo quella telefonata [che avrebbe bloccato il film]. È stato un viaggio travagliato. In pratica, abbiamo avuto il via libera per Max e poi c’è stata la fusione con Discovery, quindi la Warner Brothers si è ritrovata con un debito enorme e ha iniziato a tagliare un sacco di progetti. Ma avevamo un budget molto modesto per un lungometraggio, circa 15 milioni di dollari, quindi eravamo gli ultimi della lista. Hanno iniziato dai progetti più grandi e hanno continuato a scendere, tagliando e tagliando. Essendo il nostro un progetto abbasstanza piccolo, ci hanno permesso di continuare la produzione. Credo che gli piacesse anche quello che vedevano. Poi ci hanno dato il permesso di provare a vendere il film al di fuori dello studio, quindi lo abbiamo proposto in giro [agli streamers] ma nessuno lo voleva.

Era quel periodo in cui c’era molta paura per il futuro dello streaming, quindi la gente non spendeva. La Warner Bros. International è stata brevemente interessata a distribuire il film [fuori dagli Stati Uniti] ma poi è arrivato lo sciopero e questo ci ha un po’ messi da parte perché si sono concentrati su “Dune: Parte 2” e sugli altri loro grandi film di punta. Avevano bisogno del marketing per quelli, quindi hanno lasciato perdere. Abbiamo dovuto guardare fuori. Lo abbiamo proposto in giro come si fa con qualsiasi film indipendente a un festival. Questa società britannica, la GFM Animation, ha fatto alcune vendite internazionali, ma è stata la Ketchup Entertainment a salvarci. Se non avessimo ottenuto la distribuzione nazionale, sarebbe stata la fine.  Alla proiezione di Annecy, che è andata incredibilmente bene, abbiamo avuto un’ottima risposta e un’ottimo feedback della stampa. Da quel momento ci hanno sostenuto completamente. È fantastico sapere che il film uscirà a febbraio su 1.500 schermi. In pratica, abbiamo fatto un film indipendente attraverso la Warner Brothers. Quanto è surreale?

The Day The Earth Blew Up: A Looney Tunes Movie. Foto @Ketchup Entertainment

È bizzarro che il primo film d’animazione della Looney Tunes in assoluto venga distribuito in modo indipendente e non attraverso la Warner Bros.

Sì, ci sono stati film compilation in passato, come “Daffy Duck’s Movie: Fantastic Island” (1983) o “The Bugs Bunny/Road Runner Movie” (1979) in cui hanno messo insieme vecchi cortometraggi classici. E poi ci sono i film [live-action/animazione] tipo “Space Jam”, che in pratica sono una pubblicità per le scarpe da ginnastica. Ma questo è il primo film originale, completamente animato, con i personaggi della Looney Tunes. È folle pensare che esistano da oltre 80 anni e non siano mai stati usati prima. Credo che si potrebbero fare un sacco di film con questi personaggi animati classici – Bugs, Daffy e persino Topolino e Pippo. “In Viaggio con Pippo” (1995) è stata una grande ispirazione per noi.

“Il giorno in cui la Terra esplose: un film dei Looney Tunes”. Foto per gentile concessione di Warner Bros. Animation

Perché avete scelto Daffy Duck e Porky Pig per questo film e non, diciamo, Bugs Bunny, che sembrerebbe più da botteghino?

Abbiamo scelto Porky e Daffy in particolare perché, per prima cosa, non vogliono sempre uccidersi a vicenda. La maggior parte degli altri personaggi della Looney Tunes cercano sempre di ammazzarsi l’un l’altro, cacciando conigli e cose del genere. Ma sapevamo di dover raccontare una storia emozionante. Per quanto ci piaccia scrivere battute, sapevamo di dover scavare a fondo e trovare una storia che tenesse il pubblico incollato per 90 minuti. Mantenendo lo stile dei Looney Tunes, dovevamo definire i personaggi e il loro rapporto e metterli alla prova. Ma non volevo cambiarli. Alla fine del film, sono ancora Daffy Duck e Porky Pig. Hanno vissuto un’esperienza e forse hanno imparato qualcosa l’uno sull’altro, ma sono ancora gli stessi personaggi.

Siete rimasti fedeli anche allo stile di animazione. Il film sembra un Looney Tunes della vecchia scuola.

Il mio motto era: non si ridisegnano i Looney Tunes. Si continua a farli. Hanno provato a ridisegnarli in passato ed è un’impresa inutile. Qualcosa come i Looney Tunes, che funziona così perfettamente, questi archetipi di personaggi, lo stile, tutto quanto, è come vincere alla lotteria. Non ci si mette mano. Ci si attiene a quello e si raffina, raffina, raffina. Voglio dire, sono i più grandi personaggi dei cartoni animati di tutti i tempi. Quei cortometraggi sono probabilmente i migliori cortometraggi comici mai realizzati, alla pari di Chaplin e Buster Keaton.

Ma i Looney Tunes hanno avuto 40 anni con i registi classici e hanno giocato molto con lo stile nei vecchi cortometraggi, con sfondi più grafici, sfondi più lussureggianti. Anche con i personaggi, si poteva sempre vedere la mano del regista o dell’animatore nei disegni. Non è mai stato un modello rigido di copia-incolla, era molto organico.

Abbiamo fatto un sacco di ricerche per il film. Ho preso tutti i cortometraggi della Looney Tunes. Ce ne sono 1.030 o giù di lì, e non tutti sono disponibili, ma ci sono persone che hanno i loro modi per procurarseli, per ottenere delle copie. Li volevo come file QuickTime sui nostri server per questo progetto, in modo che potessimo consultarli tutti. Era come avere il manuale di istruzioni a portata di mano. Abbiamo fatto un sacco di riunioni con la troupe in cui guardavamo i cortometraggi, li studiavamo, smontavamo i personaggi, come si muovevano e come parlavano.

Ma avete preso ispirazione anche da altri film.

Abbiamo parlato molto di “Scemo e più scemo” e “Borat”. O film come “Un Tipo Imprevedibile” con Steve Martin: film comici con personaggi forti e iconici che hanno un filo conduttore emotivo ma non cambiano veramente.

Peter Browngardt. Foto @Peter Browngardt

Ci sono molti sceneggiatori che lavorano in questo film. Era più un’organizzazione da writers’ room, come per un programma televisivo?

Mi fanno spesso questa domanda. Ho lavorato con uno sceneggiatore, Kevin Costello, a una prima bozza. Ma poi Kevin, io, Alex [Kirwan] e alcuni altri della troupe, abbiamo fatto tutto il film su Zoom durante la pandemia. Facevamo chiamate di 3-4 ore, analizzando tutto il film, pensando alle sequenze, poi eliminandole. Ogni cosa animata che ho fatto in carriera ha avuto delle scalette e delle linee guida approssimative, non delle sceneggiature vere e proprie, perché trovo che lo storyboard sia parte della scrittura. Quando fai cartoni animati, scrivi e disegni allo stesso tempo. Mi piace molto. È per questo che ho iniziato a lavorare nell’animazione televisiva. Credo che il miglior umorismo da cartone animato e in stile Looney Tunes derivi dal fatto che siano i fumettisti a scrivere il materiale. Quindi Kevin ha scritto un’ottima prima bozza e ci sono alcune cose che sono rimaste nel film, ma a parte Darrick [Bachman], che è uno sceneggiatore vero e proprio, arrivato più tardi per dare una sistemata ad alcune cose, tutti gli altri sono storyboard artist-sceneggiatori. Ho lottato con lo studio per farli lavorare tutti. Lo studio odia farlo, ma siamo scrittori. Scriviamo le parole che escono da quelle bocche animate. Scriviamo ogni azione che compiono. Questo succede in tutti i lungometraggi d’animazione. Se si confronta la sceneggiatura originale che vende il film, con “Shrek” o qualsiasi altro film del genere, viene reinventata quattro o cinque volte, quasi da zero, prima della versione finale. Una delle cose di cui sono più orgoglioso di questo film è che sono riuscito a far ottenere alle persone il lavoro che meritavano. Vorrei che gli animatori potessero entrare nella Writers Guild of America, ma questa è un’altra battaglia.

Ho detto che il film ha un’atmosfera da Looney Tunes della vecchia scuola, ma c’è anche molto umorismo referenziale, si rompe la quarta parete e così via, il che mi ha ricordato molto i cartoni animati di Nickelodeon e Cartoon Network.

Esatto. Credo che ormai sia nel nostro DNA. Non possiamo più scrivere battute tonalmente corrette per il 1945. Quando ero al CalArts, abbiamo avuto un ospite fantastico, un regista e animatore, che ha detto: “Non preoccupatevi di essere sempre originali. Siate voi stessi e mettetevi in quello che fate, e l’originalità e il tono verranno fuori”. E il mio tono e il mio umorismo sono decisamente Cartoon Network e SpongeBob e tutta quella roba, è lì dentro, ma questo vale anche per tutti quelli che hanno lavorato nella troupe. Voglio dire, la Warner Bros. Animation aveva fatto solo un film prima, il film dei Teen Titans [“Teen Titans Go! To the Movies” del 2018]. Nessuno di noi, o quasi nessuno di noi, aveva mai lavorato a un lungometraggio prima d’ora. Lo abbiamo affrontato come se stessimo realizzando un cartone animato di 11 minuti per Cartoon Network. Abbiamo lavorato molto velocemente, molto in fretta e a basso costo. È lo stile di umorismo della nostra generazione. Non avevo regole rigide. Se era una buona battuta ed era contemporanea – come la nostra battuta sul ride-sharing nel film o quella sul caffè – ma ci faceva ridere, allora rimaneva.

Questo film si conclude con un accenno a un potenziale sequel. Quali sono le possibilità? Hai ancora il numero di [l’amministratore delegato di Warner Bros. Discovery, David] Zaslav in rubrica?

Non ci conterei troppo. Ma questo non dipende da me. Ho lasciato lo studio a febbraio, letteralmente, il giorno in cui ho approvato la versione finale del film è stato il mio ultimo giorno alla Warner Brothers. Quindi non so quale sia il futuro dei Looney Tunes, con quell’azienda o quel mondo. Ma credo che se si mettono quei personaggi nelle mani giuste, avranno un grande futuro. Mi sono divertito molto, è stata un’esperienza meravigliosa fare questo film. E credo che si possa fare un film dei Looney Tunes con qualsiasi di quelle proprietà. L’unico ostacolo, e l’ho scoperto quando ho partecipato ad alcuni gruppi di test per il programma di cortometraggi della Looney Tunes, è che molti bambini non sanno chi è Daffy Duck. La Disney è sempre stata brava a tenere Topolino al centro dell’attenzione per le giovani generazioni, ecco perché hanno il loro programma prescolare e quei diversi livelli di spettacoli di Topolino. La Warner Brothers non l’ha fatto con i Looney Tunes. E credo che sia stato un errore perché, secondo me, i Looney Tunes sono personaggi molto migliori.

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