L’amore? Meglio in due. Una commedia sulla fragilità del maschio

Giampaolo Morelli e Maria Chiara Giannetta in "L’amore e altre seghe mentali"

Per raccontare l’amore e il disamore, la solitudine, la difficoltà di trovarsi e di mettersi in gioco in un mondo sempre più virtuale, di rapporti che prescindono dal corpo dell’altro, Giampaolo Morelli sceglie la forma della commedia. Esce nelle sale italiane giovedì L’amore e altre seghe mentali, che Morelli scrive, dirige e interpreta insieme ad una brava Maria Chiara Giannetta. 

“Racconto un uomo che vive nel disincanto, rifiuta l’amore e riduce il sesso a un autoerotismo compulsivo”, dice Morelli. Prodotto da Giuseppe Saccà e da Federica Lucisano per Eagle e IIF, distribuito da Vision, L’amore e altre seghe mentali approderà su Sky e Prime Video. Forte il titolo, forte il tema. Si parla di masturbazione, e non soltanto mentale. 

È così che il protagonista – interpretato dallo stesso Morelli – affronta il problema dei suoi rapporti con l’altro sesso: evitandoli, e affidandosi a rapporti virtuali. Uomo solo e intristito, la sera entra in un negozietto cinese, versione appena futuribile dei vecchi pornoshop. E lì, s’infila un visore per la VR, e si trova a tu per tu con le proprie fantasie. Così da poter adempiere alle sue necessità erotiche. 

In fondo Morelli parla di un tema diffuso. Tocca un nervo scoperto, nei nostri precari equilibri sessuali e sentimentali di inizio millennio: il fatto che siamo tutti sempre più isolati, in una distanza fisica ed emotiva dagli altri sempre più immensa. La tecnologia non ci ha avvicinati, ma al contrario ci tiene lontani dall’altro. 

Poteva essere l’inizio anche per un film drammatico, per una riflessione sulle diverse forme della solitudine urbana. E un po’ Morelli flirta anche con questo aspetto, raccontandoci di una cameriera imbranata e sola – Maria Chiara Giannetta –, d’un amico sposato che vede sfuggire il suo amore, e di un altro amico che praticamente vive su Tinder. 

Morelli, forse anche inconsapevolmente, racconta un maschio allo sbando: va sempre alle partite di calcetto, parla sempre di donne nello spogliatoio, ma è pieno di insicurezze, riesce a essere intraprendente solo se è a distanza di sicurezza, dietro uno smartphone o dentro un casco di realtà virtuale. Quando trova una ragazza vera, è maldestro, inutilmente sgarbato, pronto a riversare la sua amarezza nella recensione di un locale. 

Se tutto è virtuale, all’inizio, poi tutto diventa reale con l’irrompere sulla scena di Maria Chiara Giannetta. Che porta al film verità, immediatezza, verve ed emozioni. È molto brava, el disegnare un personaggio ingenuo ma forte, che s’imbroglia con le parole ma non con la vita. Dislessica, ogni tanto si confonde con le parole, ma non con le decisioni da prendere. “Giulia è una ragazza autentica. È un tornado di stati d’animo: si arrabbia, si emoziona, si commuove”, dice Giannetta. Che recita nel suo dialetto, il pugliese, aggiungendo densità e verità al personaggio. 

“Per una volta – dice Giannetta – ecco un film che non parla delle seghe mentali che si fanno le donne, soprattutto nei rapporti affettivi, ma di quelle che coinvolgono gli uomini. Che spesso sono anche più complicati delle donne”. Gli uomini come sesso debole, costretti all’angolo, nella stanzetta di un negozio cinese, con un po’ di crema per le mani e un kleenex. Qualcosa che, specie in commedia, non avevamo visto molto spesso.

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