Oscar: La strana storia della “nomination” di C’è ancora domani

Mentre stampa e politici italiani si affrettano a congratularsi, emerge che si è trattato di un fraintendimento collettivo della media italiana

 C’è ancora domani di Paola Cortellesi ammesso tra i 207 lungometraggi in corsa per l’Oscar come miglior film”, ha titolato, on line, il Corriere della Sera il 7 gennaio: “Il film rientra nei parametri richiesti dall’Accademy per gareggiare in questa categoria: il 17 gennaio sapremo se entra nella cinquina”, si legge nell’occhiello. Buona parte della stampa e delle agenzie, dall’ANSA a Dagospia, hanno dato una notizia analoga. Nella Chat di Sergio Fabi (W il cinema) con centinaia di partecipanti tra cui i più importanti produttori, autori, attori e giornalisti del settore, la notizia ha provocato una prevedibile ola di gioia. Chiara Sparigia, presidente di Cinecittà, annuncia subito le sue congratulazioni alla Cortellesi. Pure l’onorevole Federico Mollicone, presidente della commissione cultura della Camera, in un breve comunicato, si complimenta, erroneamente, considerando l’inclusione una “nomination”. 

Si tratta di un piccolo e strano tsunami mediatico che si propaga fino alla mattina quando, ad una analisi più attenta, si scopre che è falsa: il film di Paola Cortellesi non può concorrere nella categoria come miglior film.  

Ammettiamo, forse per qualcuno non è facile entrare nella logica delle regole che governano le possibilità di una candidatura alla più celebre statuetta del mondo, ma ciò che è sicuro è che tutti i giornali sono costretti a una rettifica. 

Alla fine è la stessa Cortellesi ad offrire una spiegazione: “Sono grata a Greenwich Entertainment, distributore americano del film, per aver creduto in C’è ancora domani e averlo presentato tra i film eleggibili agli Oscar. Ora, chiariamoci: con questo campionato USA, le probabilità che C’è ancora domani entri nelle cinquine degli Academy Awards sono pari, direi, alla vita di un gatto in tangenziale a Roma nell’anno del Giubileo.” Ha aggiunto: “È comunque una soddisfazione anche solo essere stati ammessi all’interno di questa selezione di film distribuiti nelle sale americane. Ora direi invece di concentrarci a fare tutti un gran tifo per il meritevole candidato del nostro paese, lo splendido Vermiglio di Maura Delpero!” ha concluso la Cortellesi. La dichiarazione della Cortellesi, attrice comica di grande talento e notorietà gioca con il titolo di uno dei suoi film di successo: Come un gatto in tangenziale. 

La verità è dunque questa: Vermiglio ha i requisiti per concorrere nella categorie di miglior film, C’è ancora domani, no (ma è “eleggibile” all’Oscar 2025 nelle categorie di Acting, sia maschile che femminile, Cinematography, Costume Design, Directing, Film Editing, Makeup & Hairstyling, Production Design, Sound and Writing). Perché? Perché per essere tale un film deve rispettare, dall’altr’anno, almeno una di queste condizioni: avere tra i suoi protagonisti un attore appartenente a un gruppo etnico e razziale sotto-rappresentato, avere almeno nel 30% dei ruoli non principali donne o individui appartenenti ad uno dei gruppi della prima condizione, avere una storia che includa donne, non bianchi, persone LGBTQ+ o individui con disabilità appartenga ai gruppi della prima condizione o si definisca LGBTQ+ o possegga disabilità cognitive o fisiche di quattro criteri generali. Non basta. Oltre ad una di queste condizioni un film per concorrere nella categoria di miglior film deve soddisfare altri tre requisiti: “che nella troupe (dalla regia fino al montaggio, passando per truccatori, parrucchieri, scenografi e così via) ci sia un certo livello di inclusione in ruoli di leadership, o che persone appartenenti a categorie sotto-rappresentate siano presenti in un certo numero e con certe quote nella troupe, anche se non in ruoli di leadership.” Il terzo riguarda, sempre per le stesse categorie di persone, l’accesso a possibilità di stage e di apprendistato retribuito. Il quarto prevede regole simili a quelle dei precedenti, in questo caso all’interno delle aree che si occupano di marketing, pubblicità e distribuzione del film.  Sono le regole che definiscono in un film il rispetto per i Representation and Inclusion Standards (Raise), definiti nel 2021 ma dall’altr’anno, per iscrivere un film, è necessario completare un apposito form in cui si specifichi il modo in cui il film soddisfa questi requisiti.

Ecco. Fine della storia.

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