
Steven Spielberg afferma che i suoi sforzi per impedire un sequel di E.T. l’extra-terrestre lo hanno spinto ad assicurarsi i diritti di “congelamento” su tutti i suoi progetti futuri.
Il regista premio Oscar, ospite insieme a Drew Barrymore dell’evento TCM Classic Film Festival: New York Pop-Up x 92NY, ha ricordato di aver bloccato il primo tentativo di sequel del suo amato film del 1982, sottolineando che tutt’oggi non ha “alcuna intenzione” di realizzare un nuovo film su E.T. e ha aggiunto: “è stata una vittoria sudata perché non avevo alcun diritto. Soprattutto non avevo quello che si chiama ‘il blocco’ per impedire allo studio di operare autonomamente. Con il ‘blocco’ si controllano gli eventuali sequel, remake e altri abusi della proprietà intellettuale. Io questa tutela l’ho ottenuta solo dopo e grazie ad E.T.”.
Spielberg ha inoltre affrontato le ragioni per cui non vuole fare un secondo film: “non ho mai trovato una storia convincente e non credo che la troverò oggi. L’unica ad avermi attirato un po’ era quella raccontata in un libro intitolato Il pianeta verde, che si sarebbe svolto tutto a casa di E.T. Ma mi sono reso conto subito che era meglio come romanzo che come film”.
Nel 2023, i membri del cast hanno discusso del potenziale di un sequel nel programma tv di Barrymore, con l’attore Henry Thomas, il quale ha osservato che: “ne hanno parlato nei primi anni ’80 perché era stato un successo mondiale, e penso che fosse naturale che la Universal volesse un sequel. Ma oggi credo che sia ancora più complicato pensare a un tale progetto senza la sceneggiatrice Melissa Mathison, che è scomparsa di recente”.
Spielberg e Barrymore hanno discusso del sequel che non c’è mai stato e di altro ancora durante una vivace chiacchierata di 30 minuti, moderata dal conduttore del TCM Dave Karger, poco prima della proiezione del film. Una conversazione decisamente sentimentale e illuminante.
“Non facciamo un’intervista del genere su E.T. da molto tempo”, ha affermato Spielberg, “credo proprio dalla fine del film”.
“Per fortuna siamo sempre stati vicini. Non ci siamo mai persi di vista” ha aggiunto Barrymore, sottolineando come il loro rapporto sia ancora oggi molto vivo.
Durante l’incontro, Spielberg ha ricordato di quando scelse l’attrice, all’epoca giovanissima, per il film: “Gertie è stato il personaggio più facile da trovare”, ha detto, “Drew ci ha conquistati subito. Appena si è seduta davanti a me e alla nostra produttrice Kathleen Kennedy, ci ha tempestato di domande e ha dichiarato il suo fermo intento di fondare una band punk, i Purple People Eaters”.
Spielberg ha infine osservato che ET, che ha seguito l’uscita del capitolo di Indiana Jones, I predatori dell’arca perduta, gli ha permesso di “rilassarsi davvero in una storia”, perché “non c’era pressione. Avevo basse aspettative, pensavo di fare semplicemente un film per giovanissimi e non mi aspettavo alcun incasso al botteghino”.
E invece l’avventura fantascientifica per famiglie, con Barrymore, Henry Thomas, Robert MacNaughton, Dee Wallace e Peter Coyote, ha vinto quattro Oscar ed è stato il film con il maggior incasso di quell’anno, oltre ad essere il primo film a guadagnare più di 300 milioni di dollari al botteghino statunitense. Un titolo usurpato solo negli anni ’90 da un altro film di Spielberg, Jurassic Park.
Spielberg ha sottolineato anche un altro aspetto che ha reso così importante E.T. nella sua carriera: “era davvero la mia storia –-ha detto – non quella di George Lucas, non quella di Peter Benchley, solo la mia storia, qualcosa che mi è venuto dal cuore, qualcosa che avevo realmente pensato io”.
Per Barrymore E.T. è stato il film con cui ha fatto conoscere il suo cinema alle sue figlie, “quelli fatti da me li chiamavano i ‘film della mamma’ – ha detto scherzando – e sono felice che abbiano cominciato con quello che amo di più, di cui sono più orgogliosa perché è quello che mi ha cambiato la vita. Non c’è dubbio”.
L’impatto emotivo di quella pellicola è stato forte anche sullo stesso Spielberg, che ha concluso dicendo: “fino a quel momento, mi limitavo a fare film. La mia vita era ossessionata dal raccontare storie, ma fare E.T. mi ha fatto venire voglia di essere padre. Non ci avevo mai pensato prima “.
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