Karla Sofía Gascón è una donna impressionante. È stata lodata per il suo ruolo nel nuovo film di Jacques Audiard, Emilia Pérez, dove interpreta un signore della droga messicano che intraprende un percorso di transizione diventando donna. L’attrice spagnola, dopo anni di lavoro come attore nelle telenovele messicane sotto il nome di Carlos Gascón, ha fatto la transizione nel 2018.
Oggi è riconosciuta sia come un’attrice di grandissimo talento che come paladina dei diritti umani per la comunità LGBTQIA, nonché una critica schietta della transfobia che sta imperversando in America e in alcuni Paesi europei. Gascón si è seduta con The Hollywood Reporter Roma per una lunga intervista condotta in tre lingue: inglese, italiano e il suo spagnolo nativo. Ecco cosa ha detto.
AF: È un piacere incontrarti.
KSG: Piacere mio, anche. E grazie mille. Siamo qui a Roma.
AF: Siamo qui a Roma, e vedo che parli molto bene l’italiano. Brava.
KSG: So l’italiano perché ho lavorato in Italia tanto tempo fa, quando ero giovane. Facevo queste cose, tipo marionette in Italia.
AF: Incredibile.
KSG: Ma non è il mio lavoro.
AF: Una domanda in inglese, e poi passeremo allo spagnolo. Ti aspettavi il successo che stai avendo ora, questo incredibile successo?
KSG: Questo film è un film speciale. È stato un film strano. La prima volta che ho letto la prima versione di questa sceneggiatura, ho pensato “Wow, è incredibile!” Per questo mi aspettavo un grande successo, ma non in quel modo… nel senso che ho vissuto qualcosa di simile con altri film che ho fatto in Messico molto tempo fa, nel 2011. So che cose simili sono accadute. Quando abbiamo iniziato a fare questo tour promozionale, ho capito che la stessa cosa sta accadendo in questo momento, ma su scala globale.
AF: Sei emozionata che la gente parli di te come una candidata all’Oscar?
KSG: Per me, questo è solo un’ipotesi.
AF: Un’ipotesi.
KSG: Sì. E, e ora, se arrivano premi o riconoscimenti, ovviamente è un onore per noi e, per me anche, perché una delle cose che capisco davvero è che quel ruolo, quel personaggio è uno di quei ruoli che capitano una volta nella vita.
AF: Questo ruolo di Emilia.
KSG: Sì. Il mio ruolo. Sì. È difficile da interpretare. E difficile da scrivere. Penso che, più o meno, alcune persone dicano che questo è uno di quei ruoli che hanno avuto Al Pacino, Robert De Niro, Meryl Streep o Marlon Brando o qualcosa del genere. E io sono impressionata da…
AF: Essere paragonata a Marlon Brando e a questi?
KSG: Non voglio paragonarmi a nessuno di loro perché sono i più grandi della storia. Ma penso che il mio ruolo come Emilia Pérez sia storico anche.
AF: È importante ed è storico.
KSG: Sì, storico.
AF: Nella storia di Hollywood, credo che sia storico. Cosa hai dovuto fare per entrare nel personaggio di Emilia Pérez?
KSG: Ho fatto tantissime cose per questo personaggio. Parlo in italiano perche io parlo italiano. Perchè in spagnolo faccio tantissime interviste.
AF: Bello.
KSG: Per me il più difficile non è stato, come la gente crede, di fare questi due ruoli, nella parte maschile e nella parte femminile. Perché alla fine io sono semplicemente una attrice che si mette nel personaggio. È come se faccio un vampiro o Frankestein o qualunque cosa, per me è lo stesso. È come fare qualsiasi alto personaggio. Non è una cosa che devo giudicare.
AF: Hai dovuto convincere il regista a farti interpretare entrambi i ruoli. Inizialmente voleva solo te per il ruolo di Emilia, giusto?
KSG: Sì. Perché, sai… Jacques [Audiard] non voleva che interpretassi entrambi i ruoli contemporaneamente, voleva che facessi solo Emilia nella parte della transizione. Ma io…
AF: Ma la tua transizione nel 2018 ti ha preparato psicologicamente per il ruolo di Emilia Pérez?
KSG: È ovvio che tutto quello che hanno vissuto le attrici se lo portano dopo nel personaggio. Io dico sempre che è più importante avere vissuto la vita, avere sperimentato tutte le caratteristiche dell’essere umano che fare corsi o cose simili. La cosa più importante per un attore è imparare la vita. Quindi, nel mio caso, per fare questo personaggio è chiaro che ho portato tantissime cose della mia vita personale.
AF: Come ti sei sentita riguardo al fatto che fosse anche un musical? Perché è una storia incredibile. Ma all’inizio non ti piaceva molto l’idea di un musical dove devi ballare e cantare.
KSG: Sì, non mi piacciono i musical e i film romantici, ma alla fine, la vita è qualcosa in cui impari. In ogni occasione in cui non vuoi imparare qualcosa, la vita te la insegna in un modo e, se non vuoi impararla in quel modo, te la insegna in un altro modo, e così via, finché non l’impari. E, se non l’impari, te l’insegna in un modo più pesante e a me è successo con Emilia e con questo film perché non avrei mai creduto che avrei imparato a cantare e a ballare, perché mi sento molto Robocop quando ballo, mi sento come Arnold Schwarzenegger che fa Terminator, ballando.
AF: Fare il ballo di Terminator.
AF: Qual’è il messaggio per il pubblico che questo film vuol trasmettere.
KSG: Credo che il messaggio principale per il pubblico sia che tutti abbiamo l’opportunità di cambiare veramente, che tutti abbiamo l’opportunità di fare meglio le cose a partire da ora, non aspettare. Lo paragono sempre al momento in cui vuoi smettere di fumare per le persone che hanno fumato o fumano, niente a che vedere con chi fuma a malapena una sigaretta. Io, che ho fumato per molto tempo, quando ho provato a smettere dicevo “Oggi no, domani, no domani no, smetto il mese prossimo”. Bisogna alzarsi un giorno e dire “Fin qui” e come Emilia Pérez, fin qui è arrivato tutto quello che ho fatto male, forse non posso riparare errori che ho commesso in passato, però, quello che posso fare d’ora in avanti in questo momento è qualcosa di positivo per me e per la società in cui vivo e per gli altri. Credo che questo sia il messaggio più bello.
AF: Cosa ti dà più soddisfazione, essere riconosciuta come una grande attrice oppure difendere i diritti umani della comunità LGBTQIA+?
KSG: Tutte e due le cose. Per me, ovviamente, come attrice che mi venga riconosciuto il mio lavoro, che credo sia stato un lavoro di due anni molto molto pesante, molto intenso, per me è stato il film migliore che ho fatto, il personaggio migliore che ho fatto in vita mia, l’unico di cui posso essere davvero orgogliosa. Mi sono guardata nello schermo e ho detto “Non ho nulla da rimproverarmi per la prima volta nella vita” e, come ti dicevo prima, è uno dei personaggi che avranno più importanza nella storia del cinema, anche se adesso non ne sono cosciente, credo che in futuro l’avrà. Ovviamente, sono molto contenta di aver ricevuto un riconoscimento, è un onore, però aver fatto questo film è il miglior riconoscimento che posso ottenere. E, ovviamente, sono una persona molto, molto battagliera, molto combattiva, molto guerrigliera e raccogliere questo testimone, o assumere questa responsabilità di rappresentare, di essermi trasformata in una nemica pubblica numero uno di tantissima gente che vive per vendere odio agli altri perché tantissime persone comprino questo odio, essere in prima linea per una buona causa, essere in prima linea per la luce contro l’oscurità in cui viviamo in questo mondo, credo che sia qualcosa di meraviglioso e mi ferisce molto che nel 2024, che io, Karla Sofia Gascón, debba intraprendere di nuovo questa lotta, che nasce sempre da esseri umani che sono minoranze e che sono schiacciati da una maggioranza di gente che non consente di vivere e lasciar vivere gli altri semplicemente per quello che sono, mi pare incredibile. Sono arrivati a minacciarmi di morte, a dire che sarei stata trovata squartata in un sacco di plastica. In Spagna sono arrivati a dire che mi volevano picchiare, che mi volevano bastonare semplicemente perché esisto. Io non credo che facciano del male a nessuno per il fatto di esistere, ci vorrebbero ore e ore di dibattito per parlare del perché nasce questo odio, di quale sia il motivo per cui alcuni si concentrano sulla gente che è libera o sulla gente che è diversa per il colore della pelle, o per altro, e di questo odio, perché ovviamente è semplicemente per continuare a sopravvivere in questo mondo, che alla fine è quello che fanno tutti. Sopravvivere e questi sopravvivono attraverso l’odio. Mi ferisce, però è così.
AF: Ti preoccupa quello che sta accadendo in America con Trump che vuol vietare la presenza di 15mila trans dal militare, dice che devono uscire. C’è un odio contro i trans che Trump ha portato avanti, cosa vuol dire tutto questo?
KSG: Ovviamente sono preoccupato per questo tema, non solo negli Stati Uniti, ma in tutti i paesi, in tutto il mondo, perché è lo stesso in tutte le parti del mondo.
AF: Ma perché? È ignoranza?
KSG: No, no, non è ignoranza. È perché sono persone cattive.
AF: Paura?
KSG: Paura, ignoranza, no. Sfruttano la paura e l’ignoranza della gente però, realmente, quelli fanno questo tipo di cose sono persone intelligenti e, come ti dicevo prima, dicono “I problemi di tutto quello che ci succede, i problemi che avete voi tutti, sono causati da queste persone perché vogliono essere felici, vogliono entrare nei bagni, sono la causa di tutti i problemi di tutti i problemi dell’umanità”. Io, io sarei la causa dei problemi dell’umanità. Karla Sofía Gascón, io che sono una signora, che non ho fatto del male a nessuno, nemmeno a un unico animaletto, né a nessuna persona in vita mia, risulta che sono la causa dei mali che ci sono nel mondo, distruggerò la famiglia, distruggerò l’esercito, distruggerò l’umanità, sono io la causa, mentre sono proprio loro che sono la causa, ma sviano l’attenzione. Credo che sia semplicemente che sviano l’attenzione dalla realtà per continuare a mangiare gamberi e caviale tutto il giorno perché quelli sono… non dico quello che stavo per dire di loro.
AF: E Karla Sofia, quale sarà il tuo prossimo film?
KSG: Il prossimo film l’annuncerò tra un paio di settimane.
AF: Tra 2 settimane, oh fantastico! Lo stesso regista?
KSG: No, no. No, perché Jacques ha bisogno di riposarsi un po’.
AF: Possiamo sapere chi sarà il regista o no?
KSG: Non ancora, non ancora.
AF: Possiamo sapere se sarà uno studio di Hollywood a produrlo?
KSG: Non ancora.
AF: Potrebbe essere di nuovo Netflix. Chissà?
KSG: Non ancora.
AF: Dove ti piace stare quando vuoi essere serena, a casa a Madrid? Perchè tu hai una vita incasinata… Sempre in movimento, no? Mi hai raccontato, voli qui, vai la…
KSG: Si, si.
AF: Dove ti piace stare per essere serena, in pace. A casa a Madrid, oppure…
KSG: A me piace molto stare a casa, non mi piace andare alle feste, non mi piace andare in discoteca, nei posti dove c’è molta gente, dove c’è folla. Non so perché, ho una specie di avversione per i posti affollati, perché le persone mi sembrano greggi di pecore, davvero, mi causa moltissima rabbia che tutti facciano la stessa cosa. Mi spiego, anche nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, mi prende l’ansia. Può darsi che abbia una fobia per la folla. Quando sono a casa mia, con i miei gattini e con la mia famiglia, ovviamente, è il momento in cui sto meglio. Mi piace molto stare in spiaggia. Sai cosa mi capita ultimamente? Dico che ho bisogno di pace, che ho bisogno di tranquillità e, quando sto solo dieci minuti senza tutto questo, mi dico “Dove sono i flash, dove sono i flash?”
AF: È una droga allora, ho capito. Divertiti. Grazie mille Karla Sofia per questa meravigliosa intervista.
KSG: Grazie mille.
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