Supereroi e Satira: Parlano il creatore della seria The Boys, Erik Kripke, e il protagonista, Antony Starr

Homelander al Potere: Il Fascino Oscuro di The Boys e le Sue Inquietanti Somiglianze con la Realtà

Potere, violenza, e satira senza censure: The Boys, la serie di successo firmata da Amazon Prime Video e creata da Erik Kripke, ha stravolto il panorama delle serie sui supereroi con il suo approccio brutale e irriverente. Ambientata in un’America distopica dove i “supereroi” – idolatrati e protetti dalla potente azienda Vought – sono in realtà individui corrotti, ambigui e spietati, la serie non ha paura di esplorare e criticare gli aspetti più inquietanti della società americana moderna.

Al centro della narrazione c’è Homelander, interpretato dall’attore neozelandese Antony Starr, un anti-eroe che incarna il volto sorridente e letale del potere assoluto. Spietato, perverso e manipolatore, Homelander è sia amato che temuto, rappresentando l’immagine pubblica di un’occidente dominato dalla forza e dall’egoismo. Con la fine della quarta stagione che lo vede in controllo della Casa Bianca, The Boys continua a interrogare il suo pubblico sulle eventuali conseguenze dell’ascesa al potere di un leader senza limiti e scrupoli. La distanza fra fiction e realtà in questo caso, sembra sempre più sottile. La quita e ultima stagione è attualmente in lavorazione e l’uscita è prevista per il 2026. 

In questa intervista esclusiva, fatta mercoledì scorso, Starr e Kripke rispondono alle nostre domande, discutendo non solo l’evoluzione del personaggio principale della serie, ma anche le preoccupanti somiglianze con il mondo reale. Ecco cosa ci hanno raccontato.

THR Alla fine della quarta stagione, Homelander controlla la Casa Bianca. Quindi, era una previsione per il futuro americano? 

Erik Kipke  No, speriamo di no. Sai, è solo la naturale progressione del personaggio, capisci? È sempre affamato di potere e non sarà mai soddisfatto, qualunque cosa ottenga. Ci abbiamo lavorato per molto tempo. Abbiamo introdotto Victoria Neuman all’inizio della seconda stagione. Quindi sapevamo che la storia sarebbe andata in quella direzione. È capitato per coincidenza in un anno elettorale. Sai, è uno specchio del potere nel mondo dei social e delle celebrità. Riflettiamo ciò che gli autori vedono e temono. 

THR Antony, probabilmente non ricorderai, ma l’ultima volta che ci siamo incontrati, a Los Angeles durante gli HCA award dell’anno scorso, ti ho detto che Homelander è il mio supereroe preferito. Tu mi hai risposto  che ero un po’ malato di mente. Ricordi?

Antony Starr: Davvero? Scusa – risponde sorridendo – Era uno scherzo, solo uno scherzo.

THR Perché pensi che la gente ami così tanto un personaggio come Homelander?

AS: È curioso che tu lo dica, ci ho pensato molto ultimamente. Perché credo che le persone reagiscano al personaggio? Penso sia perché è costruito dall’interno. Homelander vorrebbe essere un dio, un essere superiore, ma è ancorato alla sua umanità. Credo sia per questo che le persone reagiscono, ed è interessante. L’altra domanda che mi fanno spesso è: come faccio a immergermi in quel personaggio? Come vado in quei luoghi oscuri per interpretarlo? Ho capito che sono elementi di me stesso, ma portati all’estremo. Elevati al massimo livello. Prendo aspetti dell’umanità, miei o di altre persone e luoghi, per poi amplificarli. Li inietto di steroidi, li ingrandisco al livello del nostro show, che è una realtà esagerata. Non si tratta del mondo reale, il che rende lo spettacolo divertente e accessibile al pubblico. 

THR Come te lo togli di dosso a fine giornata, dopo essere stato Homelander per ore, come ti liberi di quei pensieri?

AS: Non sono un interprete che si porta il ruolo a casa o che si immedesima troppo. Non lo faccio davvero, rimango me stesso durante il giorno. Non sono un attore di metodo completo. Non devo spogliarmi del personaggio. Rispetto il processo di tutti, ma per me è più sano così. Credo sia importante divertirsi sul set e interagire con tutti. Quindi non è una cosa così difficile per me. 

THR In questo momento siamo sommersi da storie di supereroi, sono forse troppe, ma la gente continua ad amare The Boys. Cosa c’è di diverso i questa serie?

EK: Credo sia perché non è uno show di supereroi, quello è solo Il costume che indossa, letteralmente. In realtà parliamo di politica, società e personaggi verosimili nell’attuale momento storico. I supereroi sono solo la ciliegina sulla torta. Penso che sia questo il motive per cui le persone ci apprezzino.

 

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