Durante una conferenza stampa tenutasi martedi nell’iconico Beverly Wilshire Hotel, la mattina successiva alla premiere mondiale del nuovo film Emilia Perez, svoltasi all’Egyptian Theatre di Hollywood, l’attrice Zoe Saldana ha condiviso la sua esperienza sul set di questo ambizioso progetto.
Il lungometraggio di 2 ore e 12 minuti, diretto da Jacques Audiard ( A Prophet) è disponibile su Netflix a partire dal 13 novembre. Il film racconta una storia unica e coraggiosa: in Messico, un avvocato riceve un’offerta inaspettata da un temuto boss del cartello, che desidera ritirarsi dal mondo criminale e scomparire per sempre, trasformandosi nella donna che ha sempre sognato di essere. Nel cast ci sono anche Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Edgar Ramírez e Ariana Paz.
Saldana, nota per i suoi ruoli iconici in blockbuster come Avatar e Guardiani della Galassia, prima attrice nella storia ad avere recitato in quattro film che hanno superano i 2 miliardi di dollari al botteghino, stavolta si cimenta in un ruolo completamente diverso. In Emilia Perez è Rita, una donna tormentata da un forte desiderio di cambiamento ma incapace di trovare la forza di difendersi. Durante la conferenza, l’attrice ha parlato delle sfide e delle soddisfazioni legate all’interpretazione di questo complesso personaggio, rivelando aspetti profondi della sua carriera e della sua vita personale.
Zoe ha spiegato come questo film le abbia permesso di riconnettersi con una parte di sé che pensava di aver perso per sempre. Ecco le sue parole:
“Emilia Perez mi ha dato l’opportunità di riconnettermi con parti di me a cui avevo detto addio. Tuttavia mi sono ritrovata negli ultimi anni della mia vita a desiderare di sentire ancora quello che si prova quando si è giovani e senza paura. Ai tempi, non mi rendevo conto che quando i genitori ci tenevano impegnati con la danza, le arti e il tennis, se sei abbastanza fortunato da avere una famiglia che se lo può permettere, la maggior parte delle volte stavamo costruendo una serie di talenti che avremmo utilizzato, più avanti nella vita e in ambiti diversi.”
Ha continuato: “Personalmente questo mi ha catapultata in una carriera in cui c’era un’abbondanza di ruoli per donne attive nei film d’azione e fantascienza. Io ho sicuramente un’affinità per quel tipo di personaggi. Ma sono anche nata a New York quindi ho il jazz nel sangue, sono una ballerina nel profondo. Sarò per sempre una ballerina.”
Questa rivelazione ha acceso una nuova luce sul ruolo di Rita. Zoe ha spiegato che nonostante il fatto che si tratti di una donna che aiuta gli altri, è incapace di proteggere se stessa. Questo contrasto, tra vulnerabilità e forza nascosta, le ha dato l’opportunità di esplorare emozioni nuove, soprattutto attraverso l’elemento della danza, una parte fondamentale del film.
“Interpretare un personaggio del genere, che si tiene tutto dentro, una donna che non ha il coraggio o la forza di difendersi, può essere un’eroina quando aiuta gli altri ma non sa proteggere se stessa, mi è sembrata una cosa molto familiare,” ha spiegato. “Perché lei è una ragazza che vuole il cambiamento in modo disperato, desidera visibilità a ogni costo. Volevo semplicemente sapere cosa si provava a vestire i suoi pani”.
Un aspetto interessante di Emilia Perez è rappresentato dagli intermezzi musicali e di danza, che Zoe ha descritto come momenti di respiro nel film. Queste interruzioni, ha detto, offrono al pubblico uno sguardo intimo sui veri sentimenti dei personaggi, rivelando ciò che le parole non possono esprimere.
“Ho pensato subito che quei salti fra reale e surreale, sono ciò che rende questo film veramente speciale. Ho potuto mettere molta me stessa in questa pellicola,” ha detto Saldana.
L’attrice ha anche raccontato le intense preparazioni per le riprese, che sono iniziate con una lunga fase di prove, sia fisiche che musicali, a marzo, subito dopo aver terminato un altro progetto in Nord Africa. Tornare in sala prove per la danza, dopo vent’anni di assenza, è stata una sfida non indifferente: “Ero nervosa perché erano passati vent’anni dall’ultima volta che ero entrata in uno studio di danza e avevo dovuto adattare il mio cervello ad inviare messaggi precisi al mio corpo. Si tratta di una cosa molto tecnica. Il mio obbiettivo era arrivare pronta al primo giorno di riprese. Perché durante le prove, con il regista Jacques Audiard e la mia co-star Karla Sofía Gascón, mi sono resa conto che Jacques si aspettava da noi sia la corretta recitazione e prestazione atletica, che una componente di sperimentazione”.
Questa intensa preparazione, ha raccontato Saldana, è stata fondamentale per il successo del progetto, permettendo agli attori di sperimentare sul set e di creare momenti di pura autenticità. Collaborare così strettamente con il regista è stata un’esperienza eccitante, ma impegnativa, come ha ammesso l’attrice: “In generale è stato un percorso meraviglioso, ma non è stata sicuramente una passeggiata. È per questo che l’ho trovata così speciale”.
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