Puó un regista del calibro di Todd Phillips sbagliare in modo così plateale un film? Sì, l’ha fatto, e io mi chiedo ancora perché. Per due ore ho visto il nulla cosmico, una riedizione del panorama piatto, monocromatico e muto descritto da Buzzati in Il Deserto dei Tartari, opera splendida ma che ci serve per rendere l’idea.
Doveva essere un musical, ma un musical non è. Lady Gaga, per quanto abbia già dato prova di essere un’attrice, sembra inespressiva e piatta, per di più non viene neanche usata come si deve nelle poche e noiosissime parti cantate (senza balletti), piazzata perennemente in coppia con un Phoenix palesemente svogliato.
Proprio riguardo a Joker, va sottolineato, c’é poco da dire. Colpa di una sceneggiatura scritta male, Phoenix altro non fa che ripercorrere, passo dopo passo, ció che ha fatto nel primo capitolo del 2019, scena della scalinata inclusa.
La trama poi è un non-sense puro e semplice.
La storia ci fa vivere quello che poi scopriremo essere un sogno di Arthur Fleck, mente malata e resa disturbata dalla società del consumo. Una sorta di versione comica e meno cerebrale dell’idea alla base di Inception, ma venuta male perché non lascia neanche quel senso di dubbio che non ti fa distinguere il reale dal non reale. Come direbbe Edgar Allan Poe, “a dream in a dream”, ma senza happy ending, o forse sì. Perché alla fine un detenuto del manicomio criminale di Arkham spara ad Arthur e lo uccide, ma un secondo dopo lo vediamo sorridente e in piena salute.
Insomma, uno tsunami di prevedibile noia. Per quanto invece riguarda la Harley, interpretata dalla Gaga, il suo personaggio è un gregario senza spessore, banalotto.
Le previsioni degli incassi del Box Office non sono ottimistiche.
Gli analisti aspettano circa $70 milioni nel primo weekend negli Usa, ben sotto la Nox Office di apertura dell’originale (Joker) di $96 milioni.
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