Dog Man, divertente e commovente spin-off di Capitan Mutanda con Pete Davidson, conquista il grande schermo

L'ex star del Saturday Night Live dà voce a un gatto malvagio nell'adattamento animato DreamWorks della serie di graphic novel di grande successo per bambini di Dav Pilkey, su un poliziotto mezzo umano e mezzo cane

La premessa del nuovo film d’animazione DreamWorks è un po’ inquietante. Il personaggio principale di Dog Man, basato sulla serie di graphic novel per bambini bestseller di Dav Pilkey, è una creatura con il corpo di un uomo e la testa di un cane. Infatti, quando l’agente Knight e il suo cane Greg vengono feriti insieme sul lavoro e finiscono al pronto soccorso, un’infermiera, esaminando i danni alla testa del primo e al corpo del secondo, suggerisce utilmente: “E se cucissimo la testa del cane sul corpo dell’uomo?”.

Così nasce Dog Man, determinato a inseguire i criminali come lo era Knight pur mostrando anche la forte tendenza di Greg a leccare la faccia delle persone, incluso il suo irascibile capo della polizia (Lil Rel Howery). Dato che il cane ha fornito la testa, il personaggio non parla ma emette suoni canini…insomma… proprio un body horror, e ci si chiede perché David Cronenberg non l’abbia preso in considerazione fra i suoi nuovi progetti. 

La serie – iniziata nel 2016 come spin-off dell’altrettanto fortunato Capitan Mutanda – ha venduto finora circa 60 milioni di copie dei 13 libri. Uno dei titoli del 2024, Dog Man: The Scarlet Shedder, è stato il libro per bambini più venduto dell’anno. Quindi non sorprende che il personaggio sia arrivato sul grande schermo.

L’arcinemico di Dog Man è Petey, un gatto arancione che si crogiola nella sua malvagità e a cui Pete Davidson dà la voce con un tale gusto e bravura che sembra nato per farlo. L’ultimo piano di Petey è clonarsi per raddoppiare il suo potenziale criminale, ma il suo piano incontra un intoppo quando non riesce a leggere in anticipo le istruzioni della macchina clonatrice. Anche se riesce a creare un doppio, si scopre che deve aspettare 18 anni prima che cresca. Quello che Petey ottiene nel frattempo è l’adorabile Li’l Petey (l’attore bambino Lucas Hopkins Calderon), che inizia subito a chiamarlo papà e, come tutti i bambini di una certa età, risponde a tutto ciò che gli viene detto con la domanda “Perché?”.

Pur essendo malvagio, Petey si ritrova presto ad affezionarsi al suo piccolo e carino clone. Così, quando Li’l Petey cade nelle grinfie di Flippy (con la voce di Ricky Gervais), un pesce ancora più diabolico, potenziato meccanicamente e precedentemente morto (leggete i libri se avete bisogno di ulteriori dettagli), è costretto ad unire le forze con Dog Man, che si è affezionato a Li’l Petey.

Lo sceneggiatore e regista Hastings, che fornisce anche la voce o, meglio, i suoni, di Dog Man – tra cui, naturalmente, “ruff”, e ululati insieme alla canzone I’m So Lonely I Could Cry – conferisce al film tocchi intelligenti, come il finto spot per uno show di lotta al crimine tra amici dopo che Petey e Dog Man diventano improbabili alleati. Mentre l’umorismo è ovviamente rivolto alla sensibilità dei giovani, ci sono divertenti gag usa e getta per gli adulti, tra cui Li’l Petey che pronuncia una versione per tutti di “Yippee ki-yay”, la famosa frase di Bruce Willis in Die Hard. 

Più sorprendentemente, il film raggiunge livelli genuini di emozione con la sua rappresentazione di Petey che gradualmente arriva ad amare il figlio clonato.

Anche l’animazione è deliziosa, piena di gag visive e tocchi fantasiosi. Tra i doppiatori di rilievo ci sono Isla Fisher nei panni di un’intrepida reporter televisiva, Stephen Root nei panni del burbero padre di Petey e, in ruoli minori, Laraine Newman, Cheri Oteri, Melissa Villaseñor e Kate Micucci. Le performance vocali sono così importanti da sospettare che il set di registrazione fosse davvero ben fornito di bevande energetiche.