
Gli scienziati dicono che il nostro universo è in continua espansione. Ma alcuni universi dovrebbero sapere quando fermarsi, come dimostra il primo film televisivo (beh, tecnicamente film in streaming) e il quattordicesimo in totale della venerabile saga di Star Trek. In anteprima su Paramount+, Star Trek: Section 31 è uno spinoff della serie Star Trek: Discovery, ma sembra principalmente progettato per sfruttare il talento di Michelle Yeoh, che, da quando ha dato forma al personaggio di Philippa Georgiou, ha consentito alla serie di aggiungere un curriculum con la fatidica dizione. “vincitrice del premio Oscar”: la sua conclusione rende ovvio che se i fan lo richiederanno, vedremo ancora molte apparizioni di Philippa e degli altri personaggi dell’omonima organizzazione criminale che, con modi che sarebbe meglio non conoscere, difende la Federazione Unita dei Pianeti.
Confesso di aver perso da tempo il filo della multiforme cronologia dell’universo di Star Trek, quindi dovrete cercare altrove per scoprire i dettagli del personaggio di Yeoh, che aveva iniziato come un rispettato capitano della Flotta Stellare prima di trasformarsi nell’imperatrice malvagia dell’Universo dello Specchio.
Tornata nell’Universo Primario, anche se in una linea temporale diversa – fate attenzione, ci sarà un quiz alla fine di questa recensione – gestisce un nightclub in una regione lontana della galassia (è bello sapere che l’intrattenimento dal vivo continua a prosperare anche nello spazio). Il film inizia con un memo in voiceover ai membri della Sezione 31, presumibilmente progettato per aggiornare il pubblico tanto quanto loro, con un avvertimento su Philippa: “Non illudetevi, il cane morde, quindi guardatevi le spalle”.
Philippa si sente molto a suo agio nel suo club, dove i suoi martini hanno bulbi oculari crudi al posto delle olive. Quindi è tutt’altro che entusiasta quando viene avvicinata dall’affascinante leader della Sezione 31, Alok Sahar (Omari Hardwick), e reclutata per unirsi a loro in una missione segreta per impedire che la Federazione Unita dei Pianeti venga attaccata da un’arma definitiva.
Gli altri membri della Sezione 31 sono un gruppo eclettico, tra questi ci sono Rachel Garrett (Kacey Rohl), che lotta per infondere i valori della Flotta Stellare nella missione (e che è stata vista per la prima volta in Star Trek: The Next Generation); Fuzz (Sven Ruygrok), un vulcaniano che non è veramente un vulcaniano, come dimostra la sua volatilità emotiva e la tendenza a parlare con un pessimo accento irlandese; Quasi (Sam Richardson), un chameloide mutaforma (originariamente interpretato da Iman in Star Trek VI: Rotta verso l’ignoto); Mell (Humberly Gonzalez), che si è unita alla Sezione 31 dopo che la Flotta Stellare le ha impedito di usare il suo fascino naturale; e Zeph (Rob Kazinsky), che si compiace fastidiosamente dei vantaggi delle sue modifiche corporee meccaniche.
La sceneggiatura di Craig Sweeny si muove tra personaggi eccentrici che vorrebbero far ridere ma non ci riescono, e momenti di suspense altrettanto deludenti, come la rivelazione che uno dei membri della Sezione 31 è una talpa.
L’unica fonte di divertimento sembrano essere le numerose sequenze d’azione, con Yeoh che dimostra ancora una volta le sue abilità di combattimento (anche se qui aumentate dagli effetti digitali). L’attrice ha una presenza scenica così autorevole e sinistramente divertente da farci dimenticare o quasi, la sciatteria di questo film e il fatto di averla utilizzata così male.
E anzi, c’è da pensare che tornerà, come dimostra il finale, dove c’è addirittura un cameo di una delle co-star di Yeoh in Everything Everywhere All at Once, che rende chiaro che altri film con Philippa sono praticamente inevitabili.
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