Céline Dion ha raccontato il suo ritorno sulla scena, dopo la malattia, in occasione della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024. La leggendaria cantante ha condiviso una serie di immagini su Instagram della sua interpretazione di “Hymne à l’Amour” di Édith Piaf sotto la Torre Eiffel.
Nel post, Dion ha espresso la sua gratitudine per aver avuto la possibilità di esibirsi quella sera e ha sottolineato la sua gioia di essere tornata a Parigi, una delle sue città preferite; onorata di avere avuto l’opportunità di celebrare gli incredibili atleti e tutti i sacrifici, il dolore e la perseveranza impiegati per partecipare ai giochi olimpici. Ha anche aggiunto: “Avete investito tutto per questo vostro sogno e indipendentemente dal fatto che vinciate una medaglia o meno, siate grati e orgogliosi di essere arrivati fino a questo punto, dopo tutti i sacrifici che avete fatto. Restate concentrati, continuate così, il mio cuore è con voi!”
La cantante è stata colpita alcuni anni fa dalla “Sindrome della persona rigida” (Stiff-Person Syndrome), un disturbo autoimmune del sistema nervoso che spesso provoca rigidità muscolare progressiva e severi spasmi, specialmente nelle estremità inferiori e nella schiena.
In un’intervista a “Today” di giugno, Céline Dion ha confessato che cantare in queste condizioni le dà la sensazione che “qualcuno ti stia strangolando“. Ha spiegato: “È come se qualcuno ti spingesse la laringe al punto da non poter espandere l’estensione vocale, non puoi utilizzare un tono troppo alto o troppo basso.“
Sempre a giugno, è stato presentato il documentario sulla sua vita, I Am: Celine Dion, disponibile su Prime Video. Durante un’intervista con The Hollywood Reporter alla prima del film a New York City, Dion ha spiegato che le sue intenzioni erano che il documentario fosse un faro di speranza per le persone in difficoltà.
“Molte persone nel mondo soffrono o si sentono sole e spero che questo documentario dia un’opportunità alle persone, innanzitutto, di porre far far sapere loro che io sono qui come madre, come artista, come donna, in un certo senso come ambasciatrice, perché sento di voler aiutare il prossimo. Molte persone cercano speranza in un sacco vuoto, e tutto sembra senza soluzione. Anche io mi sono sentita così per molto tempo, finché non ho capito che quella non era una vita. Non era nemmeno morire. Era semplicemente stare immobili, e non lo volevo più. Non penso di meritare questo.”
“Hymne à l’Amour” (1950), interpretata da Céline Dion, è la canzone più struggente dell’intero repertorio di Édith Piaf. Anche se meno conosciuta delle celebri “La Vie en Rose” e “Rien de Rien,” è certamente uno dei brani più autobiografici e intensi della cantautrice. Il testo è un vero proprio inno all’amore eterno, che va oltre alla morte. Il manifesto di una donna disposta a tutto per amore e che trova nell’amore stesso la propria forza e speranza
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma