
Impossibile non partire dalla rosa di Achille Lauro per raccontare la quarta giornata di Sanremo 2025. Sono da poco passate le 22, l’attenzione dei cronisti è tutta per Lucio Corsi e Topo Gigio, quando in sala stampa entrano tre bellimbusti in divisa, incaricati di distribuire un omaggio del cantante per i giornalisti. “Non c’è nulla di più incosciente che amare. Buon San Valentino bellezze” recita il biglietto allegato alla confezione. La rosa è per tutti, uomini e donne, senza distinzione.
Lauro è così: imprevedibile nella sua semplicità, nella sua dolcezza, nascoste dietro a una maschera di tatuaggi e timidezza. Eppure era stato sempre lui, appena tre ore prima (dopo una serie interminabile di rinvii, segue spiegazione), a mettere un po’ di pepe ad un pomeriggio trascorso sostanzialmente in attesa dei duetti.
Ma ripartiamo dalla mattina, iniziata prima del solito. Quella “ragazzina” di Iva Zanicchi – che con il sottoscritto ha un rapporto speciale, essendo nati entrambi a Ligonchio, luogo meravigliosamente sperduto nell’Appennino reggiano – dà appuntamento a tutti in sala stampa per le ore 10.
Tutti ci siamo, lei invece no: “Vorrei chiedervi scusa ma non è colpa mia. Ho dormito a Bordighera, non sapevo ci fosse questo traffico, per fare cinque chilometri ci abbiamo messo un’ora. Saperlo, sarei venuta a piedi”. E c’è da crederle, vista la forma fisica del tutto invidiabile (da notare che ha 85 anni; ripeto, 85; quando è nata l’Italia aveva appena dichiarato guerra alla Francia).
Un paio di battute su Conti e Malgioglio, qualche parolaccia simpatica – marchio della casa – e la sua simpatia finisce per contagiare tutto e tutti. A farne le spese è Francesca Michelin, che arriva in sala stampa quando tutti i microfoni sono ancora per l’Aquila: nessuno se la fila, a coronamento di un Sanremo che la vede vestire i panni della “sfigata passiva aggressiva”.
È tardi, è già mezzogiorno. Saltano le interviste con Gaia (recupererà nel pomeriggio in compagnia di un freschissimo Toquinho, altro evergreen). Conti si presenta e spiazza subito tutti annunciando Benigni. Poi si dilegua, lasciando la scena a Mamhood e Geppi Cucciari, che però vanno in bambola: lui di solito canta e balla, non è abituato a parlare (lo mostrerà plasticamente e rovinosamente anche sul palco); lei è tesissima, manco dovesse gestire la tregua tra Israele e Hamas, per due ore sventola fogli in cerca di aria fresca, dice di “odiare le conferenze stampa” perché “si creano silenzi imbarazzanti”.
Per fortuna capisce che così non va, lascia l’ansia in hotel e si presenta alla serata armata della sua inconfondibile ironia, tagliente e ben calibrata. In sala stampa tutti la amano, cosa che non vale per Tony Effe, molto criticato dai cronisti nelle prime interviste del pomeriggio. Poi arrivano i Coma_Cose a riportare gioia e spensieratezza. Sono ormai le 18:30. In questa serie di ritardi che neanche Trenitalia, Lauro era atteso per le 17:20. Abbiamo quasi perso la speranza. E invece eccolo.
De Marinis – ebbene sì, ha anche un cognome registrato all’anagrafe – è ben preso. Chiede domande scottanti. Anche lui sa che quest’anno il brio trova casa solo in sala stampa. Ed è proprio di questo che si parla: “Amadeus doveva risollevare un Festival diventato moscio. Conti invece ha il compito di normalizzarlo” (alla faccia). Con Fedez vi siete visti? “Caso montato ad arte”. Tu ed Elodie stasera duettate, condividete l’autore dei vostri testi, perché sono tutti scritti dalle stesse tre persone? “Siamo un grande gruppo di amici, non c’è nulla di strano”.
Lauro vuole divertirsi ma senza creare scandalo. E lo si vede anche sul palco, quando sbrodola improvvisando “Ancora” di Eduardo De Crescenzo, con l’imbarazzo di Elodie e di tutto l’Ariston. Ma a lui si perdona tutto. È tra i favoritissimi di stampa, tv e radio. Come anche Giorgia (l’unica vera standing ovation è per lei, in cover con Annalisa) e Cristicchi.
Un fugace picco ormonale si diffonde quando Mamhood mostra i pettorali. Per il resto è ordinaria amministrazione. È l’una e in sala stampa volano i gin tonic. Ci si rivede domani, con le ultime forze rimaste di questa folle settimana: il gioco entra nel vivo, occorre farsi trovare pronti e lucidi.
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