Intelligenza Artificiale Nella Musica: Opportunità o Pericolo?

Lo abbiamo chiesto in esclusiva per The Hollywood Reporter Roma a Nina Zilli, Nek ed Ermal Meta.

L’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando ogni settore della società, e il mondo della musica non fa eccezione. Questa tecnologia emergente promette di trasformare radicalmente il modo in cui la musica viene creata, prodotta e consumata.

Un rapporto di PwC suggerisce che l’IA potrebbe contribuire fino a 15,7 trilioni di dollari all’economia globale entro il 2030, con potenziali benefici anche per le industrie creative come la musica. L’IA sta anche aprendo nuove opportunità. Per esempio, la startup Endel utilizza l’IA per creare “soundscapes” personalizzati che si adattano in tempo reale all’umore e all’attività dell’ascoltatore.

Ma quali sono però le reali implicazioni di questa rivoluzione tecnologica per artisti, produttori e ascoltatori? Lo abbiamo chiesto a Nina Zilli, Nek ed Ermal Meta che hanno lasciato le loro riflessioni ai microfoni di The Hollywood Reporter Roma.

La prospettiva di Nina Zilli riflette una preoccupazione comune nel settore musicale. Mentre l’IA può certamente creare musica tecnicamente corretta, la questione dell’emozione e dell’autenticità rimane un punto di dibattito. La Zilli infatti dichiara “Penso che la musica sia anche matematica e che quindi possa assolutamente venire incasellata in un algoritmo e, combinando “i numeri musicali”, note e accordi, senza dubbio, un AI riuscirà a creare musica da sola e successivamente ad apporre un testo. Certo avrà sempre bisogno di esempi umani a cui rifarsi e istruzioni testuali, e ahimé, sempre avrà una visione numerico matematica della materia e poco anima. Ci farà vibrare e ci farà battere i cuori all’unisono? Perfetta, pulita e sempre a 440hz? Creerà quella magia così personale, che solo i grandi artisti e i grandi geni hanno saputo inventare? No. Con sicurezza, no” ed aggiunge “Se ci sarà emozione, sarà solo un rimando all’emozione di un’artista in carne e ossa, un furto di stile, una nota vuota, come la luce di una stella morta milioni di anni fa. Grazie alla tecnologia la musica è anche accessibile a tutti. Oggi non bisogna neanche avere nozioni tecniche, ci pensano le AI e se chiedete a me, si sente, nel bene e nel male: arrivano cose nuove e uniche ogni tanto, con un sound magari crudo e low file per mancanza di tecnica, ma molto interessanti. lo zeitgeist è anche questo: creare qualcosa di nuovo dal nulla, da qualcosa di prematuro o anche non completamente corretto. Il resto che arriva è robaccia quantizzata senz’anima, una quantità davvero grande di spazzatura sonora. Almeno per me”.

Nek esprime le sue preoccupazioni riguardo l’AI applicata alle produzioni musicali commentando “Quel che posso dirti è che mi spaventa l’intelligenza artificiale applicata alla musica, anche perché quando si parla di canzoni ci sono in ballo emozioni sensazioni dinamiche che non hanno proprio nulla di artificiale. Almeno in breve questo è quel che penso”.

Ermal Meta afferma “Quanto all’lA, boh, io non la uso, ma da quello che sento, la usano in tanti, e si sente!”. Alla nostra domanda “Secondo te metterà a rischio il vostro settore?” replica “Non saprei, è troppo presto per dirlo”.

In generale l’impatto dell’IA sulla musica è già significativo e in rapida crescita. Il mercato globale per la musica generata da IA è in espansione: un rapporto di MarketsandMarkets prevede che raggiungerà i 2,6 miliardi di dollari entro il 2025. Questo dato evidenzia l’importanza crescente di questa tecnologia nel settore.

Se da una parte software come iZotope’s Neutron e Landr utilizzano l’IA per assistere nel mixaggio e nel mastering, rendono più accessibili processi una volta riservati a professionisti altamente specializzati, ci sono altre piattaforme come AIVA, Amper Music e OpenAI’s MuseNet che offrono la possibilità di creare brani originali con generi musicali differenti. Queste tecnologie utilizzano algoritmi di apprendimento automatico per analizzare vasti database di musica esistente e generare nuove composizioni basate su patterns e strutture apprese.

In conclusione, mentre l’IA continua ad evolversi, il suo ruolo nella musica rimane un tema di acceso dibattito. Da un lato, offre strumenti potenti e nuove possibilità creative; dall’altro, solleva questioni fondamentali sull’autenticità artistica e il futuro del lavoro nel settore musicale. Come in molti altri campi, il vero impatto dell’IA sulla musica dipenderà da come questa tecnologia verrà sviluppata, regolamentata e utilizzata negli anni a venire.

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