“I Led Zeppelin? Si permettevano di fare ciò che volevano e avevano il talento per farlo” ha detto Paul Stanley, dei Kiss, alla premiere americana del documentario sulla leggendaria band

Becoming Led Zeppelin nella versione definitiva dopo quella della copia lavoro di Venezia nel 2021, è stato presentato a Los Angeles

LOS ANGELES – Lunedì 27 gennaio il leggendario Chinese Theater di Los Angeles, considerato uno dei luoghi simbolo del cinema mondiale, si è trasformato in un vero e proprio tempio del rock. La struttura su Hollywood boulevard, a un passo dal Dolby theater in cui fra poche settimane si svolgeranno  gli Oscar,  ha ospitato l’attesa premiere statunitense di Becoming Led Zeppelin di Bernard MacMahon: il primo documentario autorizzato sul gruppo che si è formato a Londra nel 1968, che esplora l’ascesa fulminea di una delle più grandi band della storia. 

La premier ha attirato una costellazione di star e leggende musicali, per celebrare l’eredità senza tempo degli Zeppelin. Nonostante l’ assenza dei membri sopravvissuti della band – Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones – il red carpet è stato tutt’altro che non animato. 

Paul Stanley, frontman dei Kiss e amico intimo di Page, l’attore premio Oscar J.K. Simmons, i fratelli Chris e Rich Robinson dei Black Crowes, Tom Morello dei Rage Against the Machies, sono state solo alcune delle personalità presenti. 

Jager Henry Bonham, nipote del leggendario John Bonham, batterista storico della band deceduto nel 1980, ha sottolineato l’enorme influenza che quella musica ha avuto su diverse generazioni. “Inoltre – ha specificato il ragazzo, musicista anche lui – per me è anche un modo di ascoltare la voce di mio nonno, di cui non ci sono molte registrazioni disponibili”. 

Becoming Led Zeppelin, acquisito nel 2024 da Sony Pictures Classics, racconta le origini e l’ascesa della band che in dieci anni di attività ha ridefinito il rock, combinando rarissimi filmati d’archivio, interviste inedite e una colonna sonora assai preziosa e curata. 

Il film, della durata di due ore e un minuto, la cui versione grezza e ridotta ha debuttato al Festival del Cinema di Venezia del 2021, sarà distribuito in versione integrale e definitiva in 200 cinema IMAX, a partire dal 7 febbraio 2025. 

Inoltre, il 5 febbraio 2025 si terranno proiezioni anticipate in diciotto città italiane. E’ un ritratto intimo di un gruppo di artisti, pionieri del suono, che hanno oltrepassato i confini del pentagramma, per diventare un fenomeno culturale.

Che cosa ha reso gli Zeppelin delle leggende della musica, secondo lei? 

Paul Stanley: Gli Zeppelin non si sono mai lasciati incasellare. Quando credevi di avere capito il loro stile, loro cambiavano. Questo è sicuramente un segno della loro grandezza. In un altro genere, i Beatles fecero lo stesso. Dal loro primo album nel 1969, a Houses of the Holy (1973) o Presence (1976), Page, Plant e gli altri sono stati completamente liberi di creare. Si permettevano di fare ciò che volevano e avevano le capacità musicali per farlo”. 

Una band che non ha mai cercato la fama fine a se stessa, ha sempre suonato seguendo il proprio stile, è questo che li ha resi eterni?

PS: Posso solo dire che in quello che hanno fatto, sono sempre stati i migliori.

L’attore J.K. Simmons, premio Oscar nel 2014 per il suo ruolo in Whiplash, nato nel 1955, ha vissuto in pieno l’esplosiva e relativamente breve carriera della band.

Cosa hanno significato per lei gli Zeppelin?

Per me si tratta di memorie che risalgono a quando avevo tredici o quattordici anni. A quando mia sorella e i suoi amici me li hanno fatti conoscere. La loro combinazione di suoni audaci e  raffinatezze musicali, li ha resi sicuramente una delle più grandi band, forse i migliori di tutti tempi.

Sono stati loro gli inventori dello stile “Sex, Drugs and Rock&Roll”? 

JK: “Credo che tutte e tre le cose esistessero prima che nascesse il gruppo – ride Simmons – di sicuro però loro hanno portato questo concetto a un livello superiore.

THR: Oggi, nell’epoca dei social media, in cui tutti desiderano apparire e tutti chiedono attenzione, stupisce scoprire che gli Zeppelin non amavano essere ripresi dalle telecamere e agli schermi preferivano i palchi, cosa ne pensa lei? 

JK: Personalmente, non ho mai avuto la fortuna di vederli dal vivo, ovviamente e per fortuna erano anche una grande band da studio, così ho potuto amare i loro dischi. Per fare un collegamento con i giorni nostri: chiunque cerchi di tenersi lontano dai social media, ha il mio totale appoggio.