In anteprima esclusiva Odette, il nuovo video di OARA che ne ha curato anche la regia: “Un inno a realizzare sempre i propri sogni”

La cantante, il cui vero nome è Eleonora Albrecht, per questo video ha coinvolto la figlia e la madre, l'ex etoile Stefania Minardo, che nel 1990 interpretò Odette nel balletto Il lago dei cigni al Teatro dell’Opera di Roma. "Un omaggio alla mia famiglia di artisti". L'intervista di THR Roma

OARA, nome d’arte di Eleonora Albrecht, modella, attrice, regista, cantante e dj è un artista a tutto tondo. Il suo ultimo singolo dal titolo Odette è un inno ad inseguire e realizzare i desideri di quando eravamo bambini. Il videoclip, che THR Roma vi propone in anteprima esclusiva, ha come protagonista una tenera bambina dai riccioli biondi che, nella serenità della sua cameretta, sfoglia un album di fotografie che ritraggono una giovane ballerina. Subito l’immaginazione prende il sopravvento e la mente della bimba inizia a vagare sognando di essere al posto di quell’aggraziata ed elegante étoile.

Un video estremamente personale, scritto e diretto dalla stessa OARA, che vede l’unione di tre generazioni differenti: la bambina, infatti, è Elettra Parenti, la figlia dell’artista e del compagno attore e regista Flavio Parenti. La ballerina è invece Stefania Minardo, la madre di OARA, celebre étoile che nel 1990 interpretò Odette nel balletto Il lago dei cigni al Teatro dell’Opera di Roma. Il videoclip infatti si chiude proprio con alcuni momenti di quell’esibizione.

Come è nata Odette?

È nata dal desiderio di raccontare una situazione in cui una persona si ritrova quando non si sente in grado di fare qualcosa ma solo perché è quel che le dice qualcun altro. Quando si è bambini si vive molto questa cosa. Si iniziano a scoprire delle attività, delle passioni e a volte succede che si incontrano degli insegnanti sbagliati che scoraggiano dal continuare un certo percorso. Oppure possono ostacolarti i genitori stessi.

Odette è realmente esistita?

È mia madre. Quando aveva 7-8 anni ha iniziato a muovere i primi passi nelle scuole di danza e un insegnante le disse che non avrebbe potuto fare danza classica perché non possedeva canoni ben precisi.

Per caso l’insegnante di sua madre era Alessandra Celentano con le sue rimostranze sul collo del piede poco adatto?

(Ride, ndr). No, no! Ma comunque le cose che si dicono sono ovviamente più o meno quelle. Ma nonostante tutto mia madre non si è arresa e ha continuato a studiare tanto ed è diventata poi anche una prima ballerina.

Perché cantarla in inglese?

Generalmente canto in italiano, ma in realtà il mio primo singolo l’avevo fatto in francese perché sono bilingue. Dell’ultimo singolo, uscito a Natale, avevo fatto anche la versione inglese ed ho visto che veniva ascoltata in streaming anche nel resto del mondo, dal Giappone all’America, fino al Regno Unito. È capitato che per un’occasione specifica dovessi presentare una canzone in inglese per poi eventualmente farne anche una versione in italiano, siccome adesso la musica viaggia su piattaforme internazionali, alla fine ho preferito fare Odette solo in inglese per facilitare l’ascolto all’estero.

Sei più a tuo agio con l’inglese?

Si perché comunque provengo da una famiglia internazionale, parte della mia famiglia vive in Australia e in Canada. Ho vissuto tutte le mie estati da bambina a Montréal dove si parla inglese e francese. Ho studiato in America prima a Los Angeles e poi New York.  L’inglese per me è una lingua che pratico come il francese.

Una scena del videoclip Odette di OARA

Una scena del videoclip Odette di OARA

L’idea del video come è nata?

Volevo raccontare i sogni di questa bambina di 7 anni.  Quella nel video è davvero mia figlia che per scelta non si vede mai in viso. L’intento non era mostrare l’attrice ma più una figura sognante. In realtà poi alla fine si scopre che è la donna adulta, interpretata da mia madre,  che rivedeva sè stessa bambina quando sognava di fare la ballerina.

Un video che ha coinvolto tutta la famiglia. Manca solo suo marito!

Esatto! Io tra l’altro con la mia famiglia faccio sempre molto poco. Con il mio compagno invece faccio tantissime cose insieme perché anche lui è un attore e un regista. Odette è un omaggio autobiografico a mia madre e alla mia famiglia che rimarrà nel tempo.

Perché ha deciso di fare anche la regia? 

In questi anni ho diretto alcuni cortometraggi e ho fatto videoarte. Non essendo tutto il tempo davanti alla macchina da presa per questo videoclip ho deciso che potevo permettermi di stare anche dietro, anche se è molto complicato fare entrambe le cose. L’ho fatto per vari motivi, perché volevo raccontare mia figlia in un certo modo, non inquadrandole mai il viso ma vista in modo sognante. Inoltre quando si fanno videoclip in modo indipendente bisogna per forza coniugare tanti aspetti pratici.

Oara Alla regia

Dove ha girato e in quanto tempo?

Qui a Roma in una struttura in Prati dove ci sono degli studi e in un museo che avevo già visitato varie volte. Abbiamo girato due giorni.

C’è un forte richiamo a Barbie nel video.

Sì, totalmente. È proprio quella l’idea. Una Barbie vintage. Volevo per esempio che i primi piani richiamassero quei film anni 40, quel glow con queste luci un po’ soffuse. E poi naturalmente ci ho messo un sacco di rosa perché io sono una amante del rosa. Sono bionda, occhi azzurri, ho detto dai cavalchiamo quest’onda andiamo sul fenomeno Barbie, anche se a me il film non è piaciuto per niente.

Essere una bambola bionda non è sempre positivo, vero?

È una domanda molto interessante, perché io sono cresciuta in Francia e lì ci sono proprio delle barzellette sulle bionde come noi ce le abbiamo sui carabinieri. In Francia ce l’hanno proprio con le bionde ed è una cosa allucinante. Qualche anno fa, non so se c’è ancora, c’era un programma prima del Tg, in cui c’erano questi cinque minuti con quest’attrice vestita tipo Barbie con due codini che interpretava tutte le barzellette più comuni sulle bionde. Questa cosa mi aveva scioccata!

E in Italia?

Io guido la macchina a Roma e guarda caso, non so se sono io che non so guidare, ma ogni volta che c’è qualcuno che guida male è sempre una donna bionda. Specie a Roma Nord e ai Parioli, sono sempre tutte bionde quelle che mi tagliano la strada con la Smart.

La colpa è dei parrucchieri di Roma Nord, perché la maggior parte sono finte bionde.

A me non me ne frega niente se si ride sulle bionde, va benissimo così. L’importante è avere ironia. Non è certo quello che può cambiare la percezione di qualcuno. Io per esempio mi faccio ancora più bionda di quello che sono e mi va benissimo così.

OARA nel videoclip Odette

OARA nel videoclip Odette

Modella, attrice, cantante, regista ma non ballerina. Non ha seguito le orme di sua madre?

Anche mio padre era ballerino e il marito di mia madre è un grandissimo coreografo. Non ho seguito quel mondo perché quando ero piccola mi faceva paura. Ho visto tutto il dolore che c’è dietro quel lavoro, i piedi sanguinanti, le unghie che si staccavano, lo stare sempre male, sempre questo sudore, questa enorme fatica. Io purtroppo non ho visto solo l’aspetto poetico, come quando vedi i ballerini saltare e sembrano volare e quando atterrano sui loro piedi non senti il rumore della caduta, una cosa fantastica della danza classica.

I suoi genitori cos’hanno detto delle sue scelte?

I miei genitori non hanno fatto niente per cercare di farmi appassionare alla danza, anzi mio padre era totalmente contrario. Io tra l’altro ho tantissimi amici ballerini classici ma non ho mai sognato di diventare una di loro anche se ho fatto anche io tanta danza, non solo classica, anche hip hop e jazz. Mi piace tantissimo ballare ma il pensiero di essere solo una ballerina assolutamente non faceva per me. I miei genitori non si sono mai intromessi nelle mie scelte, anzi mi hanno sempre aiutato in tutto. Anche se magari mio padre inizialmente voleva un altro percorso dato che a scuola andavo molto bene. Mi diceva tu devi fare altro, non devi prendere la strada artistica, devi fare l’ avvocato o il medico.

Il futuro?

Ho appena finito di girare una serie comica, Ritoccati di Matteo Branciamore e Giorgio Nanni, che andrà su Sky a maggio o giugno. È alla quarta stagione e si svolge in uno studio di un chirurgo estetico. È un po’ tipo The Office però molto più allegro, con un humor più italiano.

Scommetto che interpreta una bionda che va a ritoccarsi.

Non va a ritoccarsi, però mi fanno fare questo ruolo della classica biondona svampita, mannaggia! Che poi nella vita sono tutt’altro, sono una rompiscatole che tu non hai idea. Mi piacerebbe tanto ma non sono così, non sono svampita per niente.

In Italia i ruoli sono assegnati anche in base a dei cliché?

Tantissimo! Pensi che anni fa la mia agenzia mi disse Eleonora non ti chiamano mai per fare l’italiana classica, perché non ti fai i capelli neri? Eppure non è sono l’unica bionda in tutta Italia. Però c’è ancora la cosa che l’italiana deve essere castana, mediterranea.

OARA nel videoclip Odette

OARA nel videoclip Odette

C’è un no ad un ruolo che le ha fatto male?

Ce ne sono stati vari per cui ho rosicato. Però quello che mi ha fatto davvero male è quello di Pippo Mezzapesa per Ti mangio il cuore, ruolo poi assegnato ad Elodie, che non aveva mai fatto l’attrice. Quel ruolo mi piaceva un sacco, il provino era andato molto bene. Però non bisogna prendersela troppo, devi stare al gioco, se no non lo fai questo mestiere.

Come è nata OARA?

L’ho scelto perché un po’ richiama il mio vero nome che è Eleonora e poi perché quando ero piccola ero una grandissima fan di Via col vento con Vivien Leigh che interpretava Rossella O’Hara, stupenda, bellissima. A Carnevale chiedevo ai miei di vestirmi come Rossella O’Hara. In quel periodo sognavo di diventare una cantante ed evidentemente nel mio inconscio, quando ho scelto di intraprendere la carriera musicale, tornando indietro nella memoria, mi sono ricordata di questa cosa e ho scelto di riprendere il sogno che avevo da bambina e darmi il nome della mia eroina ma senza la H.

Alla fine il suo sogno si è avverato? 

Il mio sogno nel cassetto è sempre stato cantare ma non sapevo come arrivarci, perché ho fatto comunque un percorso di recitazione. Ho studiato teatro, cinema, ed è tutta un’altra cosa rispetto all’ambiente musicale, soprattutto quando vuoi realizzare un certo progetto. Poi ho incontrato un produttore francese due o tre anni fa, e lui mi ha chiesto di raggiungerlo a Parigi per fare un singolo. Io sono andata e ho fatto questa cosa con lui, che però per divergenze tra noi non è mai uscita. Però questa vicenda ha acceso il desiderio in me di fare musica e mi ha dato coraggio. Ho fatto un po’ di telefonate a dei miei amici che lavorano nella musica per dei consigli e ho iniziato a cantare.